Il Pride dei credenti. L’audacia di essere orgogliosi
Sermone del Rev. Elizabeth Leung tenuto alla Pine United Methodist Church (San Francisco, USA) il 3 giugno 2007, liberamente tradotto da Adriano C.
Sono molto orgogliosa di essere qui oggi a pregare Dio con tutti voi. La Pine United Methodist Church è stata un leader tra le chiese asiatiche americane della nazione per l’accoglienza alle persone lesbiche, gay, bisessuali e transessuali (LGBT) e per la loro piena partecipazione nella vita della chiesa. Ringrazio il Signore per il vostro impegno continuo ad essere una congregazione conciliare sin dal 1994.
E’ molto importante far sapere esplicitamente che questa chiesa potrebbe essere uno spazio sicuro dove poter pregare e servire, alla gente che ha sentito così tante storie orribili sulle chiese asiatiche americane da ritenerle meno che un santuario per le persone lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT).
Se solo tutte le chiese asiatiche americane progressiste avessero scelto di rendere tale impegno, al fine di combattere le ingiustizie e le violenze dell’omofobia così palesi nella nostra società. Se solo tutte le persone progressiste, insieme alle persone LGBT, avessero continuato ad comprendere e diventare ancora più consapevoli della incontrollata e interiorizzata omofobia tra di noi.
Sulle persone LGBT qui presenti oggi, per una domenica nell’anno, ci siamo focalizzati oggi, in modo che tutti possano rendere grazie per i molti modi in cui la Grazia di Dio ci ha sostenuto nella nostra vita e nelle nostre storie, così come durante le perdite dell’anno scorso.
Lasciatemi iniziare parafrasando il brano di Romani 5 in una preghiera. Preghiamo. O Dio, ti ringraziamo perchè ci hai giustificati con la fede. Tramite il nostro Signore Gesù Cristo abbiamo da te la pace, per il suo tramite abbiamo ottenuto l’accesso a questa grazia nella quale ci troviamo ora, e ci vantiamo nella speranza di condividere la tua gloria.
E non solo, potresti onorare le nostre sofferenze sapendo che la tribolazione produce pazienza e la resistenza produce il carattere, e il carattere produce speranza e la speranza non delude, perché il tuo Amore è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato. Amen.
Domenica di Gay Pride. Non so quanti anni fa è stato che, per la prima volta, udii queste parole ed ho associato le parole a tutte le immagini sgargianti che si possono trovare di solito in una parata del Pride. Per me, essere così esplicitamente orgogliosi di se stessi è stato sempre contrario al l’educazione in cui sono cresciuta.
Mia madre mi ha insegnato ad essere sempre umile. “Tieni aperti i tuoi occhi e le tue orecchie ed impara. Tieni la bocca chiusa e non parlare di te e delle tue opinioni”. Oppure “Le lodi altrui sono parole a buon mercato per cui non prenderle a cuore”. Uno degli effetti di essere educata in famiglie questa è, che da adulto, ci vuole molto, molto tempo ad imparare a fare prontamente dei complimenti genuini, e a sentirsi a proprio agio nel riceverli. Crescere Cattolici in più non ci aiuta.
Il peccato di orgoglio è il primo nella lista dei sette peccati capitali. Secondo il dizionario della spiritualità cattolica, il peccato di orgoglio è segnato da un’auto esaltazione che oscura non solo la sovranità di Dio e il valore degli altri ma anche un apprezzamento della propria intimità.
A differenza della sana stima di sè o ad un giustificabile orgoglio per un particolare talento divino accordato e le sue realizzazioni, il peccato di orgoglio spesso comporta indifferenza o disprezzo per le idee e i giudizi diversi da quello d’origine. Un aspetto principale della superbia è la vanagloria, che comprende lo sforzo disordinato per mostrare l’eccellenza propria e l’insaziabile bisogno di approvazione. Si tratta di una grande occasione per l’auto-inganno.
