I risultati del Sinodo? Siamo ancora all’inizio
Editoriale pubblicato sul sito del settimanale Catholic Herald (Gran Bretagna) il 21 ottobre 2014, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La maggior parte dei media ha parlato del Sinodo sulla famiglia nei termini di una implicita metafora sportiva: c’era due parti ben definite, i Progressisti e i Conservatori, capitanate rispettivamente dal cardinale Walter Kasper e dal cardinale Raymond Burke. I Progressisti si sono portati subito in vantaggio, ma i Conservatori hanno reagito con grinta e hanno vinto in zona Cesarini. Ora aspettiamo la rivincita ad ottobre 2015.
Il cardinale Vincent Nichols preferisce un’analogia più raffinata. Il processo sinodale, come ha avuto spesso modo di dire, è come un concerto. Il Sinodo sulla famiglia, terminato domenica scorsa [19 ottobre 2014 n.d.t.], è solamente il primo movimento.
“Ora succede che ci sarà un secondo movimento, che secondo tradizione sarà moderato, in cui ascolteremo con maggiore attenzione e parleremo di queste cose a casa nostra, nelle nostre diocesi. Poi, il prossimo ottobre ci sarà un terzo movimento, che spesso contiene temi forti.
E poi ci sarà il finale, ovvero la parola di papa Francesco.” Ma se il Sinodo sulla famiglia è come un concerto, le note dell’ouverture sembravano composte da Schönberg più che da Haydn, erano stridenti e dissonanti più che eleganti e armoniose.
Vogliamo offrirvi un’altra metafora: il rapporto finale del Sinodo è come un’icona incompiuta. Durante le due settimane di dibattiti i padri sinodali hanno dipinto lo sfondo dorato e poco altro. Devono ancora cominciare la parte più difficile: dipingere un ritratto di Gesù che possa parlare al mondo contemporaneo, un mondo che ha tutto ma che ha dimenticato Lui.
I pittori di icone dicono che la preghiera è essenziale per il loro lavoro, e così i vescovi si sono presi un anno di pausa per riflettere prima di incontrarsi di nuovo per un secondo e più grande Sinodo sulla famiglia. Anche noi dovremmo pregare perché i padri sinodali creino un’immagine di Cristo che sia irresistibile. Sarebbe troppo facile adottare inconsciamente la metafora sportiva e tifare per la nostra parte preferita, come se il Sinodo fosse poco più di un intrattenimento, un gioco intertribale.
Chiunque dubiti della capacità dei vescovi di completare l’icona dovrebbe leggere il rapporto finale definitivo invece di affidarsi ai commenti. (Purtroppo il Vaticano non ha pubblicato immediatamente la traduzione ufficiale in inglese, che dovrebbe però apparire sul suo sito questa settimana.)
Il testo finale è molto più radicato nelle Scritture del controverso rapporto di “medio termine” ma è comunque, inconfondibilmente, un testo tipico dell’era di papa Francesco, che esprime il suo urgente desiderio di accogliere tutti tra le braccia amorevoli del Padre. Un’icona incompiuta può sembrare una cosa allarmante, ma dovremmo essere fiduciosi nel fatto che Dio risponderà alle nostre preghiere e che, quando l’immagine sarà finalmente completata, la gente del nostro tempo – i nostri amici, il nostro prossimo – vedrà uno sfolgorante ritratto di Cristo che non potrà lasciarla indifferente.
Testo originale: Catholic Herald View: It’s too early to write off the synod as a failure