Il mio fratello maggiore è gay. E allora?
Testo di Mary Ellen e Casimer Lopata tratto dal loro libro Fortunate Families: Catholic Families with Lesbian Daughters and Gay Sons (Famiglie fortunate: famiglie cattoliche con figlie lesbiche e figli gay),Trafford Publishing, 2003, capitolo 5, pp.37-39, libera traduzione di Diana
Dan è stato l’ultimo a saperlo tra i nostri famigliari stretti. Sebbene avessi cercato di mantenere una politica di neutralità, dopo il coming out di mio figlio Jim, lasciando a lui la decisione di dirlo al resto della famiglia , dopo la laurea di mio figlio piccolo Dan, mi ricordo di aver parlato con Jim del fatto che dovesse dirglielo. Ero a disagio che Dan fosse l’unico a non saperlo e temevo che si sarebbe sentito al di fuori della cerchia famigliare. Ci sono in gioco problemi di fiducia e credo sia stato un errore aspettare così a lungo prima di dirglielo.
Dan è il fratello più piccolo di Jim – più giovane di 4 anni e mezzo. Non una grossa differenza d’età, ma abbastanza perché non fossero veramente uniti, nonostante i molti interessi in comune come letteratura, teatro e musica. Forse a causa di questi interessi in comune si sviluppò tra di loro una rivalità che è ancora presente oggi. Il racconto di Dan è emozionante per la sua onestà e candore.
Mio fratello Jim non ha fatto coming out direttamente a me. Me lo ha detto mia madre. Me lo ha detto due anni dopo che Jim aveva informato il resto della famiglia. Penso che allora fossi ancora al college, o forse ero appena diventato sobrio perché stavo disintossicandomi dall’alcolismo. Le spiegazioni che vi vennero date perché venne avvisato per ultimo furono: in primo luogo, che non ero abbastanza maturo per gestire la notizia; in secondo luogo perchè Jim temeva una reazione violenta da parte mia.
Capisco perché Jim temesse che reagissi con violenza. Durante il mio periodo da bevitore non volevo aver niente a che fare con nessuno, volevo essere lasciato in pace. Questo avveniva alle riunioni di famiglia come il Ringraziamento e il Natale, la mia rabbia era rivolta verso la mia famiglia. Il mio alcoolismo sembrava una scusa per farmi cacciare di casa e rifugiarmi nei bar. La mia rabbia si rivolgeva contro Jim perché lo percepivo come il “ragazzo d’oro”, che riceveva più amore, attenzione e adorazione dai nostri genitori. Per anni presi come un’offesa personale il suo coming out ritardato, ma oggi comprendo che avevo molto da fare per sapere chi ero e di come mi comportavo.
Prima di tornare al college nel 1987 uscii con degli amici a bere. Uno di loro, Dan, era gay. La sorella del mio miglior compagno di bevute era lesbica. Mi ricordo di aver parlato una volta a Jim di Dan. Era interessato al teatro ed era simile a Jim e pensai che avrebbero tratto beneficio dall’incontrarsi. Mi ricordo di aver detto: “anche se è gay, è un ragazzo a posto”.
La risposta di Jim fu di questo tipo: “Tu conosci già delle persone gay e sei loro amico?”. A questo punto supposi che Jim fosse gay e questo in verità non cambiava i miei sentimenti o i miei pensieri su di lui. Né il coming out di Jim ha influenzato i miei sentimenti e i miei pensieri sui gay e le lesbiche. Sono persone con le loro simpatie ed antipatie. Ho amici gay ed altri che non lo sono. Sono tutti amici sullo stesso piano. Capisco di non essere nella norma in questo mio pensiero.
Il coming out di Jim mi ha colpito in modo indiretto. Oggi sono genitore a mia volta di quattro bei bambini, mi rendo conto che il tempo per accudire i miei figli è limitato. Come risultato del coming out di Jim, i nostri genitori dedicano la maggior parte delle loro vite sostenendo i diritti degli omosessuali nelle comunità cattoliche.
Mentre per anni ho separato me stesso dalla mia famiglia perché ero alcolizzato, è stato difficile recuperare le relazioni con loro. Ma la vita di Jim non è definita dall’essere gay. Egli è molte altre cose: è una brava persona, un lavoratore indefesso, un drammaturgo, un direttore, un cattolico, un cantante, un viaggiatore, un fratello, uno zio, un figlio e molto di più, come tutti noi.
Le vite dei miei genitori sembrano essere definite spesso dal solo fatto che Jim è gay. Diventa difficile per loro trovare tempo per la mia famiglia per condividere le cose che ci fanno rallegrare e che sono importanti nelle nostre vite. La maggior parte delle loro serate e dei fine settimana li passano a sostenereo i diritti degli omosessuali. E questo mi ha fatto sentire, ancora una volta, che Jim è più importante degli altri figli e nipoti.