Il tormento dell’omosessualità e l’estasi della fede nello scrittore cattolico Julien Green
Articolo pubblicato sul blog del filosofo e scrittore Marc Alpozzo (Francia) l’11 febbraio 2020, liberamente tradotto da Luca Canetti
Esce finalmente, grazie alle edizioni Bouquins, il Diario integrale di Julien Green (6 settembre 1900-13 agosto 1998), lo scrittore cattolico e omosessuale che, sin dal 1919, annotava di vivere «un tripudio di sentimenti e di idee». Un diario tenuto con disciplina, tutte le sere, dal 1919 fino al 1998, anno della sua morte.
La salvezza della sua anima (1)
Preoccupato per la salvezza della sua anima, Julien Green inizia a scrivere un diario.
«22 novembre. Oggi inizio a scrivere un diario un po’ diverso da quello intrapreso di recente. Qui vorrei occuparmi unicamente della mia vita spirituale, e non di quello che accade nella mia vita quotidiana, se non per quanto riguarda tutto ciò che ha un’influenza più o meno diretta sul mio pensiero.»
Ma l’esigenza di verità alla quale sembrava volersi dedicare nel 1919 fu presto dimenticata quando si decise a scrivere le sue note giornaliere. Ebbe anche la tentazione di bruciare il suo diario, ma cambiò idea, per quale miracolo?
La prefazione, scritta da Tristan De Lafond, contribuisce a schiarire i nostri dubbi: per quale motivo scrivere un diario, e cosa scriverci? Non si dovrebbe temere che quanto si andrà a scrivere possa fare del male?
Green, scrive Lafond nella prefazione, «Alla fine della sua vita prenderà le distanze dalla sua opera, in quanto si era reso conto che il desiderio vi occupava un posto non indifferente […]». Che si legga il suo Diario o la sua Autobiografia, bisognerà riconoscere che le sue pagine sono «Una celebrazione del desiderio, della passione, dell’incendio che accendono nei cuori e nei corpi, cose in cui Dio è esiliato, che lo si ignori o meno.»
Passaggi tenuti segreti
Di Julien Green, cattolico fervente e praticante, omosessuale (2), che nella sua autobiografia parla spesso di sua mamma di stretta osservanza protestante, sono rimasti inediti diversi testi che trattano della sua vita sessuale (3). Anche se questo grande borghese, eletto come membro effettivo all’Accademia di Francia, ebbe l’onore di vedere i suoi scritti pubblicate nella prestigiosa collana «La Pléiade», tentò di formarsi un’identità specifica e scolpire la propria immagine.
Grazie a queste pagine precedentemente rimaste inedite, gettiamo luce in quella vita segreta che accomuna diversi scrittori e intellettuali, e nella quale si possono seguire le peregrinazioni sessuali dell’autore del Leviatano che, se fosse ancora qui tra noi, avrebbe moltiplicato gli incontri con gli sconosciuti, avrebbe ottenuto piaceri sessuali (4) dietro corresponsione di denaro, a volte anche con dei minatori, e si sarebbe abbandonato a molti piaceri pornografici e decadenti.
«Robert si sta mostrando molto tenero nei miei confronti, in particolare nei giorni successivi all’incidente che ho subìto. Sono sempre abbracciato a lui. Quando mangiamo, in tutti i momenti in cui Anne abbassa lo sguardo, cerco sempre lo sguardo di Robert e ci scambiamo dei segni d’amore. […] Credo di sentirmi meglio, ma comincio a fare davvero fatica a mantenermi casto, e scrivo molto di notte. Ieri ho pranzato con Malraux, alla Pergola, avenue du Maine. Conversare con lui mi stanca a tal punto che, quando sono rientrato, ho dovuto dormire in soggiorno sul sofà. (Robert lavorava seduto al tavolo rotondo davanti al fuoco).»
La sessualità (5) e la fede (6)
Grazie al permesso dei depositari dei diritti delle sue opere, e alla possibilità di consultare i manoscritti oggi conservati nella Biblioteca Nazionale di Francia (circa 120 quaderni e dei pacchetti), finalmente abbiamo per la prima volta un’edizione integrale con delle aggiunte, che corrispondono grosso modo al 60% di testo in più.
Stampate in corsivo, si presentano principalmente sotto tre forme: gli avvenimenti della vita privata e le confidenze intime, i ritratti e i profili letterari degli autori che Green incontra, e le sue annotazioni a margine del testo manoscritto scritto di suo pugno. Ma qui ci occupiamo soprattutto della sua vita sessuale, cosa che potrebbe sorprendere non poco gli appassionati della sua scrittura impregnata di classicismo; Green farà degli incontri furtivi, incontrerà amanti di passaggio, luoghi e di pratiche che occupano interi giorni e intere notti del giovane Julien a Parigi, ma anche nell’Europa e nell’America dell’epoca.
