Il nostro cammino di persone Trans rivela l’amore di Dio per tutti
Testimonianza di Phoebe Carstens*, pubblicato su New Ways Ministry (Stati Uniti) in data 31 marzo 2025. Liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata.
Anni fa, durante un ritiro di preghiera immaginativa, ho preso una delle decisioni più importanti della mia vita: iniziare la mia transizione fisica.
Stavo seguendo un percorso spirituale basato sugli Esercizi Spirituali e avevo imparato a lasciare che la mia immaginazione mi guidasse in compagnia di Dio. Un giorno, mi sono ritrovato in piedi sulla riva di un fiume largo e sereno, di fronte a Gesù, che si trovava al centro dell’acqua.
Mi riconoscevo, eppure ero diverso. Il mio volto, riflesso nell’acqua, era più definito. La mia voce, quando ho salutato Gesù, era più profonda. E il mio petto – nudo e sereno sotto il sole caldo, proprio come quello di Gesù – era piatto. In quel momento, ho sentito una libertà immensa: niente vergogna, nessun peso, nessuna ansia.
Mi sentivo libero come il fiume, caldo come il sole. Per la prima volta, stavo vedendo me stesso come mi vedevo solo nella mia immaginazione, durante la preghiera. Era come se Dio mi stesse mostrando il vero me stesso.
Gesù non ha detto molte parole in quella preghiera, ma ricordo il suo sorriso pieno di gioia e la sua risata contagiosa. Ha aperto le braccia come per dire: “Eccoci! Puoi avere tutto questo se lo vuoi – qui c’è gioia, qui c’è pace, qui c’è finalmente il ritorno a te stesso. Vieni nell’acqua: qui puoi essere chi sei.”
Il giorno dopo, ho trovato il coraggio di parlare con i miei genitori e dire loro che volevo iniziare la terapia ormonale sostitutiva e, in futuro, affrontare l’intervento di chirurgia toracica.
All’epoca non conoscevo altri cattolici transgender. Sognavo – speravo – che ce ne fossero, da qualche parte. Pensavo spesso a uno dei miei mentori, un uomo cattolico gay più anziano con cui parlavo della mia esperienza. Una volta mi disse con sicurezza: “Siamo sempre stati qui, nella Chiesa, sin dall’inizio.”
Così, ho dovuto credere che ci fossero altre persone come me nella Chiesa, persone trans che erano la Chiesa, portando avanti una testimonianza che risaliva ai tempi antichi.
Ci sono voluti anni per dare un volto a quella speranza, per vedere persone trans dichiarare apertamente e con orgoglio la loro identità all’interno della Chiesa.
Anche per me ci è voluto del tempo per sentirmi abbastanza sicuro da fare lo stesso. Ecco cosa fa la visibilità: ci mostra che non siamo soli, che non siamo “fuori”, isolati o senza un posto.
Noi persone trans siamo qui, nella Chiesa. Siamo presenti, nelle aule di teologia, nelle scuole cattoliche, nei banchi delle parrocchie e nei cori. Siamo qui a proclamare la Parola di Dio la domenica, a cantare le sue lodi e a distribuire il Suo Corpo e il Suo Sangue.
Stiamo ascoltando la voce di Dio e rispondendo alla Sua chiamata. Nonostante proclami, documenti, ordini esecutivi e voci che ci vorrebbero nascondere, la voce di Dio è più forte e ci dice che apparteniamo.
La Giornata della Visibilità Trans (che si celebra il 31 marzo di ogni anno) rivela l’amore costante di Dio per la Sua meravigliosa e sorprendente Creazione. Rende visibile un Dio che ci chiama a esplorare, immaginare e lasciarci stupire.
Rende visibili le vite sante delle persone transgender di ieri e di oggi, e illumina il cammino dei santi trans di domani. Rende visibili le ingiustizie di violenza, discriminazione e cancellazione. Ci ricorda che abbiamo bisogno di giustizia, misericordia e incontri autentici. E ci dona la gioia di essere figli di Dio transgender.
Nella Giornata della Visibilità Trans prego che possiamo essere aperti a un Dio che ci svela la verità più profonda della nostra identità: siamo amati, siamo belli e siamo chiamati, con gioia, a essere noi stessi.
*Phoebe Carstens è una collaboratrice regolare di Bondings 2.0, il blog di New Ways Ministry dedicato alla costruzione di ponti tra la comunità LGBTQ e la Chiesa Cattolica.
Testo originale: Trans Day of Visibility Makes Visible God’s Abiding Love for ALL