Il teologo della liberazione LGBTQ James Alison annuncia: “il Papa mi ha riabilitato”
Articolo di Alessandro Santagata pubblicato sul settimanale Adista Notizie n° 35 del 12 ottobre 2019, p.5
La notizia, che arriva dalla Gran Bretagna, è rimbalzata sui media internazionali. Papa Francesco ha finalmente riabilitato James Alison, il teologo e sacerdote conosciuto in tutto il mondo per il suo impegno nel movimento LGBTQ. In realtà, come riferisce Robert Shine su New Ways Ministry, la telefonata del pontefice era arrivata già due anni fa, ma solamente in questi ultimi giorni Alison ha deciso di condividere la notizia su The Tablet, dopo che era già circolata per altri canali.
Su Adista ci siamo occupati di lui in svariate occasioni, in particolare nei nostri approfondimenti sulle nuove strade della teologia (v. Adista Documenti, n. 43/16) e a proposito del Sinodo dei vescovi sulla famiglia nel 2015 (v. Adista Notizie, n. 35/15 e n. 36/14, in cui parlavano del Forum europeo di cristiani LGBTQ).
Studioso del pensiero di René Girard, Alison era stato incardinato nell’ordine domenicano fino al 1995. Poi ha girato il mondo insegnando teologia, filosofia e antropologia, prima di stabilirsi a Londra. Il lungo post sul Tablet spiega come erano maturate la sospensione e il divieto di insegnamento negli anni Novanta, dopo che lui stesso aveva chiesto che la sua ordinazione fosse dichiarata nulla alla luce della sua presa di consapevolezza (successiva all’ordinazione) di essere omosessuale. La richiesta era stata rifiutata, con la Congregazione della Dottrina delle Fede che pretendeva invece la sua rinuncia all’esercizio del sacerdozio. Si giungeva così ad un punto morto, con Alison che rimaneva prete, ma sospeso dalle funzione. Come riferisce Shine, Alison fu lasciato solo dalla gerarchia. Negli anni successivi sarebbe diventato uno dei più importanti “teologi della liberazione gay”, rivendicando il diritto a continuare nel sacerdozio senza nascondersi. A restargli vicino solo un vescovo che per sostenere la causa dell’amico teologo chiese udienza privata a papa Francesco.
Racconta Alison, «18 mesi dopo, il vescovo otteneva la sua udienza, portando con sé una mia lettera di critica alle modalità con cui la Congregazione aveva gestito il processo e con l’accusa di “curialismo autoreferenziale”, stigmatizzato in più occasioni dallo stesso pontefice. Nella lettera spiegavo che avrei continuato a fare esattamente ciò che il papa chiedeva ai suoi preti: evangelizzare le periferie esistenziali. Spiegavo anche però che non potevo riconciliarmi con ciò che lui stesso aveva affermato con il documento inviatomi dalla Congregazione a suo nome e proponevo di dichiarare quel documento nullo. Gli chiedevo quindi di regolarizzare la mia condizione, non come un favore personale, ma come un segnale di apertura della Chiesa alle persone LGBT, alle loro speranze di poter parlare, pregare ed evangelizzare senza nascondersi». Conclude il racconto: «Poi arrivò la telefonata, domenica 2 luglio 2017», della quale riferisce il contenuto: «(papa Francesco) Desidero che tu proceda con profonda libertà interiore, seguendo lo spirito di Gesù. Per questo ti do il potere delle chiavi. Capisci?». Si trattava della restituzione delle sue prerogative presbiterali. «Papa Francesco – scrive Alison – mi stava dando fiducia; anzi era la prima volta nella mia vita nella Chiesa che venivo trattato come un adulto».
Shine riporta il commento della vicenda di Francis DeBernardo, direttore esecutivo del New Ways Ministry: «La decisione del papa di riabilitare Alison è una grande benedizione per questo teologo che, anche quando era in una sorta di esilio, ha così ardentemente servito la Chiesa e la comunità LGBTQ».
Quindi spiega: «questa vicenda è anche un grande segno di affermazione per i preti gay e che mostra come, nonostante le denigrazioni del Vaticano, il papa sta cercando di agire pastoralmente per cambiare le cose, nonché per cambiare il modo in cui la Chiesa intende rispondere alla comunità gay».