Il ruolo della donna nella Bibbia e nella chiesa cattolica oggi
Articolo tratto da Castello7, lettera settimanale ai parrocchiani, anno 26°, n. 20, del 12 marzo 2017
Nell’antico testamento il ruolo della donna era soprattutto quello di sposa e di madre. Ruolo che le affidava il grave e onorevole compito della soprintendenza della casa e dell’educazione dei figli in tenera età. E sebbene fosse considerata “ornamento del marito“, tuttavia le erano riconosciuti, a differenza dei popoli circonvicini, una certa indipendenza e i diritti della persona. Ed anche se non aveva alcun ruolo sacro nel culto del tempio e della sinagoga, tuttavia emergono nella storia figure gigantesche di donne sia per la statura personale sia per la fede nel Dio di Israele sia per le gesta compiute, come Rut, Debora, Giuditta, Ester, Ulda…
Con l’andare del tempo però specialmente nel tardo giudaismo la figura femminile perse sempre di più di importanza tanto che nella preghiera quotidiana del buon israelita si dice: “Benedetto sii tu, Dio nostro, per non avermi fatto né pagano, né donna, né ignorante” e la donna dice: “Lodato sii tu, o Signore, che mi hai creata secondo la tua volontà”.
Gesù e le donne
Nel nuovo testamento si nota, specialmente negli scritti più vicini alla vicenda di Gesù un cambiamento nell’atteggiamento nei confronti della donna come mostra chiaramente l’episodio dell’adultera, che leggiamo nel vangelo di Giovanni (Giov. 8,1-11).
Gesù si intrattiene con le donne, impartisce loro insegnamenti non curandosi delle prescrizioni rabbiniche che lo vietavano (Luca 10,39; Giov. 4,27) e si rivolge a loro con la premura con cui ricerca i “piccoli del regno”.
Riconosce pari dignità tra uomo e donna (cfr. Luca 13,16) ed è ad una donna, e per di più straniera, che rivolge il più grande elogio per la fede (Matteo 15,28).
Anche nei detti sul matrimonio Gesù ignora la differenza tra uomo e donna per quel che riguarda la fedeltà rifacendosi espressamente al racconto di Genesi 1 (Mc. 10,2-12).
Le donne sono le destinatarie privilegiate delle apparizioni del risorto e le prime testimoni della resurrezione (Luca 24, 1-9).
Le donne e la prima comunità cristiana
Nella prima chiesa le donne occuparono fin da principio un posto particolare sia perché la prima chiesa si radunava in casa di Maria, madre di Giovanni Marco (Atti 12, 12), e di altre donne che sono discepole di Cristo come i maschi perché segnate dallo stesso battesimo e riempite dello stesso Spirito.
L’apostolo Paolo, nonostante alcune limitazioni che sembrano più influenzate dalla necessità di non scandalizzare, riconosce alle donne anche il carisma della profezia (1 Cor. 11,5) e nella lettera ai Romani Paolo raccomanda «Febe, sorella nostra, “diacono” (così nel testo greco) della Chiesa di Cencre» (16,1).
E nella chiesa di oggi?
Nella Chiesa di oggi – ha detto padre Arturo Sosa, nuovo preposito generale dei gesuiti, – «ci sono idee diverse sul ruolo che le donne devono avere. Come ha detto Papa Francesco, le donne hanno un fondamentale ruolo nel difendere la fede, sono fonte di forza nella società, insegnano. Va promosso il ruolo della donna nella famiglia, ma anche va promosso il loro contributo nella Chiesa e nella vita pubblica».
Idee che traggono forza dalla Genesi, dove Dio ha creato uomo e donna a sua immagine, e dal rapporto che Gesù aveva con le donne.
Un cammino difficile
«Papa Francesco è stato piuttosto esplicito nel dire che le donne devono assumere ruoli di responsabilità anche laddove si prendono decisioni nella Chiesa. Ha anche creato una commissione sul diaconato femminile, per esplorarne la storia e il ruolo».
Ma «se siamo onesti sappiamo che la pienezza della partecipazione delle donne nella Chiesa non è ancora arrivata», ha aggiunto Padre Sosa. «Tale inclusione porterà … a lavorare con più impegno per sviluppare una teologia della donna: io aggiungerei, una ecclesiologia che includa le donne nei ruoli dove dovrebbero essere coinvolte… L’inclusione delle donne nella Chiesa è anche un modo creativo per promuovere i cambiamenti di cui ha bisogno».
È necessaria una nuova ecclesiologia
«Una teologia e una ecclesiologia che coinvolga di più le donne può cambiare l’immagine, il concetto e la struttura della Chiesa, può spingere la Chiesa ad essere sempre più popolo di Dio, come ha stabilito il Concilio Vaticano II. La creatività delle donne può aprire nuove vie per essere comunità cristiana di discepoli, uomini e donne insieme testimoni e predicatori della buona notizia.
Rivitalizzando il Concilio e portando al centro dell’attenzione i poveri, Papa Francesco sta dando alle voci delle donne più possibilità di essere ascoltate. In questo sforzo contro il clericalismo, e l’elitarismo e il sessismo che vi sono connessi, il Papa cerca di aprire la Chiesa a voci fuori dal Vaticano. L’opposto del clericalismo è la collaborazione».
(le parole di Padre Sosa sono riportate da “la stampa” dell’ 8 marzo 2017)