Il mio incontro con l’Arcivescovo di Torino al ritiro diocesano per cristiani LGBT
Testimonianza di Sergio Caravaggio su “Liberare le esistenze” ritiro con i cristiani LGBT e i loro familiari organizzato dalla Diocesi di Torino (6-8 gennaio 2017)
Ciao a tutti, sono Sergio Caravaggio di “Alle querce di Mamre”, gruppo di Cremona di pastorale diocesana per le persone omosessuali e membro del Consiglio provvisorio di “Cammini di Speranza”. Vorrei condividere con voi alcune mie considerazioni sull’incontro che si è tenuto a Torino tra il 6 e l’8 gennaio scorsi.
Il 6 gennaio parte il ritiro residenziale LIBERARE LE ESISTENZE a cura del “Tavolo di lavoro fede e omosessualità della Diocesi di Torino, per il ciclo di incontri: “Alla luce del sole“.
Eravamo circa 25 persone proveniente da varie esperienze, in cui spiccavano 2 coppie di genitori con figli gay del gruppo Davide di Parma-Reggio, 3 ragazze del gruppo Bethel di Genova e un po’ di piemontesi. Ad organizzare l’incontro è l’arcidiocesi di Torino, nella persona di don Gianluca Carrega, incaricato dall’arcivescovo per la pastorale delle persone omosessuali, e di alcune persone provenienti da esperienze passate nei gruppi come “La Rondine” e “Centro Ferruccio Castellano”.
La prima parte è affidata alla psicologa che molti di noi già conoscono, Arianna Petilli, che ha approfondito in particolar modo il senso di colpa, l’omofobia interiorizzata ed il suo rapporto con la fede, la famiglia, la società, la chiesa. Anche per chi già conosce la tematica è sempre utile e interessante vedere gli sviluppi di questa ricerca. Inutile dire come la discussione sia sempre stata animatissima!
Un secondo momento di riflessione, autocoscienza ed elaborazione a cura degli organizzatori ed, a seguire, un momento singolare: la visita dell’Arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia.
Mi pare interessante soffermarsi su questo momento perché per alcuni versi, per me, che non sono digiuno di incontri con vescovi “friendly” (permettetemi l’esagerazione!), è stato sorprendente.
Saluta e stringe le mani a tutti, tutti guarda negli occhi e a tutti chiede di presentarsi e fa domande sulle nostre vite e sulle nostre diocesi, non in maniera formale, ma decisamente interessato. Poi parte la “predica”, anche abbastanza lunga ma interessantissima, dove tocca alcuni temi centrali:
– Cita i Padri ed il Concilio e dice che le posizioni tradizionali vanno rinnovate (Ecclesia semper reformanda). La Chiesa vive nella storia.
– Cita probabilmente l’omelia già pronta per la festa del Battesimo di Gesù e la adatta alla circostanza, sottolineando che durante il battesimo di Gesù si aprono i cieli, cade un muro e una voce dice, anche su ciascuno di noi, ogni giorno: ‘sei mio figlio amato!’. Figli amati così come sono, un amore che non chiede di cambiare ma solo di essere ricambiato. Io mi compiaccio di te, sei la mia gioia, mi piaci così come sei!
– Sottolinea come non è un gruppo privato questo; il Vescovo ha dato un incarico specifico a don Gianluca, il compito del Vescovo è ascoltare per capire meglio, sempre di più: “Sono venuto qui a sentire la vostra voce e guardarvi negli occhi” (mi ricorda il discorso alla luna di papa Giovanni).
– Questo gruppo non è un gruppo di psicoterapia o come gli “alcolisti anonimi” (parole testuali) ma lievito per la Chiesa e risorsa preziosa. A partire dalla vostra condizione, i gruppi come questo aiutano: se al centro pongono la Parola, il dialogo, la fraternità. Un gruppo importante per tutta la diocesi.
– Molti di noi sono rimasti piacevolmente stupiti da queste parole non scontate e con i ringraziamenti vengono fatte alcune richieste da parte nostra: un’attenzione particolare alla formazione dei sacerdoti e soprattutto all’amministrazione del sacramento della confessione, che spesso è per le persone omosessuali, non luogo di riconciliazione ma di rottura definitiva con la chiesa.
Io in particolare sottolineo come è difficile, per realtà nazionali (Cammini di Speranza, Gionata, Forum Cristiani LGBT, Samaria, ecc…) trovare un interlocutore, perché a livello CEI ancora “non esistiamo”. Chiedo un suo intervento esplicito presso la CEI in questo senso… risposta; “Vedremo cosa posso fare”… Stiamo a vedere, ma di certo io non lascio cadere il discorso. Altro tema che cerco di affrontare è l’importanza per le diocesi più piccole (come la mia Cremona) di avere degli apripista più grandi (come Torino) per le iniziative di pastorale con le persone LGBT già in atto e la necessità di fare rete.
Nel contesto della presentazione parleranno in due momenti differenti i coniugi Carretti che evidenziano la sofferenza, la solitudine, e spesso la mancanza di accoglienza e di accompagnamento dei genitori con figli LGBT. Il vescovo è particolarmente interessato alla loro testimonianza. Questo mi pare interessante, perché potrebbe essere una sorta di “passepartout” nel dialogo tra chiesa cattolica e mondo LGBT. Anche la testimonianza di Maurizio Mistrali ed il racconto della visita del vescovo Semeraro di Albano durante il IV Forum dei Cristiani LGBT ad Albano pare colpirlo particolarmente.
Conclude, prima di salutare, citando le parole di un vescovo dell’Europa dell’est sull’importanza di NON PECCARE CONTRO LA SPERANZA. E aggiunge: “CHE IL VOSTRO GRUPPO DIVENTI UN PONTE TRA IL MONDO OMOSESSUALE E LA CHIESA”.
Domenica le conclusioni sono affidate a don Gianluca Carrega con una riflessione:”Prospettive di liberazione e riconciliazione”meditando sulla pagina del Vangelo del paralitico nella prospettiva della guarigione dal senso di colpa.
Per me, non di primo pelo in fatto di incontri del genere, è stato davvero stimolante, bello, come bella è stata l’accoglienza dei frati Minori Francescani che ci hanno ospitato, hanno sempre mangiato con noi ed erano molto interessati a capire e conoscere le problematiche trattate. Questo ha fatto in modo che anche i pasti fossero momenti di scambio e condivisione, così come le celebrazioni liturgiche presiedute da don Gianluca. Belli i ragazzi di Torino, molto preparati, molto attenti, molto “sul pezzo” e di grande capacità organizzativa. 10 e lode!
> Testimonianze di Cristiani LGBT e dei loro genitori dal ritiro della Diocesi di Torino “Liberare le esistenze” del 6-8 gennaio 2017