Il pericolo concreto dei discorsi d’odio
Articolo di Carlos Andrés Muñoz* pubblicato sul sito Sentiido (Colombia) l’8 settembre 2016, liberamente tradotto da Gemma La Sorte
Una delle frasi che più ripetono quelli che dicono di “difendere la famiglia” (riferendosi a quella formata da papà, mamma e figli) è che dietro ai concetti di uguaglianza ed equità, sanciti dalla Costituzione politica della Colombia, si nasconda una “colonizzazione” di un’“ideologia di genere” che non esiste.
Un’“ideologia”, affermano, che una minoranza pretende d’imporre a una maggioranza (per semplice logistica, ciò risulta complicato). “I difensori” dicono che l’adozione egualitaria, e il matrimonio fra persone dello stesso sesso, dovrebbero essere determinati dal voto popolare. A queste premesse, si sommano le dichiarazioni d’odio da parte dei leader religiosi radicali.
Qurste persone hanno un’idea ridotta della democrazia, perché credono che una maggioranza possa decidere sull’uguaglianza dei diritti delle minoranze. Per evidenziare il pericolo causato dalle maggioranze che si avvalgono del diritto di decidere la sorte delle minoranze, ricorderò due fatti.
Il primo, il genocidio del Ruanda (Africa centrale). Lì il passato coloniale innescò una situazione sociale complessa, che ebbe come conseguenza lo scontro di due etnie: la minoranza Tutsi e la maggioranza Hutu, che portò a uno dei genocidi più terrificanti della storia recente.
Nel 1994 furono assassinate più di 500.000 persone appartenenti all’etnia Tutsi da parte degli Hutu. E anche se non si tratta di fare la differenza fra buoni e cattivi, questo genocidio non avrebbe avuto luogo se non fosse stato alimentato dai discorsi nei quali la maggioranza Hutu si riferiva in modo denigratorio nei confronti della minoranza Tutsi.
Sono discorsi che iniziano “argomentando” il perché una minoranza è inferiore o moralmente riprovevole, e che poi arrivano alla necessità di eliminarla.
In Colombia, la società conservatrice permeata di discorsi religiosi discriminatori percepisce l’uguaglianza dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e trans (LGBT) come una minaccia alla loro “superiorità”. Il genocidio del Ruanda non iniziò dalla sera alla mattina. In principio, poche persone avrebbero saputo calcolare le migliaia di vittime che si sarebbero sommate.
L’olocausto degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale fu, in buona parte, una conseguenza dei discorsi d’odio, e conobbe un avanzamento progressivo, non fu questione di giorni.
Per molti anni erano stati divulgati sedicenti studi che “evidenziavano” l’inferiorità degli ebrei. Prima di condurre gli ebrei e gli altri gruppi emarginati ai campi di concentramento, i discorsi d’odio riuscirono a convincere molte persone del pericolo evidente che essi rappresentavano.
“Creino scuole LGBT”
Queste idee di segregazione possono essere percepite nelle dichiarazioni di alcune persone, come la deputata di Santander, Ángela Hernández, che a W Radio affermò: “Creino scuole LGBTI per i genitori che vogliono che i loro figli vengano formati secondo questa concezione”.
Parole delle quali successivamente cercò di scusarsi, affermando che fu costretta a dirle nel mezzo dell’acceso dibattito in cui era l’unica a difendere una posizione “differente”.
Tuttavia, è la chiara fuoriuscita del subcosciente, che si sente limitato da ciò che oggi consideriamo riprovevole. Le sue parole furono discriminatorie e, se fossero state pronunciate in un luogo dove sarebbero state applaudite, non sarebbero state ritrattate.
Nella stessa intervista, la deputata mostrò la sua posizione omofobica quando Julio Sánchez Cristo le chiese se pensasse che un bambino con un orientamento sessuale non eterosessuale fosse immorale.
La deputata di Santander rispose che rispettava gli omosessuali, ma non credeva che esserlo fosse “un atto etico, morale e decente”.
La sua intolleranza e la sua mancata conoscenza della diversità sessuale e di genere, così come quella dei senatori che convocarono a un dibattito di controllo politico la ministra dell’educazione Gina Parody, sono gli ingredienti di quell’odio che ha causato tanta violenza.
Come educatore, ritengo più che necessario parlare della diversità, non solo sessuale ma di tutte le differenze esistenti, per contribuire alla costruzione di società più rispettose e inclusive.
Abbiamo bisogno di un paese dove ci sia spazio per tutte le persone, e dove insegnare il rispetto verso il prossimo non sia motivo di manifestazioni di protesta. Gli striscioni che si videro quel giorno e i commenti pubblicati sulle reti sociali sono il chiaro riflesso di come l’odio stia crescendo. Evitiamo ulteriori morti, soprusi e insulti. Educhiamo i nostri figli a una Colombia inclusiva e democratica.
* Carlos Andrés Muñoz è laureato in scienze sociali.
Testo originale: El peligro real de los discursos de odio