Bene, NON è di questo orgoglio di cui stiamo parlando oggi. Assolutamente. Quando si tratta di essere LGBT, oserei dire che molti sentono il bisogno di essere orgogliosi della propria sessualità, proprio a causa della vergogna cronica che li circonda.
All’inizio dell’educazione sociale, la gente LGBT impara a provare vergogna per la propria sessualità in un modo diverso dagli altri. Quando scopri di non essere attratto dall’altro sesso, come succede alla maggior parte della gente, ti rendi conto che non solo sei diverso, ma che sei in minoranza e che si può essere anche ridicolizzati e attaccati. Alcuni lo tengono per sè, perché non vogliono essere esposti. La gente della chiesa lo sa questo, ma non ne vuole parlare. Tuttavia, la vergogna repressa non rimane in silenzio.
Come scritto da James e Evelyn Whitehead in “Ombre del cuore; una spiritualità di emozioni dolorosa” (Shadows of the Heart: a Spirituality of Painful Emotions) quando la vergogna viene nascosta, chiama altre emozioni a parlare per essa. Come l’ansia. Una persona può sentirsi costantemente impaurita. In un’altra persona la vergogna si esprime con la rabbia. In un’altra ancora, la vergogna parla attraverso reazioni compulsive.
La vergogna non è individuale, bensì familiare. Quando un membro della famiglia allargata è tormentato dal silenzio e dall’ansia, come può il resto della famiglia continuare a negare e a dire: “Per favore continua a sacrificarti per noi, in modo che nessuna vergogna colpisca la famiglia”?
Quando un membro del corpo di Cristo soffre di clandestinità e di rabbia, come può il resto vivere in falsità e dire: “La sofferenza è un bene per te, perché questo è l’ordine dalla visione biblica del mondo e dell’autorità teologica così come ci viene insegnato”?
Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Ho ancora tante cose da dirvi… quando lo Spirito di verità giungerà, vi guiderà a tutte le verità”. Lo Spirito di Gesù ha guidato i suoi discepoli nella comprensione della verità che la sua gloria risiede nella sua morte avvenuta tramite la crocifissione e resurrezione. Questo stesso Spirito di verità continua a guidare la Chiesa a capire che cosa significa credere in Gesù Cristo, cioè, cosa significa essere un discepolo e vivere secondo i valori evangelici della giustizia e compassione. Anche se si tratta di questioni di interpretazione biblica.
Il gruppo LGBTQ di studio biblico qui a Pine UMC ha studiato i passaggi “che fanno male”. I passaggi “che fanno male” sono le scritture che vengono utilizzare per colpire le persone LGBT sulla testa, per così dire. Vengono usati, o abusati, per torturare la psiche e ammaccare lo spirito delle persone LGBT, tutto nel santo nome dell’autorità biblica.
Negli ultimi 50 anni circa, la cosiddetta interpretazione biblica “oggettiva” di questi passaggi, che viene dichiarata con tanta certezza dai secoli passati, si è dimostrata di operare nella posizione privilegiata di un punto di vista eterosessista. Naturalmente non tutti gli eterosessuali sono eterosessisti, ma solo quelli che considerano il loro orientamento sessuale e il loro comportamento quale norma culturale esclusiva. Questi eterosessisti continuano a reclamare che i passaggi biblici selezionati trascendono il loro contesto culturale e condannano universalmente l’omosessualità.
Per quelli di noi che fondano la propria fede su Gesù Cristo e cercano di vivere i valori del Vangelo, la preferenza è quella di leggere le scritture attraverso la lente della giustizia, della pace e della compassione di Gesù.
Nelle parole della lettura dei Proverbi che avete sentito in precedenza, la Sapienza di Dio grida a tutti in qualsiasi tempo di parlare delle ingiustizie della nostra cultura di maggioranza. Questo significa che la sapienza di Dio è limitata dalle circostanze culturali? Gesù Cristo è la Parola di Dio che ci è stata donata incarnata in un ebreo della colonia Romana del primo secolo in Palestina. Le Scritture sono le parole di Dio che ci arrivano dalla “carne” di antichi Ebrei e antiche culture Greco-Romane. Questa è la logica e la saggezza di Dio.
