In Austria, dopo le contestazioni, si dimette il neonominato Vescovo tradizionalista e omofobo
Articolo di Sandrine Fabre (a Vienna) e Isabelle De Gaulmyn (a Roma) tratto da La Croix del 16 gennaio 2009, liberamente tradotto da Dino
Nominato il 31 gennaio (2009), il Rev. Gerhard Maria Wagner rinuncia ad assumere la carica di (Vescovo) ausiliario di Linz e resterà nella sua parrocchia a Windischgarsten. Le critiche alla sua nomina sono state numerose e dure. Il Rev. Gerhard Maria Wagner domenica 15 febbraio sera ha annunciato a Kathpress, l’agenzia di stampa della Conferenza dei vescovi cattolici austriaci, che chiedeva al papa di far marcia indietro sulla sua nomina come vescovo ausiliare di Linz (Nord-Austria). A seguito “della resistenza spesso molto dura e insensibile” che ha percepito dopo l’annuncio della sua nomina.
Questo prete di 54 anni si era fatto conoscere per aver definito Harry Potter come satanico e per aver visto una “punizione di Dio” nella distruzione di New Orléans da parte dell’uragano Katrina nel 2005. Intervistato dopo la sua nomina, ha affermato che gli omosessuali erano dei malati che era possibile guarirli.
Aveva dovuto affrontare una salva di critiche in una diocesi conosciuta per la sua grande contrapposizione tra progressisti e conservatori. “Questa diocesi presenta una vita religiosa viva, diversificata e molto intensa” ricorda Erich Leitenberger, portavoce dell’arcivescovo di Vienna.
“Adesso è urgente stabilire il dialogo”. Di fronte a questo conflitto, il cardinale Christoph Schonborn aveva convocato lunedì una riunione straordinaria della Conferenza Episcopale: “I cattolici hanno il diritto di aspettarsi che noi facciamo di tutto per risolvere questa crisi”, ha spiegato il presidente della Conferenza Episcopale.
Molti minacciavano di farsi cancellare dagli elenchi della Chiesa cattolica
Le critiche sono arrivate dapprima dal clero di Linz, fortemente impegnato contro questa decisione. “E’ impensabile rimanere inattivi” si indignava sabato il Rev. Jungreithmair, portavoce locale di Pfarrer Initiative, un’associazione a favore del mantenimento delle parrocchie nonostante la carenza di preti. “Si tratta di scegliere tra restare una Chiesa aperta o limitarsi ad essere un piccolo gruppo. Noi non vogliamo diventare una setta”.
Sono i preti anziani della diocesi che, con la loro presa di posizione nel corso di una riunione informale, hanno mostrato più fortemente il loro malcontento. Con una maggioranza di 312 voti contro 4, hanno rifiutato la nomina del rev: Wagner. Prima che la rinuncia di Wagner si fosse resa nota, molto preti intendevano lanciare domenica una petizione per invitarlo a rinunciare.
I pretio anziani avrebbero desiderato prendere la parola per protestare durante la prevista ordinazione episcopale ed avrebbero voluto anche che alcune ragazzine prendessero posto tra i bambini del coro: nella parrocchia del Rev. Wagner infatti soltanto i ragazzi sono ammessi a questo servizio liturgico.
Anche dei laici hanno fatto sentire il loro disaccordo. Alcuni si sarebbero informati presso i protestanti per convertirsi, stando alle affermazioni dell’Oberkirchenratin Hannelore Reiner. E molti minacciavano di farsi togliere dagli elenchi della Chiesa cattolica.
L’associazione di laici Wir sind Kirche (“Noi siamo Chiesa”) da parte sua invitava a biocottare l’imposta ecclesiastica (ndr il contributo annuale che i credenti versano alla loro chiesa).
Hans Petrer Hurka, il suo presidente, dichiara di essere felice del ritiro dell’abate Wagner, ma ritiene che la crisi non per questo sia risolta. Molti si sentono sollevati per via di questa decisione, in particolare il vescovo di Linz, per il quale questa decisione è “nell’interesse della diocesi.
Situazione molto rara
Per ora il Vaticano non ha confermato le dimissioni del vescovo designato (ma non ancora ordinato). Il papa deve ricevere la sua proposta di dimissione e accettarla, viene spiegato in Sala Stampa. Senza dubbio si aspetta anche che si concluda la riunione dei vescovo austriaci lunedì a Vienna.
Rimane il fatto che è estremamente raro che che un vescovo sia spinto in questo modo a dare le dimissioni, così presto dopo la sua nomina da parte del papa. Sotto Benedetto XVI questo è già avvenuto una volta: nel gennaio 2007, Monsignor Stanislaw Wielgus, nominato arcivescovo di Varsavia (ma che era già vescovo), ha dovuto dare le dimissioni alla vigilia della sua presa di ruolo, in seguito all’accusa di collaborazionismo con il regime comunista.
E stavolta, cos’è successo? Le nomine dei vescovi costituiscono una prerogativa del papa, che egli stesso rimette alla Congregazione per i vescovi per prepararle. Questo dicastero ha il compito di studiare i dossier dei candidati, così come sono stati trasmessi dalla nunziatura.
Nel caso di un ausiliario è compito dello stesso Vescovo del luogo proporre una lista di almeno tre nomi. Ed è a questo punto che le cose sembrano complicarsi, poichè l’abate Wagner non figurava, è stato detto, tra i nomi proposti dal vescovo di Linz.
Secondo la stampa austriaca, quest’ultimo avrebbe modificato la sua lista, dietro richiesta della Santa Sede, aggiungendovi il nome del curato di Windischgarsten. Ma Monsignor Ludwig Schwarz ha smentito questa notizia, spiegando che la procedura non prevedeva che una sola proposta, ma la Santa Sede non era obbligata a seguirla.
Per la prima volta
Del resto non è certo la prima volta che una nomina episcopale viene contestata in Austria. Con Giovanni Paolo II ci sono stati due episodi del genere. Dapprima con Mons. Hans Hermann Groer, diventato arcivescovo di Vienna nel 1986, che in seguito fu denunciato per pedofilia.
Poi con Mons. Kurt Krenn, nominato vescovo di Sankt Polten nel 1991, e che dovette dare le dimissioni nel 2004 dopo uno scandalo di pornografia omosessuale nel suo seminario.
Questa volta la contestazione della decisione di Benedetto XVI è avvenuta ad opera di una persona a lui molto vicina, il Card. Christoph Schonborn. Ricevuto in udienza il 9 febbraio, l’arcivescovo di Vienna gli avrebbe spiegato gli effetti negativi di questa scelta fatta in opposizione al Vescovo di Linz e che arrivava per giunta dopo il caso del vescovo negazionista integralista Williamson, che ha fortemente turbato i cattolici austriaci. Ed è dopo esser stato ricevuto dal papa che l’arcivescovo di Vienna ha deciso di riunire i vescovi del paese.
Testo originale
En Autriche, l’évêque auxiliaire désigné annonce sa démission