“Il Mondo non merita la fine del mondo”
Riflessioni di Maria Luisa Lamanna pubblicate sul blog della comunità MCC Il Cerchio il 2 gennaio 2019
Vermeer, di Wisława Szymborska
Finché quella donna del Rijkmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
Con un inchino a due grandi non posso che meravigliarmi della lettura della poesia Vermeer e scriverne qualche riga, qualche pensiero.
Wisława, una donna che era lei stessa di una meravigliosa semplicità, mi stupisce sempre, ogni volta che, a caso, apro la sua raccolta di poesie e trovo questi versi eccezionali.
Lo sono perché il concetto di una inconcepibile e inimmaginabile fine del mondo è espressa attraverso lo sguardo sbigottito rivolto all’opera La lattaia di Jan Vermeer (Rijkmuseum di Amsterdam).
“Nel silenzio dipinto e in raccoglimento giorno dopo giorno versa il latte dalla brocca alla scodella” racconta la bellezza stessa della vita. Il mondo non può finire, perché quest’eternità quotidiana merita un tempo infinito.
Jan Vermeer, pittore olandese del 1600 (epoca pittorica in assoluto mia preferita) ha saputo con le sue luci entranti dalle finestre trasformare il tempo e stupire la quotidianità.
La lattaia in fondo si tratta di una ragazza, in una stanza spoglia, che versa del latte: cosa c’è che stupisce Wisława e noi con lei?
Stupisce il momento preciso: versare il latte. Un gesto bloccato in un momento eterno.
Se lo si osserva, quel latte sembra quasi fresco, appena munto, fermo in un silenzio irreale. La giovane donna ne sottolinea la solennità con quel busto eretto, con quel movimento preciso. La luce entra, perfetta, a illuminare la mano, il biancore del latte, il giallo della camicia e i piccoli tocchi di blu ai bordi.
Ecco allora l’ordinario diventa straordinario, il gioco di luci immortala la scena.
Così Wisława si è stupita guardando il dipinto e noi con lei, e ha reso con i suoi sei versi immortale la sua poesia e il dipinto di Vermeer.