In Iran, sotto lo chador, continua la resistenza. Le lesbiche iraniane si raccontano
Articolo di Edna Costello tratto da 360.ch del 15 giugno 2009, liberamente tradotto da L.
Asal, una delle autrici del libro Il giardino di Shahrzdad (edizioni Il dito e la luna, 2006, 160 pagine) e anche una lesbica rifugiata in Italia, testimonia la vita di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali in Iran, il regno dell’omofobia.
Le donne intervistate prendono mille precauzioni. Una di loro dice che nell’articolo vuole farsi chiamare Asan.
Anche la sua compatriota ha assunto uno pseudonimo, Vida, come le altre tre autrici in esilio (due lesbiche e una transessuale) per scrivere Il giardino di Shahrzdad.
Quanto alle fotografie non è certo il caso di farle. “Le nostre famiglie vivono in Iran e rischiano di essere importunate” spiega Vida “e noi rischiamo di non poter più ritornare nel nostro paese”. esto libro? Shahrzad, la protagonista, tenta di riconquistare il suo primo amore Parvir, una ragazza.
“Noi volevamo raccontare una storia d’amore fra donne in modo da dare maggiore visibilità alle lesbiche”, chiarisce Vida. Per intenerire gli iraniani é già un difficile inizio perché gli articoli 129-131-134 del Codice penale condannano due donne “trovate nude sotto la stessa coperta” e una sentenza può andare fino a cento colpi di frusta e alla pena di morte dopo quattro volte, con la condizione di avere la testimonianza di quattro uomini.
Il giardino di Shahrzad è anche una forte requisitoria contro la sharia, l’insieme delle regole di condotta applicate nell’Islam. “In Iran il celibato è una malattia mentale. L’omosessualità una malattia mortale” scrive Shahrzad.
Alla voce della protagonista si aggiungono in quest’opera appassionante quelle delle sue amiche lesbiche, volontarie del movimento Lgbt in esilio ma anche testimonianze trovate su innumerevoli siti e blog a tematica omosessuale iraniani.
La rete è così piena che il persiano (il persiano è definito farsi in italiano ndt.) è diventata la quarta lingua più utilizzata nei blog nel mondo.
“I servizi segreti iraniani dispongono di sistemi di filtri molto sofisticati” aggiunge Vida “ci sono state molte ondate di censura a tal punto che molti siti sono accessibili solo agli espatriati, quanto ai blog hanno un bel da fare per oscurarli dal Web: per un blog cancellato ce ne sono dieci nuovi che nascono”.
“In Iran molte cose sono tabù dall’alcool ai rapporti extraconiugali. Certo,alcune famiglie potrebbero tollerare relazioni tra persone dello stesso sesso ma è impossibile parlare di diritti degli omosessuali”.
Asan si è rifugiata da 19 anni in Italia dove ora sta redigendo una tesi.Torna regolarmente in Iran per le necessità della sua ricerca: “La cosa più dura per me” racconta Asan “è che tutti mi chiedono perché non mi sposo perché presto compirò 40 anni”.
E’ vero che gli omosessuali in esilio possono essere sorvegliati da spie delle ambasciate iraniane? “La maggior parte del popolo iraniano che milita contro il governo islamico può essere sorvegliato da dei curiosi delle ambasciate.
Ma da 10 anni fa le cose sono molto cambiate perché le persone lottano più di prima dentro il paese”.
In Iran gli omosessuali sono i più minacciati. Dopo la rivoluzione islamica del 1979 circa 4000 persone sarebbero state condannate a morte per il loro orientamento sessuale, cioè una persona uccisa ogni 3 giorni.
Ma le vittime potrebbero essere molte di più perché le famiglie non ci tengono mai a rivelare le motivazioni delle sentenze.
A parte il riformista Khatami(ministro della cultura e poi presidente dal 1997 al 2005) che osò dire una volta che l’omosessualità non è un crimine, nessuno può sostenere gli omosessuali in Iran e ogni attività di volontariato è proibita.
Le lesbiche iraniane vivono una doppia oppressione, quella dovuta al loro orientamento sessuale e quella subita per il semplice fatto di essere donne.
In Iran la legge sottomette le donne ai loro congiunti,considerati come i capi della famiglia,che possono ripudiarle quando lo desiderano. Questo non impedisce alle donne di rivendicare sempre di più la loro libertà: le donne sono il 62 per cento degli studenti ammessi all’università. Sono medici, avvocati, ingegneri nonostante delle opportunità piuttosto limitate.
Per Asal questo paradosso è un vero rompicapo per il governo iraniano che si sforza di cancellare tutti i tentativi di indipendenza, compreso riscrivere la storia in cui “si sopprime tutto ciò che non è ammesso dal punto di vista islamico, come l’esistenza di principesse e regine che hanno guidato l’Iran all’epoca sassadine (prima dell’invasione musulmana dell’anno 651.nda.). Così come si cancella ogni traccia di donne che hanno lottato contro il velo”.
Le elezioni si avvicinano e con loro la speranza di un ammorbidimento del regime. Ma Asal non condivide questo ottimismo: “Se le elezioni fossero libere e non truccate penso che Ahmadinejad non vincerebbe.
Ma soprattutto non si deve dimenticare che la politica iraniana non è legata alla volontà del presidente ma a quella della guida suprema e come si sa all’ayatollah Ali Hossein Khamenei, guida della rivoluzione,comandante delle forze armate e solo rappresentante del potere obbligatoriamente religioso.
Che fare allora? “Nascondersi” risponde Asal. E continuare a sostenere gli omosessuali all’estero, per esempio sui siti indicati in Il giardino di Shahrzad (ndr edizioni Il dito e la luna, 2006.Pagine 160), un libro non solo commovente ma che permette anche di comprendere come si organizza la resistenza.
In libro è in vendita in tutte le librerie ed anche presso Libreria Claudiana di Firenze (sconto del 10% ed invio postale in tutta Italia, solo per i lettori di gionata.org)
La Repubblica islamica dell’Iran è una parte dell’antica Persia.Capitale è Teheran. Ha 68 milioni di abitanti e si trova nel medioriente asiatico.Confina a nord con il Turkmenistan, l’Azerbaijan e l’Armenia,a est con il Pakistan e l’Afghanistan,a ovest con la Turchia e l’Iraq e a sud dà sul Golfo persico e il Golfo di Oman.
Dal 1925 al 1975 regnò la dinastia dei Pahlavi.Lo Shah Reza Pahlavi era un monarca feroce con gli oppositori a che con la scoperta del petrolio venne sostenuto dagli Usa. Concesse alle donne il diritto all’istruzione, al lavoro, al voto.
Nel 1979 dopo una rivoluzione andò al potere l’Ayatollah Khomeyni che insediò un governo islamico anch’esso feroce con gli oppositori.Alla morte di Khomeyni nell’89 divenne Guida Suprema dell’Iran l’Ayatollah Khamenei.
Le recenti elezioni hanno sollevato grandi proteste e Neda Agha Soltani,una studentessa uccisa ad una manifestazione,è diventata il simbolo degli iraniani che vogliono la libertà e diritti umani.