Il testosterone di Gesù è l’amore! (Luca 20:27-38)
Riflessioni di don Fabio
Luca 20:27-38: “Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui”.
Alla domanda birichina dei Sadducei Gesù risponde riprendendo la Legge, l’unica vincolante per loro, parlando del Dio del roveto, che brucia ma non si consuma, il Dio dell’alleanza e della fedeltà che non lascia spegnere il suo amore per il popolo. I patriarchi indicano che la vita appartiene a Dio e non dipende dalle capacità generative dell’uomo, da alberi genealogici o dal testosterone che “l’uomo” ha.
Per quanti si arrabattano a lasciare il loro “patrimonio genetico” sostenendo la “biologicità della famiglia”, volevo ricordare che Gesù, che io sappia, non ha lasciato nessun figlio “biologico” sulla Terra, ma ha la famiglia più numerosa che sia mai esistita, fatta da fratelli, sorelle, madri che hanno creduto in lui. Non ha lasciato in eredità case, campi, fama e potere ai nipotini… ha lasciato la VITA… quella vera! Ha lasciato il gusto di vivere – già qui sulla Terra – l’eternità della vita, che non è una questione di quantità di tempo, ma di qualità!
Quelli che sono con Gesù in una morte simile alla sua, disposti cioè a perdere la vita per amore, saranno “uguali agli angeli”, dice Gesù, in quanto chiamati alla gloria di coloro che vivono in Dio.
Con affetto, Fabio!