Il valore della testimonianza delle persone omosessuali per riscoprire Dio
Riflessioni bibliche tratte da About Out in Scripture (Stati Uniti), liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Tutti i passi biblici di questa settimana ci rimandano a Dio, ci richiamano al rispetto e alla lode, a fare chiarezza su chi è Dio.
Tenendo Dio, il Dio in Gesù Cristo, come centro, preserviamo meglio la nostra integrità e testimonianza.
Il Salmo 111 prepara all’ascolto di tutti i passi di questa domenica. Il salmo ci invita a concentrarci sulle opere di Dio invece che sulle altre cose che reclamano la nostra attenzione. Il salmista invita a definire la propria relazione con Dio in timore e lode.
Che differenza farebbe nella vostra vita basare ogni relazione sulla conoscenza fondativa che le azioni di Dio, le provviste di Dio, il patto di Dio sono il principio guida di ogni relazione?
Deuteronomio 18,15-20 comincia ricordando al popolo che la chiamata profetica avviene in risposta ai bisogni del popolo. La chiamata continua stabilendo l’importanza di viverla come ricevuta da Dio.
Il proposito di Dio è stabilire la mutua responsabilità tra i profeti e il popolo. Essa fornisce un fondamento per discutere su come viviamo la nostra vocazione, che sia al ministero nella chiesa o all’integrità nella nostra vita e nelle nostre relazioni.
A cosa siete stati chiamati? A chi o a che cosa dovete rendere conto della vostra chiamata?
Stabilendo la natura onnicomprensiva, unica e incomparabile di Dio, 1 Corinzi 8,1-13 prepara all’amore come principio guida delle nostre relazioni. Questo principio dell’amore è sempre posto nel contesto della forza e della responsabilità.
Nelle nostre conversazioni su questo testo abbiamo resistito alla tentazione di pensare che Paolo stia proponendo una “fede al minimo comune denominatore”.
Invece siamo tenuti a capire la differenza tra differenze poco importanti e essenziale integrità della nostra comprensione del vivere nella fede.
Dire “badate che questo vostro diritto non diventi un inciampo per i deboli” (versetto 9) non significa che dobbiamo smettere di affermare la natura essenziale di dono di tutti i nostri diversi generi e espressioni sessuali.
Significa che dobbiamo permettere all’amore di governare i nostri atteggiamenti verso le persone che vedono le cose in maniera diversa.
Questo implica che una “coscienza debole” deriva da una debole comprensione della pienezza di Dio e dell’amore di Dio.
Nel nostro contesto culturale l’avvertimento è sicuramente diretto a coloro che pretendono il rifiuto di quel dono di Dio che è l’orientamento sessuale da parte dei cristiani lesbiche, gay, bisex e trans (LGBT) perché appaiano “guariti”.
Questo rifiuto spesso li spinge a peccare contro se stessi e contro Dio dal quale furono meravigliosamente creati.
Cosa significa essere chiamati a prenderci cura di coloro che sono “deboli nella comprensione”, quando questi deboli nella comprensione sono forti in potere, nella chiesa e nella cultura?
In questo pochi versetti di Marco 1,21-28 l’evangelista introduce tre dinamiche del ministero di Gesù che saranno riprese più in dettaglio mentre il racconto del vangelo si dispiega nei capitoli successivi.
La prima dinamica (Marco 1,21-22; 27-28) identifica Gesù come uno che insegna con autorità, una autorità che sbalordiva la gente. La seconda dinamica (Marco 1,23-24a; 26) evidenzia l’autorità di Gesù sugli spiriti impuri.
Il centro del testo (Marco 1,24b-25) sta la terza dinamica; Gesù zittisce la proclamazione che lui è “il Santo di Dio”, un attributo che nel vangelo lo spirito impuro è il primo a riconoscere. (Notare che in tutto il vangelo Marco riferisce che Gesù richiede il silenzio sulla sua vera identità. Vedere, per esempio, Marco 1, 34, 44; 3,12; 5,43).
La nostra conversazione ci ha condotte a chiederci fino a che punto dobbiamo predicare contro la comprensione tradizionale delle dinamiche di potere di questo testo.
Vogliamo mettere in discussione il legame tra l’appellativo “impuro” e l’intimazione al silenzio, applicato a lungo nei riguardi delle donne e di coloro che trasgrediscono le “norme” di genere e quelle sessuali.
Mentre riconosciamo che l’autorità di Gesù sugli “spiriti impuri” ci parla del suo potere e della sua identità, siamo cauti su chi abbia l’autorità di stabilire quale spirito è puro e quale è impuro.
Per gli scopi che Marco si propone nel presentare Gesù, colui che ha il coraggio di dire la verità su di lui (“tu sei il Santo di Dio”, versetto 24) è chiamato impuro e ridotto al silenzio.
Per altri scopi, molte persone LGBT – che hanno avuto il coraggio di tirare fuori la verità su loro stessi e la loro amata relazione con Dio – sono stati chiamate impure e ridotte al silenzio.
Dopo aver esplorato questo passo insieme, celebriamo la vocazione a rivendicare l’autorità di Gesù a insegnare, e il rimanere nella nostra integrità. Siamo chiamati a non restare più in silenzio o accettare l’appellativo “impuro”.
Vi vengono in mente dei casi in cui Gesù è stato usato per ridurre al silenzio persone da alcuni ritenute impure? Quali sono i rischi dello schierarsi con coloro che sono stati zittiti in nome di Gesù?
Preghiera
Alleluia!
Ti lodiamo, Signore,
fonte di Saggezza,
sede di verità,
fondamento di tutto l’essere,
protettore dei deboli,
Voce di chi è ridotto al silenzio,
amante dell’Integrità,
della Giustizia e della Pace.
Così sia. Amen.
I passi biblici citati: Deuteronomio 18,15-20; Salmo 111; 1 Corinzi 8,1-13; Marco 1,21-28
Testo originale: Calling Our Attention to God