Il monaco, l’allievo e le chiacchiere della gente
Storia liberamente tratta da Bruno Ferrero
Tanto tempo fa un santo monaco aveva con sé un allievo, un ragazzo molto attento e ubbidiente. Un giorno lo chiama e gli dice: « Vai a prendere l’asino e andiamo in città ». Il giovane prende l’asino, aiuta l’anziano monaco a salirvi e si avviano verso la città, il monaco in groppa all’ asino e il ragazzo a piedi. Alla prima svolta incontrano un gruppo di persone. Qualcuno, naturalmente, ha qualcosa da ridire: « Ma guarda quanto è infingardo quel vecchio monaco: lui a cavallo, e quel povero ragazzo così gracile e delicato lasciato a piedi ! ». Il vecchio monaco, appena udite queste parole, scende dall’asino, vi fa salire il ragazzo e tutti e tre si rimettono in cammino.
Poco più avanti incontrano altre persone che borbottano: « Oh, guarda cosa si deve vedere. Un giovane sano e robusto a cavallo e un povero vecchio a piedi. Non c’è più rispetto, non c’è più carità ». A queste parole il ragazzo salta giù dall’ asino, aiuta l’anziano monaco a salirvi di nuovo, risale anche lui e proseguono verso la città.
Strada facendo, altra gente, altri commenti: « Guarda quella povera bestia! Fra poco morirà stremata, sotto il peso di quei due fannulloni ! Ci vorrebbe almeno un po’ di pietà ». Il santo monaco e il ragazzo, allora, scendono in silenzio e proseguono il cammino a piedi. Ma qualcuno non è ancora soddisfatto e dice: « Guardate, guardate… S’è vista mai una cosa più sciocca? Quei due hanno l’asino, e vanno a piedi ! ». A questo punto l’anziano monaco dice al ragazzo: «Torniamo a casa ».
Strada facendo il monaco gli spiega: « Hai capito la lezione, figliolo? Per quanto ti sforzerai di assecondare gli altri, ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa da ridire. E allora tu impara a tirar diritto per la tua strada e a non prestare ascolto alle chiacchiere della gente».