Il nostro cammino di coppia gay nell’Azione Cattolica di Firenze
Riflessioni di Filippo T. del gruppo Kairós di Firenze
Fin dal nostro trasferimento a Firenze, ormai quasi tre anni fa, con Tommaso avevamo il desiderio di cercare nuovi spazi all’interno nella Chiesa diocesana. Per confrontarci con persone diverse, portando serenamente il nostro vissuto di coppia cristiana LGBT e il bagaglio di esperienze fatte in tanti anni di cammino nei gruppi della pastorale per cristiani omoaffettivi.
Lasciandoci come sempre guidare dalla Provvidenza e con l’intuito che a Tommaso non manca di certo, siamo approdati in Azione Cattolica, con la quale avevamo avuto un primo contatto qualche anno fa durante il nostro soggiorno romano, rimanendone positivamente impressionati già allora.
Dopo aver partecipato ad alcuni incontri per conoscere e farci conoscere, da novembre 2023 siamo ufficialmente iscritti, come nucleo familiare, all’Azione Cattolica fiorentina e aggregati all’associazione territoriale di base della parrocchia di San Francesco a Savonarola.
Confesso che anche se il clima generale della Chiesa di papa Francesco nei confronti delle persone LGBT è profondamente cambiato in questi ultimi tempi, aiutato anche dal cammino sinodale intrapreso, ugualmente non mi aspettavo una accoglienza come quella che abbiamo ricevuto.
Sin dai primi incontri a livello parrocchiale e successivamente alle assemblee diocesane durante le quali non è mancata l’occasione di un momento di confronto in gruppi ristretti, si è percepita la sensibilità e l’attenzione verso i temi dell’inclusione di tutte quelle persone che, ferite da esperienze di vita dolorose o segnate dalla propria affettività, continuano ad essere ancora ai margini della vita ecclesiale.
Dopo il tempo trascorso negli ambienti protetti dei nostri gruppi di credenti LGBT, sentire lo stesso slancio in un pezzo importante di Chiesa ufficiale, è stata una benedizione.
Pienamente consapevoli del passaggio epocale che la Chiesa sta vivendo, le donne e gli uomini di Azione Cattolica con il loro vissuto di sposi, genitori, educatori, si interrogano su come affrontare alla luce del Vangelo e del magistero ecclesiale le sfide che ci attendono in questa nostra società.
Un impegno che del resto è da sempre nel DNA di Azione Cattolica e che ne fa realmente «[…] Palestra e tirocinio ad un’integrità cattolica di pensiero e di condotta, alimentata da grande pienezza di vita interiore», come ebbe a dire Paolo VI nel 1966.
Una bella occasione per riflettere è venuta dal Ritiro d’inverno per adulti e famiglie A braccia aperte, svoltosi presso il Centro Comunitario Servizio cristiano a Casalguidi (PT) dal 16 al 18 febbraio scorso. La felice concomitanza con l’inizio di un tempo liturgico forte come quello della Quaresima ha favorito lo svilupparsi dell’incontro intorno al tema scelto dall’Equipe adulti, quello della Cura.
Avere cura, prendersi cura degli altri, di sé stessi, del creato, è stato il filo della riflessione lungo la quale siamo stati accompagnati da Donatella Pagliacci, filosofa morale dell’Università Cattolica di Milano e da don Gianluca Bitossi, assistente diocesano di AC e rettore del seminario arcivescovile di Firenze.
Argomento decisamente congeniale, consentitemi, quello della cura, per una coppia di credenti LGBT uniti civilmente da alcuni anni e che proprio tra i primi e più ricorrenti temi affrontati negli incontri di preparazione alla vita coniugale ha ragionato sul senso dello stare insieme in coppia da cristiani prendendosi reciprocamente cura l’uno/a dell’altro/a.
Ampliando l’orizzonte e approfondendo la prospettiva Donatella Pagliacci ci ha guidato verso una maggiore comprensione del concetto di cura declinato tra prossimità e distanza, mentre don Gianluca ha accompagnato la riflessione attraverso la meditazione di alcuni brani del vangelo di Marco.
Una atmosfera intima e accogliente ha permesso di vivere in piena comunione gli spazi di preghiera comunitaria e i momenti dedicati alla riflessione individuale, favorendo una autentica fraternità.
Tre giorni realmente a Braccia aperte, come recita il titolo del ritiro. A braccia aperte, come Gesù sulla Croce, come dovrebbe essere sempre la Chiesa, come dovremmo essere tutti noi cristiani, come dimostra di essere l’Azione Cattolica.