In cammino nella Quaresima. Stabat mater

Riflessioni di Luigi Testa* sul Terzo venerdì di Quaresima
(A Gerusalemme nel Santo Sepolcro) É l’altare più piccolo di tutta la basilica. Schiacciato tra quello della crocifissione e quello del Golgota. Silenzioso, discreto; addossato ad un pilastro. Quasi tu non volessi prenderti troppo spazio, mentre il dolore per quel figlio colpito, offeso, inchiodato, ucciso ti schiaccia, ti spreme, come in un torchio.
Eppure, menomale che ci sei, Maria. Ovunque lui avrebbe potuto fare a meno di te, ma non su quello sperone di roccia nuda. E anche noi, se non ci fossi tu qui, saremmo persi, confusi, disorientati. Non sapremmo chi cercare, non sapremmo chi pregare.
Non sapremmo a chi chiedere che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore. Ho visto una volta una donna orientale che si è messa a pulire a terra, con un tessuto che sembrava prezioso, davanti a questo tuo minuscolo altare. Forse era venuta più per te che per lui; a confondere le sue lacrime con le tue, donna a donna, madre a madre.
Questa è l’ora, madre, in cui Gesù si prende gioco delle mie promesse di innamorato. Gli avevo detto «Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre; tu mi inizieresti all’arte dell’amore» (Ct 8,2); e invece è lui, ora, che mi conduce in casa di sua madre; e qui, mentre quella spada ti taglia l’anima, mi inizia all’arte dell’amore.
* Luigi Testa è autore di testi a carattere giuridico e scrive su alcuni quotidiani nazionali. “Via crucis di un ragazzo gay” (Castelvecchi, 2024) è il suo primo libro di natura spirituale, altre sue riflessioni sono pubblicate anche su Gionata.org.