Il mio corpo queer è uno specchio per le persone credenti
Testimonianza della studentessa di teologia Anne Brink dell’Union Theological Seminary di New York (Stati Uniti) pubblicata dal progetto Queer Faith il 12 marzo 2019, liberamente tradotta da Giacomo Tessaro
Preparandomi a ricevere i precetti nella tradizione [buddhista] zen Soto, voglio anche pronunciare il voto di liberare tutti gli esseri (viventi) dalla sofferenza. Ma più che una liberazione dalla sofferenza, si tratta di un invito rivolto a tutti gli esseri di svilupparsi pienamente e di avere il diritto di essere il più autentici possibile in questa vita. Sono una praticante zen queer, e per me sperimentare un corpo queer equivale al fiorire di un sé autentico e spesso sconosciuto, persino a me.
Essere sincera e intima con questo sé e con il suo mistero che si rivela poco a poco è un’opera difficile e mai conclusa, che spero possa servire da specchio per altri e altre credenti queer perché possano avere lo spazio, il sostegno e il diritto di fare lo stesso.
Praticando [meditazione] con i corpi che abbiamo qui e ora possiamo tutti essere degli specchi e guardare, insieme, in uno specchio collettivo. Come molte altre tradizioni religiose, nemmeno lo zen è perfetto, se guardiamo la sua storia e il mancato sostegno alle donne e alle persone queer, ma questa imperfezione è un’enorme e splendida opportunità per le persone queer, perché possono conquistarsi il loro spazio nella pratica ed essere attiviste nella comunità.
In un tempo così doloroso mi piace rammentare di quanto sono profondamente grata per le comunità inclusive che ho potuto frequentare, in particolare il Brooklyn Zen Center e la chiesa presbiteriana in cui sono cresciuta. Non voglio mai dimenticare che assumere un ruolo di guida in una comunità religiosa implica molte responsabilità e l’impegno costante di essere compassionevole con chi non fa parte della mia comunità o abita lontano da me, anche se mi ha fatto del male.
Mi rifiuto di considerarmi separata dagli altri esseri umani, così come mi rifiuto di separare le varie componenti di me stessa.
Testo originale: ANNE BRINK | M.DIV. STUDENT