Il profumo di Dio per gli altri. Un weekend per imparare a essere testimoni di speranza
Riflessioni di Paolo Spina sul ritiro online per Giovani Cristiani LGBT “Pronti a rispondere della speranza che è in voi” (27-29 Novembre 2020)
C’era una settimana piena di lavoro e incombenze. E poi c’era un weekend programmato da tempo, dal 27 al 29 novembre, sui colli di Bologna, con amiche, amici e volti nuovi da conoscere. Ma un virus, che di regale ha solo una corona, ha trasformato una colorata e sorridente rimpatriata in una piattaforma online, e la fatica della routine bisbigliava: “Suvvia, cosa sarà mai un ritiro tra Meet e Zoom. col portatile sulle ginocchia, la Bibbia sul divano, alla ricerca di una buona connessione dati e, più affannosamente, della voglia?”.
Menomale che le Dioincidenze, volto simpatico della Provvidenza, non si lasciano spaventare e, attraverso qualche click, regalano tanto. Tutt’altro che spiaggiato sul divano, insieme ad amiche e amici vecchi e nuovi, ho camminato; sì, proprio così, ho camminato lungo un sentiero tra due panorami: il desiderio e la speranza.
Il desiderio guarda al domani, sospinge lontano: è quella cosa per cui ti alzi al mattino e vuoi che sia meglio di ieri; quella cosa per cui sei contento di impegnarti nello studio o nel lavoro per il benessere tuo, di chi ami, degli altri; quel seme buttato nel cuore che ti permette di guardare al futuro cercando il bello, il meglio.
Ma tutto questo sarebbe soltanto sogno, ombra, finzione, menzogna che ti blocca dove sei, senza l’altro panorama: la speranza.
La speranza, essendo il fondamento del desiderio, si volta indietro: spero perché ho già visto che quel bene che desidero è già stato sparso, nella storia non solo dell’umanità, ma anche della mia, personalissima; perché i miei occhi l’hanno già visto, le mie orecchie l’hanno ascoltato, l’ho toccato, accarezzato, con le mie mani; perché ho già assaggiato la vita come buona, veramente buona.
Tra questi due panorami c’è il sentiero lungo il quale ciascuno cammina: l’oggi. Anche l’oggi si deve dare una forma, un contenuto, perché non vada sprecato e non perda significato. Anche l’oggi ha questa bella fatica – l’apostolo Paolo direbbe: buon combattimento – da fare. Oggi significa testimonianza: testimonianza è quando gli altri si accorgono che le nostre esistenze non sono vaghe, che noi non siamo viandanti tra utopie che ci confondono, ma pellegrini con una méta chiara, anche quando non conosciamo bene la strada.
Abbiamo nel cuore una speranza e un desiderio, che modellano la testimonianza, e l’apostolo Paolo chiama questa testimonianza profumo: “Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza! Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo” (2Corinzi 2,14-15a).
Di un buon profumo si avverte la delicatezza: non lo tocchi, ma ti fa sorridere, ti fa sentire più bello, più pulito, “a posto”. Oggi più che mai abbiamo bisogno di una testimonianza che cerca e fa bene il bene; pur essendo discreta, impalpabile – come, appunto, il profumo – quando c’è, te ne accorgi; è come il vento, come lo Spirito Santo, che non sai da dove viene e dove va, ma soffia dove vuole e, anche scombinando ciò che si è sempre fatto così, opera cose grandi.
Questo tempo di ritiro, più che risposte, mi ha offerto, ancora più care, domande: qual è il mio vero desiderio, e su quale speranza lo fondo? E oggi, quale testimonianza posso dare, discreta e concreta, come uomo, come cristiano, come battezzato, come omosessuale, tutto in sapiente armonia, perché altri siano sostenuti nel loro desiderio e nella loro speranza? Ecco, il valore di queste domande è prezioso, è bello. Come un buon profumo.
> Dal ritiro “Pronti a rispondere della speranza che è in voi” (Testi e riflessioni)
> Testimonianze sul ritiro “Pronti a rispondere della speranza che è in voi” (27-29 Novembre 2020)