Verrà il giorno in cui tutte le persone LGBT verranno accettate. Il sogno di un gesuita
Articolo di Madeline Foley* pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 3 agosto 2020, liberamente tradotto da Silvia Lanzi
In Spagna un sociologo gesuita ha espresso il suo sostegno alla comunità LGBTQ pubblicando una lettera in favore dell’uguaglianza LGBTQ. La lettera è stata postata sul sito che si occupa del ministero pastorale della settimana del Pride di Madrid, all’inizio di luglio.
Come riportato da Novena News, padre José María Rodríguez Olaizola SJ ha scritto la lettera “Un giorno il Pride non sarà più necessario”.
La lettera inizia riflettendo sulla mancanza di sfilate durante il Pride di quest’anno, dovuta alla pandemia di coronavirus. Olaizola sottolinea che parte della comunità LGBTQ “rimpiangerà la mancanza di questa esplosione di pubblicità e visibilità”, mente altri saranno felici dell’opportunità di poter utilizzare altre vie per ottenere l’uguaglianza delle persone LGBTQ.
Olaizola ci mostra una visione escatologica: il giorno in cui non ci sarà più “bisogno del Gay Pride, e di nessun’altra manifestazione a favore di qualcuno”. In questo futuro utopistico “ognuno riconosce la dignità delle persone, di ogni persona, senza che l’orientamento sessuale sia qualcosa che mini tale dignità, o che sia qualcosa che causi problemi”.
Secondo Olaizola, arriverà il giorno in cui “come Chiesa, avanzeremo verso un’integrazione più ampia e migliore, accogliendo ed accettando la realtà delle persone omosessuali, dei loro bisogni e del loro diritto all’amore, e supereremo l’incomprensione che ancora esiste in alcuni fedeli nei confronti delle persone LGTBQ”.
Olaizola è consapevole che quel giorno non è ancora arrivato: “Nella Chiesa c’è ancora troppo silenzio di fronte a certe dichiarazioni, ed una terminologia che non corrisponde alla realtà pastorale delle nostre comunità, parrocchie, gruppi e spazi di accompagnamento.
“Ci sono troppe persone che riducono l’orientamento sessuale alla ideologia del gender, e fanno diventare quest’ultima un alibi per non ascoltare le testimonianze di molti omosessuali cristiani, che chiedono solo di sentirsi un po’ più a casa all’interno della comunità. Troppe maldicenze e troppe poche benedizioni.
“Ogni persona dovrebbe essere orgogliosa di essere come Dio l’ha creata. Perché, in fin dei conti, l’omosessualità o l’eterosessualità non sono decisioni capricciose: sono una parte (e solo una parte) di ciò che una persona è”.
La lettera di Olaizola, e il fatto che sia apparsa su un sito dei gesuiti spagnoli, sono segni importanti del fatto che la leadership cattolica mostra pubblicamente appoggio per la comunità LGBTQ. Questo appoggio, “chiaro” e aperto, all’uguaglianza delle persone LGBTQ è un passo verso il raggiungimento di quel giorno di cui sogna Olaizola, quando ognun* potrà essere orgoglios* di essere esattamente la persona che Dio ha creato.
* Madeline Foley sta ultimando gli studi umanistici all’Università Notre Dame, nell’Indiana, dove si occupa dei “grandi libri”. In precedenza si è occupata di teologia delle migrazioni, di dialogo interreligioso e dell’incrocio del femminismo e della liberazione queer con la teologia.
Testo originale: Spanish Jesuit Issues Pride Week Letter in Support of LGBTQ Equality