Il mio cammino con i cattolici LGBTQ+ in Cina
Testimonianza di Eros Shaw pubblicata nel libro “Blessed Are Those Who Mourn: Chinese Tongzhi Catholics’ Tales” (Beati coloro che piangono: racconti di cattolici Tongzhi cinesi) curato da Eros Shaw, Mark Larrimore e Michael Clifton, editore SIRD (Malesia), 2022, pp.260-264. Liberamente tradotta dai volontari del Progetto Gionata.
Questo testo introduttivo è stato concepito all’inizio della progettazione del libro “Blessed Are Those Who Mourn: Chinese Tongzhi Catholics’ Tales” (Beati coloro che piangono: racconti di cattolici Tongzhi cinesi). Ritenevamo importante ripercorrere il cammino che ci ha portati fino a qui, come per ricordare a noi stessi il percorso intrapreso che è stato, come dice Deng Xiaoping, come “Attraversare un fiume camminando sulle pietre”.
Questo racconto si basa sulla mia esperienza nella fondazione della China Rainbow Witness Fellowship (CRWF) e della China Catholic Rainbow Community (CCRC): la prima è un’organizzazione ecumenica che coinvolge anche cattolici, la seconda una piattaforma dedicata esclusivamente ai cattolici. Ho sentito il bisogno di raccontare questa storia a chiunque voglia comprenderne il significato.
Un cammino iniziato nel 2009 (A Journey That Began in 2009)
Nel 2009 iniziai a entrare in contatto con altri cattolici gay attraverso internet, ma si trattava di interazioni sporadiche. Non avevamo scambi regolari e nessuno avrebbe mai immaginato di creare un’organizzazione. La paura e le distanze geografiche erano ostacoli troppo grandi.
Lo stesso anno mi trasferii a Pechino (Cina) per lavoro e partecipai a un incontro di condivisione tenuto dal reverendo Ngeo Boon Lin presso il Beijing LGBT Center. Dopo l’evento, una dozzina di cristiani LGBT di varie denominazioni si riunì in un bar nella zona di Sanlitun. Da quell’incontro nacque l’idea di vederci con regolarità per sostenerci a vicenda. Ero l’unico cattolico presente e lo sarei rimasto per un po’ di tempo.
Fin dall’inizio, abbiamo coltivato uno spirito ecumenico, condividendo la nostra fede e le nostre esperienze di vita. Ogni mattina inviavo agli altri membri del gruppo la lettura quotidiana della Scrittura. Organizzavamo attività ricreative prima di riunirci nelle case di alcuni di noi. Durante gli incontri, a turno, raccontavamo le nostre storie. Col tempo, alcune persone lasciavano il gruppo mentre altre si univano, finché non arrivammo a essere tre cattolici tra i partecipanti.
A quel punto decidemmo di chiamarci China Rainbow Witness Fellowship. Il nome richiamava l’arcobaleno della Genesi, segno dell’alleanza di Dio con l’umanità, e al tempo stesso il simbolo dell’orgoglio LGBT. Nel nostro piccolo, desideravamo essere testimoni di ecumenismo e grazia. Quando avviammo nuovi gruppi a Shanghai e Hangzhou, mantenemmo lo stesso nome.
La crescita della comunità (The Growth of the Community)
Nel settembre 2012 mi trasferii a Shanghai (Cina) per lavoro. Darren, uno dei co-fondatori della China Rainbow Witness Fellowship, mi aiutò a cercare un luogo adatto per i nostri incontri. Alla fine scegliemmo l’UCB Café in Guilin Road e inaugurammo la nostra Rainbow Witness Fellowship di Shanghai.
Da quel momento ci riunimmo ogni domenica, affrontando temi che spaziavano dalla lettura della Bibbia alla teologia, dall’ecumenismo alla storia della Chiesa, fino ad argomenti come lo sviluppo psicologico e la prevenzione dell’HIV. Con il tempo, il numero dei partecipanti aumentò e molti si presero responsabilità all’interno del gruppo.
Nel 2013, il seminarista fratello Xiao Bei creò un gruppo sulla piattaforma QQ per raccogliere e accompagnare i cattolici gay. Poco dopo, adottammo il nome di China Catholic Rainbow Community.
