Il vescovo cattolico Matthew Clark, un pastore dalla parte delle persone LGBT+
Articolo* di Francis DeBernardo** pubblicato sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 7 febbraio 2023, liberamente tradotto da Giacomo Tessaro
La comunità LGBTQ+ cattolica ha perso da poco uno dei suoi primi sostenitori con la morte di monsignor Matthew Clark, vescovo emerito di Rochester, nello stato di New York, il quale ha fatto molte grandi cose per la comunità LGBTQ+, ma penso che verrà ricordato soprattutto per la sua disponibilità ad ascoltare e imparare.
Nel 1992 Casey e Mary Ellen Lopata, genitori di un uomo gay, parteciparono al terzo simposio nazionale di New Ways Ministry a Chicago. Avevano appena appreso dell’identità gay del figlio, e in quegli anni, negli ambienti cattolici, c’erano pochissime occasioni per informarsi e avere sostegno. Altre sette persone della loro diocesi erano al simposio; si riunirono e decisero che, una volta tornati a casa, avrebbero chiesto un incontro al vescovo Matthew Clark per raccontare le loro storie. Si diedero anche un nome: “I nove di Rochester”.
Monsignor Clark li ascoltò e li sostenne. In quello stesso anno, dopo che il Vaticano istruì i vescovi statunitensi ad essere molto cauti nel loro sostegno ai diritti civili omosessuali, il vescovo di Rochester fece uscire una franca dichiarazione pubblica, di cui riportiamo le seguenti risoluzioni:
“Mi propongo di:
1) lottare per l’ideale espresso nella lettera [del Vaticano indirizzata ai vescovi statunitensi], secondo la quale ‘la dignità di ogni persona […] deve sempre essere rispettata in parole, atti e legislazioni’;
2) prendere individualmente in considerazione ogni legge che tocchi [le persone omosessuali];
3) parlare di queste tematiche sensibili con i cattolici omosessuali, in modo da approfondire la comprensione reciproca e da poter dissentire nel rispetto, per continuare insieme il nostro comune cammino nella fede”.
Nel giro di alcuni anni il vescovo fondò un ministero diocesano per le persone omosessuali e le loro famiglie, con alla testa i coniugi Lopata. Il ministero fece un grande lavoro di educazione a beneficio di molti sacerdoti e responsabili della pastorale.
Nel 1997 la diocesi organizzò una Messa di accoglienza per persone lesbiche e gay alla cattedrale del Sacro Cuore, aperta anche a famigliari e sostenitori. Erano attese duecento persone, invece se ne presentarono 1.300; molte di esse riempirono gli spazi in piedi o rimasero in strada (la capienza della cattedrale era di 1.100 posti a sedere). I tradizionalisti cominciarono a manifestare contro la Messa durante la settimana precedente. Secondo una loro dichiarazione pubblica, il vescovo avrebbe dovuto avere sotto mano un esercito di sacerdoti per poter ascoltare le confessioni delle persone omosessuali prima della celebrazione, in modo che l’Eucarestia potesse essere ricevuta rispettosamente, ma monsignor Clark rispose che non pensava affatto che le persone omosessuali che si sarebbero presentate a ricevere la Comunione fossero più peccatrici di chiunque altro.
Il 19 febbraio 1997 [il quotidiano] Democrat and Chronicle pubblicò una nota del vescovo:
“[…] Monsignor Clark afferma che sosterrà ‘senza condizioni’ la dottrina della Chiesa, ma anche che non crede che sull’omosessualità sia stata detta l’ultima parola.
“’Dobbiamo conoscere meglio questa realtà. Penso che l’atteggiamento attuale della Chiesa si basi su una determinata mole di fatti ed esperienze, il che va rispettato, e io intendo rispettarlo, ma dobbiamo continuare ad imparare dai nuovi fatti e dalle nuove esperienze, e non saprei davvero dire cosa dirà la Chiesa di domani sulla questione di cui stiamo parlando oggi’ afferma il vescovo”.
Nello stesso anno monsignor Clark intervenne al quarto simposio nazionale di New Ways Ministry, tenutosi a Pittsburgh. L’evento attrasse 655 consacrati, un numero senza precedenti per la Chiesa statunitense. Monsignor Clark presiedette l’Eucarestia, e fu cosa notevole vederlo avere un nodo alla gola mentre commentava il Vangelo del giorno (Giovanni 3:16: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”).
