Il perdono è prima di tutto verso noi stessi (Matteo 18:21-19:1)
Riflessioni di don Fabio
“Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome […] Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue malattie.” (Dal Salmo 102)
Matteo 18:21-19:1: “Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”
Si può vivere insieme solo dove ci si perdona, ma non con un perdono di facciata, di cortesia, quasi come se dovessimo dimostrare a qualcuno che è tutto a posto!!!
Non siamo perfetti, nessuno di noi, fino a prova contraria, lo è. Siamo cuori rotti che hanno bisogno di un profondo perdono per continuare a vivere. La parabola di oggi ci dice che, per assurdo, anche chi ha fatto esperienza di perdono, non sempre è in grado di perdonare.
Credo che la radice di tutto ciò stia in un “non riuscire a perdonare se stessi”. È come se portassimo una ferita nel cuore che continua a stillare sangue, goccia a goccia, fino a lasciarci senza vita. Se non riusciamo a riconoscerci “necessitanti” di perdono, di amore, di accoglienza, prima di tutto verso noi stessi, come possiamo pensare di poterlo fare con gli altri?!
Il perdono non è un concetto, una formula, una dottrina da imparare. Il perdono è come il respiro: se non respiro io per primo, soffocherò, e farò mancare l’aria a chi mi sta vicino!
Con affetto, Fabio!