Nel classico devozionale “Tutto il mio possibile per la sua Grandezza” (My Utmost for His Highest) di Oswald Chambers, egli dice: “La vita spirituale è la vita di un bambino. Non siamo incerti di Dio, siamo incerti di ciò che Dio farà dopo. Se le nostre sicurezze sono solo nelle nostre convinzioni, abbiamo sviluppato un senso di auto-giustizia, che comincia a diventare eccessivamente critica, ed è limitata dalla visione che le nostre credenze siano complete e stabili”.
Lo Spirito di Gesù risorto continua ad insegnarci a leggere e a comprendere le Scritture attraverso la “carne” del contesto culturale attuale. Nel frattempo, la gente LGBT non aspetta che la polvere del dibattito biblico si risolva, per poter iniziare a vivere la fede in Dio. Lo Spirito di Gesù è anche assistito dai cuori dei cristiani LGBT.
Ci rendiamo conto che siamo davvero in pace con Dio per mezzo di Cristo. Siamo in grado di stare in questa grazia e ci vantiamo nella nostra speranza di condividere la gloria di Dio. Ma ancor più fondatamente, cioè radicalmente, lo Spirito è testimone dei cuori di molte persone LGBT di qualsiasi spirtualità, che la verità è che siamo creati ad immagine di Dio, proprio come tutto il resto dell’umanità.
Da questa verità arriva l’audacia di essere orgogliosi. Perché Dio è amore e, la rivelazione dell’essere stati creati a immagine di Dio, significa che l’amore è la ragione della nostra esistenza. Altri possono tollerare la nostra esistenza e continuare con i loro discorsi di amore per i peccatori e odiare il peccato. Ma non fateci colpevoli, cioè, mancanti della volontà dell’amore di Dio verso di noi.
Mettiamo in pratica questa verità della nostra esistenza davanti a Dio, con l’audacia di essere orgogliosi. Orgogliosi di noi stessi a causa della grazia creativa di Dio. Orgogliosi della nostra sessualità davanti a Dio. Dal Santo che ha creato la nostra sessualità ci arriva la sorgente del nostro orgoglio. Questa verità è la guarigione della vergogna per noi, in modo da poter cominciare ad apprezzare veramente la nostra essenza divina che è in Dio.
Siamo salvati da un disperato bisogno di piacere agli altri. Siamo salvati dalle altre sofferenze che ci hanno coperto e intorpidito il nostro dolore senza nome. La vergogna può diventare nuova consapevolezza di se stessi. Possiamo essere liberi di tornare a noi stessi; reali, limitati, fragili. Profondamente umani.
Siamo in grado di vantarci nelle nostre sofferenze, non come vittime assecondando coloro che ci opprimevano, ma come testimoni di un’ingiustizia inflitta su di noi. Siccome sopportiamo le perdite, il tradimento e il rifiuto che accompagnano la nostra vita perché cerchiamo di vivere nella verità, noi abbiamo fiducia che Dio è colui che non dimentica. Possa questa sopportazione produrre altrettanta compassione piuttosto che amarezza nelle nostre vite, in modo che anche noi possiamo avere compassione per altri popoli oppressi, e quindi permetterci di vivere il pieno intento d’amore di Dio per tutti, attraverso lo Spirito Santo.
E così siano le pratiche della nostra spiritualità: l’audacia di essere orgogliosi, la guarigione dalla vergogna, la libertà di essere reali, il ricordo delle perdite e l’insistenza della compassione. Profondamente umano. Profondamente divino.
(Proverbi 8:1-4, 22-31, Romani 5:1-5, Giovanni 16:12-15)
Testo originale: The Audacity to be Proud