Il vescovo episcopale Gene Robinson: “la mia lettera d’amore alla comunità transgender”
Testo di Gene Robinson*, vescovo episcopale della Diocesi del New Hampshire (Stati Uniti), tratto da “Transgender Welcome: A Bishop Makes the Case for Affirmation“, edito dal Center for American Progress, gennaio 2016, pp.1-4, liberamente tradotto dai volontari del Progetto Gionata
Questo testo è una lettera d’amore dedicata alla comunità transgender, una sorta di “grazie” e un caloroso “benvenuto”. Nasce dalla mia esperienza personale e di quanto ho imparato – sulla sessualità, sul genere e su me stesso – grazie alle persone transgender. Deriva anche dalla mia convinzione che Dio stia arricchendo le nostre vite portando nella nostra esperienza e comprensione le intuizioni delle persone transgender. Questo testo è un tentativo di riconoscere le persone transgender come un dono prezioso per il nostro modo di comprendere Dio e il suo amore.
Dio sta facendo qualcosa di nuovo, come spesso accade. E questa volta, è qualcosa di profondamente personale.
Introduzione
Una delle cose più sorprendenti del Vangelo di Giovanni, nelle Scritture, è il modo in cui l’autore inizia raccontandoci subito la sua conclusione: Gesù di Nazareth è davvero il Figlio di Dio, il messia tanto atteso, e la perfetta rivelazione di Dio. Leggere il Vangelo di Giovanni è un po’ come prendere in mano un romanzo giallo e andare subito a leggere l’ultima pagina. Si inizia dalla scoperta di “chi è stato” e poi si torna all’inizio, pagina dopo pagina, per scoprire come l’investigatore arriva a quella conclusione. Giovanni vuole che il lettore sappia subito dove intende arrivare.
Allo stesso modo, voglio che chi legge capisca fin dall’inizio dove voglio arrivare: affermare che le persone transgender sono figlie di Dio, degne di rispetto, preziose per le loro prospettive e un dono di Dio per le nostre comunità religiose e culture secolari. Le loro esperienze sfidano i modi normativi di pensare al genere, ci chiamano a una comprensione più ampia del genere, andando oltre la logica binaria, e ampliano la nostra capacità di apprezzare la bellezza nella diversità della creazione di Dio. Sostengo che la presenza visibile delle persone transgender nella consapevolezza delle comunità religiose e secolari sia un dono di Dio, dato per il beneficio di tutti, e che la nostra risposta debba essere di affermazione, accoglienza e celebrazione.
La mia motivazione
Forse vi state chiedendo perché un uomo bianco, gay, vescovo episcopale, si trovi a sostenere le persone transgender. In parte, è perché Gesù — che, come cristiano, credo sia la rivelazione di Dio— dice che quando trattiamo una persona emarginata o svalutata con disprezzo o compassione, è come se stessimo trattando Gesù e Dio in quel modo.
In parte, è perché le persone transgender mi stanno aiutando a comprendere meglio il privilegio immeritato che mi è stato dato solo perché sono cisgender (cioè non transgender). Ma soprattutto, sostengo con tutto il cuore l’accettazione piena e gioiosa delle persone transgender perché le conosco e perché hanno migliorato la mia vita.
Proprio come accade per le persone gay e lesbiche, vivere in modo autentico è la testimonianza più potente che una persona transgender possa dare. Questa autenticità può essere vissuta apertamente, se lo desiderano, davanti al mondo intero. Tuttavia, il mondo non è sempre sicuro per le persone transgender, e per questo, così come per altri motivi, possono scegliere di vivere la propria autenticità in modo più riservato. Sia pubblica che privata, l’autenticità è l’obiettivo e una ricompensa in sé.
Due esperienze personali
Due donne transgender hanno avuto un ruolo importante nella mia “educazione”. La prima—chiamiamola Joan per proteggere la sua privacy—era una persona che ha intrapreso la transizione all’interno della comunità di una delle parrocchie episcopali del New Hampshire. Joan ha fatto qualcosa che, almeno all’epoca, non era consigliabile: rimanere nella comunità in cui era stata conosciuta con un altro genere durante la sua transizione.
