Il teologo David Berger: “quelle darkroom della capitale piene di prelati”
Articolo del 23 febbraio 2013 di Giulio Galoppo pubblicato su ilmanifesto.it
«L’omosessualità praticata è molto diffusa nel clero. Questi sacerdoti sono i più conservatori e fedeli alle gerarchie. E fanno carriera».
Il teologo tedesco David Berger, 45 anni, fa parlare di sé da diversi anni. Professore alla Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino in Vaticano ed editore della rivista Theologisches, nel 2010 decide di dichiarare pubblicamente la propria omosessualità e denuncia l’ipocrisia che domina negli ambienti ecclesiali.
Le conseguenze sono immediate. Al culmine della sua carriera, perde la licenza di insegnare religione negli istituti ginnasiali tedeschi e viene radiato da ogni incarico ufficiale. La sua opinione continua però a pesare negli ambienti cattolici riformatori. Attivo nella lotta contro l’omofobia dentro e fuori la Chiesa, è riuscito a far oscurare il sito cattolico kreuz.net a causa dei suoi contenuti omofobi, antisemiti e razzisti.
Dott. Berger, da più di due anni lei denuncia una situazione paradossale all’interno della Chiesa cattolica: da un lato il suo marcato atteggiamento omofobico, dall’altro l’esistenza di un vero e proprio network omosessuale di cui la Curia è a conoscenza e che tollera per esercitare pressioni interne. Tutto ciò troverebbe conferma nel dossier segreto presentato a Benedetto XVI lo scorso dicembre. Quale fu la reazione alle rivelazioni contenute allora nel suo libro «Un teologo gay nella Chiesa cattolica»?
Fui accusato di diffamazione. Addirittura il biografo e caro amico di Ratzinger Michael Hesemann scrisse di me: «Berger è un individuo perfido e bugiardo che va temuto. Chi diffonde calunnie su un giro di prostituzione tra i prelati, è capace di qualsiasi cosa». L’omosessualità, anche quella praticata, è molto diffusa nel clero.
Durante la mia attività di professore alla Pontificia Accademia di Tommaso d’Aquino ero spesso a Roma e frequentavo i punti di ritrovo della scena gay della capitale. All’inizio ero scioccato dalla quantità di volti a me noti, dai circoli vaticani che frequentavano regolarmente quegli stessi luoghi. Qualche volta in situazioni anche molto intime; non c’è darkroom o cespuglio delle aree di cruising gay a Roma che non siano frequentati da prelati.
Di conseguenza, questi preti omosessuali, pur di non essere infastiditi dai superiori, sono particolarmente fedeli al papa e conservatori, rispondendo ai migliori requisiti per fare carriera in Vaticano. È per questo motivo che la concentrazione di uomini gay nella Stato pontificio è particolarmente alta. Lo sanno tutti dietro le mura vaticane, ma finché le persone in questione non si dichiarano pubblicamente, finché vivono la propria sessualità in modo discreto, nessuno ha nulla da ridire.
Il problema sorge nel momento in cui questi stessi preti si mostrano sleali. Allora viene innescato il meccanismo del ricatto. La gerarchia ecclesiastica trova in questa strategia la sua immensa forza e consistenza.
Se il fenomeno è conosciuto, è credibile che sia la causa delle dimissioni del papa?
La probabilità è molto alta. È risaputo come il papa soffra di un’enorme paura dei gay. La conferma che l’omosessualità non viene solo sublimata in Vaticano, bensì vissuta, deve essere stata uno shock per lui.
Recentemente il cardinale Carlo Caffarra ha esortato gli elettori italiani a votare coloro che sono contro le unioni gay. Un ulteriore esempio dell’accanimento contro gli omosessuali. Perché tutta questa importanza al fenomeno?
Quello dell’omosessualità dovrebbe essere un tema secondario nella Chiesa. Invece, col pontificato di Benedetto XVI, il dibattito intorno ad essa ha assunto dimensioni sproporzionate.
Se si leggono gli scritti e i discorsi di Ratzinger, sembra che la più grossa minaccia alla quale l’umanità sia esposta sia rappresentata proprio dai gay. Per altro, paradossalmente, da omosessuali che chiedono di poter fare qualcosa di estremamente conservatore, cioè sposarsi e vivere nel matrimonio. Razionalmente è impossibile spiegare questo fenomeno.
Quali conseguenze è lecito aspettarsi dalle recenti rivelazioni?
Temo che il meccanismo del ricatto e del controllo all’interno della Chiesa venga ulteriormente accentuato.
L’omosessualità non è mai stata così visibile come nella società occidentale contemporanea. Crede che quest’ultimo scandalo possa modificarne la percezione da parte della società stessa?
Credo che l’effetto degli ultimi eventi sulla società sia che l’omofobia della gerarchia ecclesiale venga presa sempre meno sul serio. Chiunque comprende ora più che mai che il rifiuto categorico e carico d’odio dell’omosessualità da parte degli uomini di Chiesa non è oggettivo, bensì motivato da aspetti di natura psichica.