Il Quinto Comandamento: apprendi la gratitudine
Riflessioni sull’Ebraico e il pensiero biblico di Giuseppe Messina* (Seconda parte)
Giuseppe fu nominato intendente ovvero funzionario amministrativo di Putifar. Questi non gli chiedeva conto di niente, ma solo del “pane che mangiava”. Gli esegeti si sono chiesti cosa significhi questa locuzione. La loro risposta è: la moglie di Putifar era la sola “cosa” che Giuseppe non aveva il diritto di “consumare”.
Il testo afferma ancora: Giuseppe venne nella casa di Putifar per “fare il suo lavoro”. I commentatori concludono che il suo “lavoro”, consisteva nel rendere omaggio alla sua padrona, dal momento che si era lasciato sedurre. Solo nel momento dell’atto, Giuseppe s’interruppe e abbandonò la sua veste correndo nudo per le strade. Perché non è andato fino in fondo alla sua passione e si è fermato?
Perché nel momento in cui sta per soccombere, vede davanti a sé l’immagine di suo padre Giacobbe. O meglio, sempre secondo gli esegeti, gli appaiono gli insegnamenti di suo padre e in particolare uno fondamentale che troviamo al capitolo 37 del Genesi, quando Giacobbe dice a suo figlio Giuseppe: “Va’ a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il bestiame”. Il medesimo termine (shalom, “come stanno”, significa anche, come molti sanno, “pace”) è adoperato per il bestiame e per i fratelli. Per quale ragione vengono assimilati?
Il bestiame fornisce molteplici doni: lana, latte, carne, pelle etc. E Giacobbe è cosciente e riconoscente di tutto ciò al suo gregge. Questa riconoscenza, la necessità di rendere il bene ricevuto con altro bene è fondamentale. L’ingratitudine è uno di quegli atteggiamenti che, nella tradizione ebraica, esclude dal popolo e non consente di farne parte. Viceversa, la gratitudine rende possibile integrarsi nel popolo.
Chi “torna a Dio” deve possedere questa qualità: la gratitudine. Giuseppe ricorda questo insegnamento nel momento in cui sta per tradire la fiducia del suo padrone soccombendo alle avances della moglie.
Al di là dell’inganno, cadrebbe nell’ingratitudine. La sua lealtà, del resto, verrà ricompensata, poiché Giuseppe sposerà la figlia di Putifar.
* Giuseppe Messina è docente ordinario di filosofia e storia presso il Liceo Scientifico N. Copernico di Bologna e dal 12 marzo 2010 è presidente-fondatore dell’Associazione Amicizia Ebraico Cristiana (AEC) di Bologna, già membro dell’AEC della Romagna. Scrive articoli sul Bollettino dell’AEC di Firenze. Dal 2006 studia Ebraico biblico presso la Fraternità Charles de Foucauld di Ravenna con la maestra Maria Angela Baroncelli Molducci. Ha insegnato Ebraico biblico e Pensiero ebraico presso il Collegio San Luigi dei Padri Barnabiti di Bologna e presso il Centro Poggeschi dei Padri Gesuiti di Bologna.