Era un’avvocata di successo, appassionata di videografia, e profondamente legata ai suoi amici e alla sua parrocchia. Non voleva rinunciare a nessuno di questi legami mentre affrontava il suo percorso. Con il suo coraggio e la sua apertura, ha portato un’intera parrocchia, composta da adulti e bambini, a condividere la sua esperienza. Tutti noi abbiamo beneficiato della sua grazia e della sua generosità.
La seconda persona transgender che ho conosciuto bene—chiamiamola Jane—l’ho incontrata mentre lavoravo per i diritti LGBT e l’uguaglianza matrimoniale nel New Hampshire. Ciò che ricordo di più di Jane è il suo spirito generoso e il modo potente con cui raccontava la sua storia. Nata con un genere maschile, Jane aveva lavorato come carpentiera e imprenditrice edile.
Tuttavia, a differenza di Joan, ha affrontato molta resistenza, rabbia e ostilità nell’ambiente di lavoro. Alla fine, ha lasciato il suo lavoro come carpentiera, ha frequentato un corso intensivo di guida di camion ed è diventata un’autista professionista—come la donna che sapeva di essere. La sua resistenza e il suo impegno a vivere autenticamente non avevano limiti. Mi ha ispirato con il suo coraggio e la sua integrità, ed è stato un privilegio poterla chiamare amica.
Un cammino di rivelazione
Durante l’Ultima Cena, in una delle parti più significative ma spesso dimenticate della conversazione con i discepoli, Gesù dice: “Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però sarà venuto lo Spirito della verità, vi guiderà verso tutta la verità” (Giovanni 16:12-13).
Questo mi fa pensare che la rivelazione di Dio non fosse completa nemmeno alla fine della vita di Gesù. Sembra che Gesù stia dicendo ai suoi discepoli: “Guardate! In questi ultimi tre anni avete imparato tanto e siete cambiati in molti modi. Ma c’è ancora molto da imparare su Dio e sulla volontà di Dio per l’umanità. È semplicemente troppo da sopportare tutto in una volta. E così, invierò lo Spirito Santo, che vi guiderà verso una comprensione più piena e profonda della verità di Dio.”
Lo Spirito di Dio continua a guidare l’umanità verso la verità, nella misura in cui siamo in grado di accoglierla. Per secoli, molti hanno usato le Scritture per giustificare la schiavitù. Possiamo immaginare che non sia stato lo Spirito di Dio a guidarci verso l’amore e il rispetto per tutti gli esseri umani, al punto di porre fine alla schiavitù? Per generazioni, chiese e sinagoghe patriarcali hanno usato le Scritture per giustificare la denigrazione e la sottomissione delle donne.
Oggi, lo Spirito di Dio ci sta portando verso una comprensione più profonda dell’uguaglianza e della dignità di ogni essere umano. Per molti cristiani ed ebrei, questo cammino ha portato all’accettazione e all’accoglienza delle persone gay, lesbiche e bisessuali, riconoscendole come figlie di Dio. Ora, per molti di noi, quel cammino ci sta conducendo verso l’affermazione, l’accoglienza e la celebrazione delle persone transgender.
Questo testo vuole essere un supporto per le persone di fede durante questo viaggio.
* Gene Robinson (nato il 29 maggio 1947 a Lexington, Kentucky) è stato il primo vescovo dichiaratamente gay e in una relazione stabile ad essere consacrato in una grande denominazione cristiana, la Chiesa Episcopale degli Stati Uniti. Ordinato vescovo della Diocesi del New Hampshire nel 2003, la sua elezione ha suscitato un dibattito globale sulla posizione delle chiese cristiane rispetto all’omosessualità, causando tensioni nella Comunione Anglicana.
Robinson ha vissuto la sua fede come strumento di inclusione, sostenendo con passione i diritti delle persone LGBTQ+ sia nella Chiesa che nella società. Autore di libri come “God Believes in Love”, ha raccontato il suo percorso personale e teologico, sottolineando l’importanza di una Chiesa accogliente. La sua eredità risiede nel coraggio di affermare che tutti, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere, sono figli di Dio, meritevoli di rispetto e dignità. La sua figura rimane simbolo di apertura e giustizia nella Chiesa contemporanea.
Testo originale: Transgender Welcome. A Bishop Makes the Case for Affirmation