Il prete, le famiglie Lgbt e la veglia nella diocesi di Venezia per dire no all’omofobia
Articolo di Alice D’este pubblicato sul Corriere del Veneto del 18 maggio 2022, pag.
Venezia. Li aspetta sul sagrato, indica l’entrata. «Per di qua: l’incontro di oggi è in Chiesa, per la prima volta nella storia» sorride. Roberto Stevanato ha 75 anni. È un uomo molto cattolico. e da 20 anni si batte contro l’omotransfobia nella società civile ma soprattutto nella Chiesa.
Quando di anni ne aveva 55 suo figlio Francesco gli ha confessato di essere omosessuale. Pochi giorni dopo il parroco della chiesa che tutta la famiglia frequentava assiduamente ha rifiutato la comunione al sedicenne, davanti a tutta la comunità.
Ieri, per la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, Roberto e il suo gruppo di genitori cattolici di figli Lgbt hanno organizzato una veglia in chiesa. A ospitarli è stata la parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice della Gazzera per la prima volta nella storia della Diocesi di Venezia.
«Siamo nati nel 2019. ci chiamiamo Tutti figli di Dio” – spiega Stevanato – tra di noi d sono genitori c parenti cattolici di ragazzi, di giovani donne e uomini Lgbt. Siamo tutti genitori cattolici, frequentanti, con attività importanti in parrocchia, dal comitato di gestione della scuola materna, dove era mia moglie, al consiglio pastorale in cui ero io. E quando i nostri figli si sono aperti ci siamo trovati davanti alla pressione, alla distanza delle istituzioni. Il caso di mio figlio Francesco è emblematico».
Francesco quando ha capito di essere gay ha deciso di raccontarlo al parroco. Frequentava i gruppi parrocchia li, era molto credente cosi come i suoi genitori. E sperava di trovare un sostegno. «Appena ha finito a fatica di parlare, li parroco l’ha cacciato dal confessionale – dice Roberto Stevanato – e la domenica seguente gli ha rifiutato la comunione. Quando mio figlio, tra le lacrime, ci ha detto tutto questo ci siamo resi conto che qualcosa andava fatto».
La storia di Roberto Stevanato e di sua moglie è quella di molte famiglie cattoliche che si trovano schiacciate tra il dogma e l’amore per i loro figli. «L’amore per tuo figlio viene prima di tutto, anche di 55 anni vissuti in uno schema incontrovertibile – dice Stevanato – quando Francesco ci ha parlato gli abbiamo detto subito che per noi non sarebbe cambiato nulla. Volevamo però fare qualcosa perché anche nella società civile e soprattutto nella Chiesa cattolica le persone fossero veramente accettate così come sono».
Il gruppo di Venezia fa parte di una rete più ampia che si chiama «3VolteGenitori», sparsa in tutto il territorio nazionale da Torino a Ragusa. E che cerca di superare l’incomunicabilità tra gerarchie ecclesiastiche della chiesa e la vita vera.
«Ci sono un sacco di ragazzi cattolici che sono banditi dalle istituzioni religiose – dice Stevanato – questa accoglienza in chiesa e una conquista. È la prima volta che facciamo una veglia così in una chiesa cattolica».
Con loro, a guidare l’incontro ci sarà il parroco della Gazzera. «È stato nominato dal Patriarca come nostra guida spirituale, naturalmente monsignor Francesco Moraglia è informato di tutto, ci siamo presentati in modo ufficiale. Siamo qui per cambiare lo sguardo delle persone, per togliere le barriere e aprire i cuori».