Il “si” di Roger et Philippe. L’esperienza di una coppia gay sposata in una chiesa protestante
Articolo di Cathy Gerig pubblicato sul sito del settimanale protestante Réforme (Francia) il 24 maggio 2022, liberamente tradotto da Flavia Piepoli
“Il vostro è peccato mortale.” La frase buttata lì dal parroco risuona ancora nella testa di Roger Roth-Genitrini. Chierichetto fino a 21 anni e molto vicino alle suore benedettine, ha sempre desiderato sposarsi in chiesa. “Era molto importante per me”, conferma.
Quando ha deciso di unirsi con Philippe Genitrini, l’alsaziano si è ovviamente rivolto al curato della parrocchia dove era cresciuto e aveva fatto sia la prima comunione che quella solenne. “Andavo a messa tutte le domeniche e mi impegnavo moltissimo, anche se mi avevano isolato”, racconta.
Sentendosi non gradito, ha anche pensato all’apostasia. “In un’altra parrocchia dove il prete era più giovane”, si è scontrato con un altro rifiuto. “Non posso” gli ha risposto il religioso, a cui aveva raccontato il suo percorso e la sua voglia di sposarsi davanti a Dio.
Durante i funerali di un militante di “SOS homophobie”, Roger Roth-Genitrini ha ascoltato la predicazione di due pastori, il pastore della chiesa protestante Saint-Guillaume di Strasburgo e una consorella svizzera.
“Mi ha stupito sentir parlare così bene di un omosessuale”, confida lui ancora emozionato. Philippe Genitrini è un po’ meno sorpreso. “È stato battezzato cattolico, ma è sempre stato più vicino ai protestanti”, precisa quello che è diventato suo sposo a inizio maggio.
“Un vero desiderio religioso”
Dopo essersi premurato di chiedere al pastore Daniel Boessenbacher di unirli in matrimonio, Roger ha finalmente ottenuto una risposta positiva. “Se le persone vengono a chiedermi di sposarle, è perché hanno un vero desiderio religioso”, ha commentato Daniel.
Quando fece domanda per entrare nella chiesa protestante Saint-Guillaume di Strasburgo, era consapevole di cosa lo attendesse. “L’Antenne inclusive fa parte del progetto parrocchiale. Si tratta di un gruppo che milita per un’apertura della Chiesa agli LGBTQIA+”, precisa il protestante.
La preparazione al matrimonio ha avuto luogo come per qualunque altra coppia. “Il libro è rivolto principalmente alle coppie etero, stiamo lavorando alla redazione di un documento più inclusivo”, annuncia inoltre Daniel Boessenbacher. Per quanto riguarda il matrimonio, si è svolto in maniera molto classica.
“Sono abituato ad agire a seconda delle persone che ho di fronte. Un matrimonio classico era perfetto” per Roger Roth e Philippe Genitrini. “Mi sembrava importante non trattarli in modo diverso da una qualsiasi coppia eterosessuale”.
“A braccetto con la mamma”
Il giorno X, “fino all’ultimo non sapevano come sarebbero entrati in chiesa. Alla fine, sono arrivati a braccetto con le loro mamme”, racconta il pastore. Se per lui quella storia è “bella quanto tutte le altre (che lui) ha officiato”, sottolinea anche che quella cerimonia corrispondeva a “riconoscere che il loro amore è legittimo quanto quello delle altre coppie.”
D’altra parte, la menzione “messa” riportata sugli inviti ha stupito molto gli invitati. “Molti hanno telefonato”, per assicurarsi che non si trattasse di un errore. “E mamma per prima ha temuto che avessimo assunto un attore”, riporta Roger Roth-Genitrini. Ma a braccetto con suo figlio per condurlo davanti al pastore “ne era fiera, è stato magnifico”.
“Ho fatto pace”
Da quel giorno, il novello sposo si è “un po’ tranquillizzato”. “Quando il pastore ha posato le mani su di me, qualcosa è successo. Dopo tanti anni di sconforto, ho fatto pace con Dio”, conferma, lui che ha ripreso ad andare a messa.
Ora spera che la sua storia possa aiutare altre coppie che desiderano qualcosa di più di una benedizione data di nascosto in una cappella. Un’unione in sordina, Roger Roth-Genitrini “non la voleva”.
Testo originale: «Homosexualité: Roger et Philippe ont pu se marier à l’église… protestante »