Il metaverso può diventare un posto sicuro per le persone LGBT+?
Articolo di Taylor Henderson* pubblicato sul sito PRIDE (Stati Uniti) il 15 agosto 2022, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
Le persone LGBTQ+ non sono certo estranee al formare comunità online: fin dall’avvento di Internet abbiamo usato questo strumento per parlare, ridere, incontrarci, e molto altro. Per molti di noi è stato l’unico rifugio da un mondo omofobo che non ci accetta. Abbiamo chiesto consigli sul coming out, abbiamo messo insieme le varie parti di noi su Tumblr, abbiamo osannato le nostre pop star preferite su Twitter, o semplicemente cercato su Google “Sono gay?”.
Abbiamo creato e custodito i nostri spazi protetti, lontani da occhi ostili, e se dagli anni ‘90 ne abbiamo fatta di strada, le nostre comunità online rimangono sempre preziose.
Ma Internet si evolve, e così i nostri spazi. La prossima frontiera sarà forse la realtà virtuale?
Dalle menti che lavorano a Meta ecco arrivare Dream House, uno spazio costruito all’interno dell’app Horizon Worlds e rivolta alle persone LGBTQ+ di colore come “rifugio in cui viene salvaguardata l’appartenenza, la sicurezza e l’inclusività, al di là dei confini geografici”.
Meta ha organizzato un incontro di cervelli nello spazio virtuale, con partecipanti sparsi per tutto il Paese. Ognuno di loro ha indossato un Oculus VR Quest 2 e creato un avatar che lo rappresentasse, per incontrare gli altri in una stanza virtuale a dispetto delle distanze e dei fusi orari. Erano presenti varie personalità della scena LGBTQ+ di colore. PRIDE ha parlato con Johns, educatore, ricercatore e attivista per i diritti civili, che si occupa di uguaglianza e giustizia sociale per le persone LGBTQ+ di colore. Abbiamo conversato sui problemi che la comunità LGBTQ+ deve affrontare oggigiorno, e sulle opportunità e potenzialità del metaverso.
“Il metaverso è ancora in via di costruzione, questa è soltanto una piccola parte” esordisce Johns, prima di parlare del mondo in generale (abbiamo avuto questa conversazione proprio la mattina in cui la Corte Suprema ha rovesciato la storica sentenza sull’aborto): “Spero che potrò avere uno spazio in cui potermi mettere in disparte e sognare sulle possibilità di questo ambiente. Tre cose mi vengono in mente dopo le esperienze che ho fatto. La prima è che si tratta di uno spazio dove costruire e fare comunità. La prima volta che sono capitato nel metaverso, non in questa stanza, ma nel corridoio che abbiamo usato per accedervi, ho incontrato molte icone della nostra comunità, che fanno cose bellissime, e solo per il fatto che ci siamo incontrati proprio qui sembrava che ci conoscessimo da anni: abbiamo scherzato, ballato e ci siamo divertiti come se ci fossimo incontrati di persona a Brooklyn ad un grande evento per persone LGBTQ+ di colore. Creare uno spazio del genere, che permetta alla gente di riunirsi e condividere gioie e dolori, è qualcosa che mi emoziona molto e mi sembra liberatorio, soprattutto considerando i problemi dati dal coronavirus e dai gruppi suprematisti bianchi.
“La seconda cosa che mi viene in mente è che si tratta di uno spazio strategico. Stamattina ho avuto una chat di gruppo con alcune organizzazioni queer nere a livello nazionale. Uno dei miei colleghi ha detto: ‘Vorrei essere fisicamente vicino a voi, in modo che possiamo guardarci negli occhi e costruire strategie’. Sarebbe una bomba per tutti i sentimenti che proviamo in questo momento… Ci sono possibilità di costruire strategie e trovare modi di migliorare la vita, sia virtualmente che nella realtà.
“La terza cosa che mi viene in mente, è occuparsi dei giovani. Una cosa di cui sono particolarmente fiero è che, all’inizio della pandemia, il nostro consiglio che si occupa dei giovanissimi e dei giovani ha stretto un accordo con Cartoon Network per diffondere messaggi rivolti ai giovani LGBTQ+, molti dei quali erano costretti a rimanere in ambienti ostili, come le famiglie omofobe, che sono un problema gigantesco. Quindi abbiamo pensato di creare uno spazio come questo, dove i giovani potessero incontrarsi in sicurezza, senza rischiare di subire outing… Ognuno di noi, a dire il vero, ha qualcosa che la società stigmatizza o ritiene vergognoso, e se ci troviamo in spazi come questo per parlarne, allora possiamo lasciarci alle spalle la vergogna e trovare qualcosa di costruttivo”.
* Taylor Henderson è il direttore digitale del sito PRIDE. È texano, e fiero di esserlo. Ha studiato produzione di media e sociologia all’Università del Texas a Austin, dove ha sviluppato le sue passioni: cultura pop, scrittura e grafica video. È terribilmente ossessionato da Beyoncé, dai manghi e dagli zuccherosi romanzi per giovanissimi, che gli permettono di vivere in maniera vicaria gli anni adolescenziali, da lui passati nel nascondiglio, e ora ne sta pure scrivendo uno! Seguitelo su Twitter.
Testo originale: Is the Metaverse the Next Safe Space for LGBTQ+ Folks?