Il movimento LGBT e la L delle persone intersessuali
Riflessioni di Emi Koyama tratte da Intersex Initiative (Stati Uniti), aprile 2010, liberamente tradotte da Daniela Domenici
Dovrebbero i gruppi LGBT aggiungere la I (per intersessuali) ai loro nomi, alle affermazioni della loro missione, ecc? Questa è la domanda che molte persone si stanno ponendo ma non c’è una risposta semplice. Ci sono un paio di ragioni per aggiungere la I a LGBT. La prima è che i corpi degli intersessuali (intersex) vengono “patologizzati” e cancellati in un modo che è molto simile a come l’omosessualità è stata trattata storicamente all’interno della psichiatria.
Anche se l’omosessualità è stata ufficialmente “depatologizzata” da tre decenni le persone transgender sono ancora etichettate come aventi “un disordine dell’identità di genere” e perciò trattate come qualcosa di anormale piuttosto che come una naturale varietà umana. Da questo punto di vista intersex è semplicemente un’altra minoranza sessuale che viene “patologizzata” e trattata come “anormale”. Un’altra ragione è che il trattamento chirurgico per le condizioni intersex è pesantemente motivato dall’omofobia, dalla transfobia e la misoginia.
La medicina occidentale definisce i genitali maschili e femminili “funzionali” in termini della loro abilità a partecipare a una relazione eterosessuale piuttosto che quanto piacere sessuale i pazienti ottengono, che è il motivo per il quale rimuovere una clitoride femminile sia medicalmente accettabile secondo i medici (la maggior parte uomini ed eterosessuali) basta che la vagina sia profonda abbastanza per essere penetrata da un pene.
Comunque alcune preoccupazioni sono state sollevate tra gli attivisti intersex riguardo al fenomeno dei gruppi LGBT che adottano la I. Prima di tutto alcune persone temono che aggiungendo la I si dia l’impressione errata che tutte o la maggior parte delle persone intersex siano lesbiche, gay, bisessuali e/o transgender. Ovviamente alcune persone intersex lo sono e alcune no ma quando abbiamoa che fare con giovani ragazzi e i loro genitori c’è la preoccupazione che l’associazione con LGBT allontani i genitori dei ragazzi intersex che cercano invece informazioni e risorse sulle condizioni intersex.
Peggio ancora la “misperception”, la percezione errata potrebbe spingere i genitori a domandare più operazioni chirurgiche per facilitare la loro preoccupazione sulla sessualità futura o l’identità di genere del figlio/figlia. Secondariamente, c’è già molta fusion tra LGBT e intersex nella società ed essere costantemente mescolati con LGBT potrebbe impedire alle persone intersex di ottenere la propria visibilità o rendere arduo per le persone intersex trovare delle risorse specificatamente intersex.
Per esempio se cercate la sigla LGBTI su Internet la maggior parte degli articoli che appaiono trattano argomenti LGBT come matrimonio, discriminazione, crimini di omofobia, ecc senza alcuna menzione di qualunque tematica che si applichi realmente alle persone intersex. Simile a questa c’è anche la preoccupazione che aggiungendo la I farebbe apparire come se le persone intersex avessero le stesse necessità delle persone LGBT.
Per esempio aggiungere intersex a un’ordinanza di non discriminazione o a una legge per i crimini di omofobia è completamente insufficiente per riferirsi alle argomentazioni sui diritti umani affrontate dalle persone intersex ma dà la falsa impressione che i diritti delle persone intersex siano protetti.
In ultimo il modello di organizzazione è differente. Le persone con condizioni intersex generalmente non si organizzano intorno a “identità” o “orgoglio” di essere intersex; “intersex” è una parola utile per riferirsi alle argomentazioni sui diritti umani e politici ma c’è tuttavia una “comunità” o una “cultura” intersex nel modo in cui possiamo parlare delle comunità LGBT (sebbene questo possa cambiare nel futuro).
In altre parole aggiungere la I non necessariamente fa apparire l’organizzazione più accogliente verso le persone intersex. Per molte persone “intersex” è semplicemente una condizione o la storia o il luogo di violazioni spaventose che non desiderano rivisitare. Se questo è il caso cosa può essere detto sull’aggiungere o meno la I? sento che dovremmo prendere un approccio pragmatico. Se aggiungere la I ti mette in grado di porre la tua energia e le tue risorse nel fare più cose che aiutano il movimento intersex allora, sicuramente, aggiungi la I.
Se aggiungere la I ti aiuterà a diventare una risorsa migliore per le persone con condizioni intersex allora fallo. Potresti far innervosire qualche persona intersex ma almeno stai facendo qualcosa di concreto per aiutare la fine della vergogna, della segretezza e dell’isolamento che sono imposti sui bambini intersex.
Ma non pensare che aggiungere la I come un gesto vuoto sia un’acquisizione in se stessa. Aggiungere “intersex” a un gruppo LGBT deve significare un impegno a prendere azioni concrete che si riferiscano alle necessità specifiche delle persone intersex; qualunque cosa in meno è “tokenism”, una concessione puramente formale o un’affermazione semplicemente di moda che non darà benefici al movimento intersex.
Ricorda anche che non hai bisogno di cambiare il nome della tua organizzazione allo scopo di aiutare l’attivismo intersex: un’organizzazione LGBT può e dovrebbe lavorare sulle tematiche intersex proprio come dovrebbe lavorare su altre tematiche di giustizia sociale come l’antirazzismo e l’antisessismo. Ciò che conta è quello che fai, non come si chiama la tua organizzazione.
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Testo originale: Adding the “I”: Does Intersex Belong in the LGBT Movement?