Articolo tratto da
ekklesia del 12 Ottobre 2009, liberamente tradotto da Alessandra Casale
Peter Selby, precedente vescovo anglicano di Worcester, ha spiegato all’assemblea dei cristiani che il sentimento anti-gay non dovrebbe influenzare il tono delle discussioni sulla società anglicana e che l’arcivescovo di Canterbury non ha soltanto la responsabilità di tenere insieme le istituzioni ecclesiastiche ma anche, per molti, quella di far sentire la propria voce.
“Se l’omofobia contrasta le intenzioni di coloro che appoggiano la causa tradizionalista”, è stato detto più volte, “è possibile carburare il dibattito con innumerevoli argomenti, e l’opposizione personale dell’arcivescovo all’omofobia non lo esonera dal complicato discorso di come tale carburante venga usato”, ha affermato il Vescovo Selby alla conferenza residenziale di Inclusive Church “Word on the Street – reading the Bible inclusively” (Il mondo per strada – leggere tutta la Bibbia).
Durante l’assemblea, inoltre, i Cristiani hanno ascoltato le letture di studiosi biblici quali Dr Richard Burridge, Dr Andrew Mein e Dr Paula Gooder, che hanno sostenuto che coloro che si rifiutano di credere nella fede delle persone gay non detengono il monopolio dei testi sacri – che parlano infatti dell’amore avvolgente di Dio e che criticano i tentativi dell’uomo di manipolare Dio a favore di un singolo gruppo o di una classe di persone.
Agli altri studiosi della Bibbia che hanno minato i tentativi degli attivisti anti-gay di affermare che un’autorità biblica fosse alla base dei loro pregiudizi si uniscono di recente il Professor Christopher Rowland, che ha la cattedra di Esegesi delle Sacre Scritture all’università di Oxford e la Professoressa Deirdre Good, specialista del Nuovo Testamento, dal Seminario Teologico Generale di New York, col suo libro
Jesus’ Family Values (I valori della famiglia di Gesù).
Il vescovo Selby afferma: “La nostra preoccupazione primaria deve focalizzarsi sul fatto che tutto ciò che viene proposto nella discussione non deve assolutamente esser considerata verità, e questo punto deve essere ben chiaro a tutti in ogni circostanza”.
A proposito del ruolo dell’arcivescovo di Canterbury, spiega: “L’arcivescovo ha rimosso i propri naturali pensieri in materia di sessualità, e ciò dimostra una notevole capacità di apportare una saggezza divina che incida sugli sviluppi laici, dono di cui abbiamo bisogno più di qualunque altro per cercare di capire come valutare gli attuali sviluppi nelle abitudini e nei comportamenti umani in materia di sessualità. Ora gli argomenti che riguardano la sessualità, sono da lui considerati soltanto dei problemi ecclesiastici, da risolvere come tali”.
In un’analisi dettagliata del recente Reflections on the US General Convention, Communion, Covenant, and our Anglican Future (Riflessioni su Consuetudini, Comunioni e Convenzioni Generali degli USA e il nostro futuro anglicano) dell’arcivescovo di Canterbury, dimostra come le convenzioni anglicane così come attualmente proposte trasmettano involontariamente messaggi di esclusione.
L’intero testo del vescovo Selby letto alla conferenza, col titolo
When the Word on the Street is resist (Quando il mondo per strada fa resistenza è disponibile al sito internet di Inclusive Church)
La sua analisi ricorda in modo significativo quella proposta dal cronista Savi Hensman in un saggio di ricerca sulla religione e la società del think-thank Ekklesia (ndr gruppo di lavoro), intitolato
A better future for the Anglican Communion? (Un futuro migliore per la comunione anglicana?).
Testo originale