Ci immergiamo nella scrittura di un omosessuale della prima metà del XX secolo, che non passa assolutamente sotto silenzio i momenti più scabrosi della sua vita, ossessionato da due questioni ben precise: la sessualità e la fede, anzi, forse sarebbe meglio dire che fosse addirittura dilaniato da un doloroso dilemma.
Julien Green e André Gide
Vent’anni d’esistenza (1919-1940) raccontati in milletrecento pagine, con l’aggiunta dei passaggi stampati in corsivo in modo da assicurare una lettura scorrevole e senza interruzioni sia delle pagine fatte pubblicare da Green stesso, che di quelle scritte giorno dopo giorno.
In queste pagine, che erano state tenute scrupolosamente segrete, Green scrive di incontri divertenti accompagnati da descrizioni molto pepate come quella di Mauriac, che Green descrive come privo della minima umanità, di Jacques Maritain, di cui Green si è fatto una pessima idea, o di André Gide, al quale è abbastanza vicino, anche se pensa che conservi quell’atteggiamento ridicolo tipico del grande scrittore. Nonostante questo, tra loro ci sarà una relazione omosessuale lunga, piena di passione e libertina tra il mondano Gide e Green, dolorosamente tormentato. A queste pagine crude e dirette, si mescolano dei testi sulla ricerca di sé, di domande metafisiche (7), di dubbi e rimorsi.
(1) Per approfondire, si veda: Lettera al vescovo Turribio di Astorga «Quam laudabiliter», in Denz. 285 e Anastasio II, Lettera ai vescovi della Gallia «Bonum atque iucundum», in Denz. 360-361.
(2) Per approfondire, si veda: Nota della Congregazione per la dottrina della fede circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali «Diverse questioni», in Denz. 5096 e Istruzione della Congregazione per l’educazione cattolica sui criteri di discernimento vocazionale riguardo alle persone con tendenze omosessuali in vista della loro ammissione al sacerdozio e agli ordini sacri «In continuità», in Denz. 5100.
(3) Per approfondire, si veda: Paolo VI, Lettera enciclica «Humanæ vitæ», in Denz. 4470-4479 e Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede su alcune questioni di etica sessuale «Persona humana», in Denz. 4580-4584. Per la libertà religiosa, si veda: concilio ecumenico Vaticano II, Sessione pubblica XI: Dichiarazione sulla libertà religiosa «Dignitatis humanæ», in Tutti i documenti del concilio, Massino, Milano 200625 (questo documento può essere letto in forma abbreviata in Denz. 4240-4245). Si veda inoltre: Sinodo di Quiercy, in Denz. 621-624; Risposte ai bulgari «Ad consulta vestra», in Denz. 643-648; Felice III, Lettera all’imperatore Zenone «Quoniam pietas», in Denz. 345 e Pio IV, Bolla di conferma del concilio di Trento «Benedictus Deus», in Denz. 1847-1850.
(4) Si veda: Leone IX, Lettera a Pier Damiani «Ad splendidum nitentis», in Denz. 687,-688.
(5) Su questo argomento si veda: Paolo VI, Lettera enciclica «Humanæ vitæ», in Denz. 4470-4479 e Dichiarazione della Congregazione per la dottrina della fede su alcune questioni di etica sessuale «Persona humana», in Denz. 4580-4584.
(6) Per approfondire, si veda: concilio ecumenico Vaticano I, Sessione III: Costituzione dogmatica sulla fede cattolica «Dei Filius», in Denz. 3000-3045 e Il grande simbolo di fede della Chiesa armena, in Denz. 48-49. Si veda inoltre: concilio ecumenico Lateranense IV, Cap. 1. La fede cattolica, in Denz. 800-802; concilio di Efeso, Sessione VI dei cirilliani, in Denz. 265-266; primo sinodo di Toledo, «Symbolum Toletanum I» (400) e la sua forma più estesa chiamata «Libellus in modum symboli» del vescovo Pastore di Palencia (447), in Denz. 188-208; concilio di Costantinopoli I, Simbolo di fede costantinopolitano, in Denz. 150; sinodo di Roma, «Tomus Damasi» o Professione di fede al vescovo Paolino di Antiochia, in Denz. 152-177; concilio di Lione II, Sessione II: Costituzione sulla suprema Trinità e la fede cattolica, in Denz. 850 e concilio di Trento, Sessione III: Decreto sul simbolo di fede, in Denz. 1500.
(7) Per approfondire, si veda: Storia dell’ontologia, Maurizio Ferraris (ed.), Bompiani, Milano 2008 e Maurizio Ferraris, Ontologia, Guida, Napoli 2008.
Testo originale: Le journal de Julien Green, La Sexualité et La Foi