Nel 1998, dopo il brutale assassinio di Matthew Shepard in Wyoming, fu uno dei nove vescovi a firmare un appello dei cattolici per porre termine alla violenza contro le persone lesbiche e gay, una pagina intera pubblicata dal New York Times e sponsorizzata da New Ways Ministry e Pax Christi USA.
In quello stesso anno, con il pieno sostegno del vescovo, il ministero diocesano di Rochester per le persone omosessuali e le loro famiglie ospitò la terza conferenza dell’Associazione Nazionale dei Ministeri Diocesani Cattolici per Lesbiche e Gay, un’associazione che oggi non esiste più. Monsignor Clark diede il benvenuto all’assemblea e presiedette la celebrazione eucaristica in chiusura della conferenza. In aggiunta ai cento/duecento partecipanti alla conferenza, vi si presentarono altre seicento persone che volevano dimostrare il loro sostegno al ministero omosessuale e al loro vescovo, sempre disponibile a spendersi per l’accoglienza.
La sua carriera episcopale non è stata senza problemi. Quando andò in emeritazione nel 2012, l’articolo del Democrat and Chronicle che lo riguardava riportava un lungo commento relativo proprio alle persone LGBT:
“Thomas Wahl ricorda il vescovo quando salì sul pulpito nel settembre 1998, prima di una Messa per persone omosessuali. [Si trattava della Messa in chiusura della conferenza di cui sopra.]
“Thomas Wahl, che al tempo era a capo del capitolo di Rochester di Dignity USA, un’associazione di persone omosessuali cattoliche che vogliono essere accettate dalla Chiesa Cattolica, era tra le più di seicento persone che si fecero largo tra la folla dei dimostranti, e vide monsignor Clark salire sull’altare della chiesa di Santa Maria.
“’Ci augurò il buon pomeriggio, e poi si fermò. E per quindici o venti secondi, si videro le lacrime scendergli sulle guance’ ricorda Wahl.
“Era solamente la seconda Messa per persone omosessuali che monsignor Clark presiedeva, ed era proprio il periodo in cui la diocesi di Rochester era al centro del dibattito nazionale su Chiesa Cattolica e fedeli omosessuali.
“Dopo la prima Messa omosessuale di monsignor Clark, che si celebrò nel marzo 1997, i contestatori attirarono l’attenzione del Vaticano, il quale cominciò a sorvegliare la diocesi e tutta la regione, per scorgere eventuali decisioni conflittuali sull’accoglienza delle persone omosessuali.
“Nell’estate del 1998 monsignor Clark trasferì in un’altra parrocchia padre James Callan dopo tre infrazioni, una delle quali fu la benedizione di matrimoni omosessuali, e poco tempo dopo ordinò ai sacerdoti diocesani di smettere di partecipare alla speciale Messa settimanale dedicata ai membri di Dignity USA.
“Appena una settimana dopo questo episodio, il vescovo fece una svolta e ospitò una conferenza nazionale dei ministeri cattolici per persone omosessuali; lì celebrò la sua seconda Messa omosessuale, confondendo ulteriormente chi lo criticava.
“’Amo davvero molto quest’uomo, perché non gli importa nulla di rompere le scatole. Fa tutto il possibile, pur rimanendo nella lettera della legge, e continuerà ad essere il pastore della comunità omosessuale cattolica di Rochester’ conclude Thomas Wahl”.
Monsignor Clark è stato un “vescovo di papa Francesco” trent’anni prima di papa Francesco, un uomo dal cuore pastorale e dalla mente aperta, sempre pronto ad ascoltare. New Ways Ministry gli è grata per il suo sostegno alla comunità LGBTQ+, e ci riteniamo benedetti di essere stati ispirati e sostenuti dalla sua guida.
L’eterno riposo dona a lui, oh Signore, e risplenda a lui la luce perpetua. La sua anima, e tutte le anime dei fedeli defunti, riposino in pace. Amen.
*Il passo biblico è tratto dalla Bibbia di Gerusalemme/CEI.
** Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
Testo originale: Bishop Matthew Clark: A Pastoral Heart, An Open Mind, A Listening Ear