In India il matrimonio tra due donne scatena l’ira del partito nazionalista indù
Articolo di Sarah Collin tratto da Tetu del 17 giugno 2009, liberamente tradotto da Lavinia Capogna
Lunedì 15 giugno il villaggio di Padoli, nel centro dell’India, è stato lo scenario di un’insolita agitazione. Degli attivisti di Shev Sena, il partito nazionalista indù, arrivati nello stato del Maharashtra, manifestavano rabbiosamente davanti alla sede della polizia.
Nel loro mirino due lesbiche, ventenni, Kamla e Vimla, che si erano unite in matrimonio qualche giorno prima, secondo i riti indù, con l’approvazione delle loro famiglie.
In India l’omosessualità è sempre illegale ed è passabile di prigione. Da alcuni anni, sempre di più, avvengono unioni omosessuali che arrivano alla conoscenza dei mezzi di informazione e le unioni non sono limitate alle città.
La settimana scorsa la notizia di un altro matrimonio tra due lesbiche, nella stessa regione,in un villaggio di minatori, vicino a Nagpur, era già stato al centro della cronaca.
Le due giovani donne, che sono state disconosciute dalle loro famiglie e messe al bando dalle rispettive comunità, si sono dichiarate pronte a morire piuttosto che ad essere separate.
Testo originale
Un mariage entre deux femmes en Inde soulève l’ire du Shiv Sena