Tuttavia, mi resi conto che alcuni cattolici smettevano di partecipare perché non si sentivano a loro agio con il modo di pregare di ispirazione protestante che caratterizzava i nostri incontri. Per rispondere a questa difficoltà, scrissi una Proposta per un incontro cattolico all’interno della struttura della fellowship (Proposal for Catholic Gathering Under the Structure of Fellowship), che presentai agli altri responsabili del gruppo. Ecco alcuni passaggi:
“Abbiamo sempre pensato alla China Rainbow Witness Fellowship come a una realtà aperta a molte possibilità. Ogni attività ha bisogno di una guida adeguata, e se questa è la volontà di Dio, la nostra perseveranza darà frutti. Chi avrebbe mai immaginato che quell’incontro in un bar a Sanlitun nel 2009 si sarebbe trasformato nella realtà che oggi abbiamo costruito?
La nostra China Rainbow Witness Fellowship potrebbe essere la prima in Cina a organizzare un incontro cattolico aperto, un’esperienza simile a quella di altre realtà LGBT cristiane di Hong Kong, Taiwan e altri paesi. Se questa è davvero la volontà di Dio, il nostro incontro potrebbe diventare un piccolo canale di dialogo ecumenico. Cattolici e protestanti gay avrebbero l’opportunità di conoscersi più a fondo.”
La mia proposta ottenne il sostegno dei miei collaboratori. Così, decidemmo di mantenere il culto in stile protestante per le prime tre domeniche del mese, mentre l’ultima domenica sarebbe stata dedicata a un incontro cattolico. Questa pratica venne mantenuta nella sezione di Pechino per circa sei mesi.
Un cammino interrotto (An Interrupted Journey)
L’elezione di Papa Francesco e la sua compassione verso le persone LGBT+ cattoliche ci avevano riempiti di entusiasmo. Molti di noi vennero battezzati e passarono dal protestantesimo al cattolicesimo. Un sacerdote, rispondendo all’invito del Papa alla carità pastorale, ci permise di usare una sala della sua parrocchia per i nostri incontri. Fummo il primo gruppo in Cina a riunirsi regolarmente all’interno di una chiesa cattolica, arrivando a quasi cento partecipanti. Non solo diffondevamo la fede cattolica, ma testimoniavamo anche la misericordia della Chiesa.
Purtroppo, questa esperienza positiva ebbe vita breve. Durante una celebrazione natalizia a Shanghai, un partecipante non cristiano pubblicò delle nostre foto sul sito Weibo. Quelle immagini vennero riprese da un gruppo ostile all’interno della Chiesa cattolica, che iniziò ad attaccarci con parole cariche di odio. Per non compromettere il sacerdote che ci ospitava, decidemmo di lasciare la nostra parrocchia. Dopo appena quattro mesi, la prima esperienza di accoglienza su larga scala dei cristiani LGBT+ da parte della Chiesa cattolica in Cina era finita.
Guardando al futuro (Looking to the Future)
Nonostante tutto, la China Catholic Rainbow Community continua ad esistere. Oltre ai gruppi nelle diverse città, abbiamo corsi di formazione cristiana e un gruppo di preghiera del Rosario, offrendo sostegno a chi si sente smarrito. Ci sono alcuni sacerdoti, seminaristi e religiose che, nonostante le difficoltà, scelgono di stare accanto a noi.
Nel 2015, ho rappresentato la China Rainbow Witness Fellowship e la China Catholic Rainbow Community alla conferenza di fondazione del Global Network of Rainbow Catholics (GNRC) a Roma, venendo eletto responsabile per i giovani. In quell’occasione, inviammo una lettera al Sinodo dei Vescovi per far sentire la nostra voce.
Rimango profondamente colpito dalla fede dei cattolici LGBT che, nonostante tutto, restano fedeli alla Chiesa e devoti alla Madonna. Ma sento anche il peso del dolore che portano.
Quando verrà il giorno in cui la nostra Santa Madre Chiesa accoglierà veramente e concretamente queste persone, anziché limitarsi a dire che “le persone omosessuali sono chiamate alla castità”?
Testo originale: The Experience of Eros Shaw and Others