Il Sud Italia nelle Cronache di Ordinaria Omofobia

Riflessioni di Massimo Battaglio per il progetto Cronache di ordinaria omofobia

Nella scorsa settimana sembra essere avvenuto un solo episodio di omofobia che però ha colpito sei ragazzini in un colpo:

• 20/09/2020: Vasto (CH): nel giardino della villa comunale, un gruppo di bulli picchia sei quindicenni tra insulti omofobi. Così: senza badare al loro orientamento sessuale. Uno è medicato al pronto soccorso, un altro ricoverato in pediatria per trauma cranico, gli altri quattro riportano contusioni.

In compenso, sono emersi diversi altri episodi accaduti in passato:

• 13/11/2019: Messina: Claudio, 33 anni, all’uscita dal lavoro, inseguito, insultato e poi pestato da due ragazzi. I due fuggono gettandolo a terra quando una signora, da un balcone, minaccia di chiamare la polizia.
• 25/08/2020: Monreale (PA): un quarantenne allontanato da casa dalla madre: “devi fare il maschio, altrimenti te ne vai”. Ora vive in un centro di accoglienza.
• 26/08/2020: Roma: due ragazze sono in un locale con un amico gay. Un gruppo di sconosciuti prende a molestarlo. Le ragazze tentano di difenderlo. Per risposta, entrambe sono prese a bottigliate sul viso.

Intanto, Arcigay Palermo comunica di aver ricevuto, nella stessa settimana, sei richieste di aiuto da parte di altrettante vittime, le quali però preferiscono rimanere per ora anonime. Tra questi fatti e i precedenti accaduti a Messina e Monreale, siamo di fronte alla più grande massa di notizie omofobe provenienti dal sud in soli sei giorni.

Esaminiamo il fenomeno.

L’omofobia del sud comincia ad emergere sistematicamente solo dal 2014. Fino a oggi, la gran parte dei fatti si sono svolti, come abbiamo visto nel precedente focus, nel golfo di Napoli. Spesso, a denunciare non sono i residenti ma i turisti.

Proviamo a osservare questo grafico, in cui si comparano il nord, il centro e il sud.

Se si confronta il numero di vittime con quello di abitanti in ciascuna delle tre macro-regioni italiane, si nota che il rapporto tra i due dati (indice di omofobia) è più alto al centro (236,00 ogni milione di abitanti), un po’ più basso al sud (186,45) e ancora più basso al nord (168,88).

Tuttavia se togliamo le vittime delle grandi città (Roma, Milano e Napoli), dove la popolazione lgbt nelle è percentualmente superiore a causa di fenomeni migratori, le cifre cambiano. Diventano: 158,37 al nord, 191,02 al centro e 153,47 al sud. Ma attenzione: in “provincia” non c’è meno omofobia. Semplicemente ci sono meno gay perché, tristemente, molti emigrano e resta meno carne da macellare.

Se infine si deducono i casi denunciati da turisti, e cioè da persone portatrici di una cultura diversa da quella del luogo, i rapporti si invertono completamente: 158,37 al nord contro 189,92 al centro e solo 135,13 al sud. Il profondo sud sembra quasi esente da omofobia. Eppure essa c’è, dal momento che i turisti la denunciano. Solo che resta nascosta. Il meridione profondo si conferma come un’area “silenziosa”.

La popolazione lgbt del sud è più portata a sopportare (o piuttosto, costretta a farlo)? Non si fida delle forze dell’ordine ma tutt’al più di qualche amico sicuro? O risente di un’antica avversione a “mettere in piazza le cose di sesso”, per cui assume anche atteggiamenti meno evidenti? O semplicemente emigra?

Al sud, il peso della emigrazione lgbt è enorme: basta consultare i registri delle associazioni delle maggiori città del nord: si constaterà che una gran parte dei soci proviene dal meridione.

Ecco quindi che i dati di questa settimana diventano importanti. L’attuale emersione di episodi denunciati in Sicilia da parte di protagonisti autoctoni, va salutata positivamente. Quelle vittime vanno accolte con un abbraccio perchè stanno rompendo un muro di omertà.

Noi continueremo a farlo col progetto Cronache di Ordinaria Omofobia.

OMOFOBIA.ORG – Cronache di Ordinaria Omofobia

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