Il potere della Parola. “La lingua è un fuoco” (Giac 3, 5-6)
Riflessioni del Rev. David Eck Asheville* tratte da jesuslovesgays (Stati Uniti), 17 aprile 2012, liberamente tradotte da Adriano C.
“Una parola che esce dalla vostra bocca può sembrarvi poco importante, al contrario può non realizzare nulla così come potrebbe distruggere tutto quanto!
E’ sufficiente una scintilla per bruciare un’intera foresta. Una parola imprudente o sbagliata che sia uscita dalla vostra bocca ha il potere di farlo accadere.
Così il nostro discorso può rovinare il mondo, trasformare l’armonia in caos, gettare il fango sulla reputazione, gettare l’intero mondo in fumo e andarsene in fumo con esso” (Libera interpretazione di Giacomo 3, 5-6 tratta da The Message: The Bible in Contemporary Language di Eugene Peterson, Navpress Publishing, 2002).
Come ciascuno di noi che spende la maggior parte del tempo a lavorare con le parole, sono fin troppo consapevole del loro potere; sia in forma scritta che verbale.
Le parole, ci possono sollevare in alto o possono farci sentire come la poltiglia dello stagno.
Possono indurci ad alte mete oppure possono distruggere i nostri sogni e le nostre aspirazioni in un secondo. Le parole sono molto potenti, non c’è dubbio.
Sono convinto che ogni persona lesbica, gay, bisex e trans (LGBT) abbia una storia da raccontarci su come le parole li abbia feriti, talvolta oltre il punto di riparazione.
Ci sono un sacco di animi spezzati nella nostra tribù a causa delle parole che gli sono state lanciate contro, come bastoni progettati per farci sentire peggio che umani.
Sono sicuro che molti di voi come me, sono stati soprannominati in vari modi sia al liceo che all’università.
E’ un brutto posto la comunità LGBT per un adolescente. E’ uno dei motivi per cui il tasso di suicidi è così alto per i giovani della tribù.
Due anni fa ho partecipato ad un raduno nella mia città a sostegno dei diritti LGBT sui posti di lavoro.
Eravamo riuniti pacificamente quando, tutto ad un tratto, un predicatore pazzo si mise ad urlare direttamente in faccia a due lesbiche, scagliando contro di loro delle parole che non dovrebbero uscire dalla bocca di un uomo di Dio.
Le due donne avevano un’espressione stupita sui loro volti mentre cercavano di trovare la risposta da dare a questo pazzo furioso. La mia reazione istintiva fu quella di intervenire e rispondere al fuoco con il fuoco.
Tuttavia ho subito capito che non avrebbe voluto sentire quello che avevo da dire ed avrei sprecato il mio tempo.
Molti di noi si avvicinarono alla coppia suggerendo loro semplicemente di ignorarlo e andarsene via; ed è esattamente quello che hanno fatto.
E’ stata questa la risposta giusta alla provocazione? Ancora oggi, non sono sicuro che questa fosse la cosa giusta da fare. Voi che ne pensate?
Il mio approccio di base parlando agli altri è quello di non iniziare una conversazione con una persona che non ascolterà quello che io ho da dire.
Riservo alle loro parole la mia attenzione solo nel momento in cui loro fanno la stessa cosa con le mie parole.
Non riesco a trovare alcun valore nel rendere parole odiose ad altre parole odiose. Aggiunge semplicemente altre scintille al fuoco che già divampa nella foresta, il che non è proficuo per nessuno.
Il brano di Romani 12, 21 lo mette in questa luce: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene”.
Facciamo in modo che tutte le nostre parole contino nella vita. Abbiamo il potere di uccidere o di guarire.
Come useremo le nostre parole affinchè possano agire sulla trasformazione e guarigione della vita degli altri?
* Il Rev. David Eck Asheville della North Carolina (USA) è un pastore della Chiesa Evangelica Luterana d’America (ELCA). Oggi può raccontarsi, senza nascondersi, nel suo blog jesuslovesgays
Testo originale: Word Power