In Francia la diffamazione omofoba è un crimine. Denunciato un professore
Articolo tratto da dieunousaimechretiensetgay del 17 aprile 2009, liberamente tradotto da Dino
In Francia si può essere professore di università, aggregato di inglese, traduttore giurato presso la corte d’appello di Poitiers, e rendersi potenzialmente colpevole di ingiurie e di diffamazione in particolare omofobe.
Infatti, un professore aggregato dell’università di Poitiers si ritrova perseguito dal provveditore e da alcuni insegnanti di un liceo di Cognac nel quale ha insegnato fino al 2007.
Navigando in Internet alcuni professori di questo liceo della Charente hanno scoperto su Facebook, un gruppo costituito da alunni che si scambiavano frasi diffamatorie ed omofobe riguardo agli insegnanti.
Ma all’humour abituale dei liceali si è aggiunto quello del vecchio professore e questo “non era più da considerarsi uno scherzo” secondo il preside del liceo.
Il professore perseguito ha 34 anni e per 6 anni aveva insegnato a Cognac. Egli ha mandato, prima che la querela fosse depositata, due email di scuse al preside del liceo ma quest’ultimo, come gli insegnanti messi in causa hanno continuato il loro percorso giudiziale, “in nome dell’istituzione di educazione nazionale, per frasi diffamatorie, omofobia, invito al disordine e richiamo alla violenza”.
Questa querela deve far capire ad ognuno che Internet non è un virtuale cortile di ricreazione in cui tutto è permesso. Il professore potrebbe ritrovarsi condannato ed essere la seconda persona a vedersi sanzionato a causa dei propri discorsi omofobi.
Dopo l’amnistia davanti alla corte di cassazione di Christian Vanneste per le sue frasi omofobe, il solo caso conosciuto di sanzionamento di discorsi omofobi riguarda una donna di Carcassonne, la quale nel gennaio 2009 al momento della chiusura di un grande negozio aveva ingiuriato di fronte ai clienti ed al personale presente nel magazzino una guardia notturna recatosi da lei e del quale lei conosceva l’omosessualità.
Anche se istituzioni come la Chiesa Cattolica Romana non riconoscono il concetto di omofobia e per di più essa stessa, per mezzo delle sue dichiarazioni discriminatorie incita l’omofobia.
Anche se per i politici,che si dichiarano cattolici e sostengono il papa Benedetto XVI e le posizioni del Vaticano, come Christian Vanneste, i discorsi omofobi, ed in questo sostenuti dalla giustizia francese, fanno parte della libertà di espressione, ma l’odio anti gay deve essere condannato con forza come qualsiasi attentato alla libertà e alla dignità dell’ Uomo.
La libertà d’espressione permette di scambiare e di difendere delle idee contraddittorie nel rispetto e nell’accettazione della diversità dell’altro, ma non di diffamare, insultare o incitare alla discriminazione e alla persecuzione.
O Signore, perchè il rifiuto della diversità dell’altro?
Testo originale