In Irlanda il questionario mostra le critiche dei fedeli all’insegnamento della chiesa
Articolo di Dennis Coday pubblicato su National Catholic Reporter online il 18 marzo 2014, traduzione di www.finesettimana.org
I vescovi irlandesi hanno ribaltato la loro decisione di non pubblicare una dichiarazione sui risultati del questionario vaticano sulla vita familiare.
La dichiarazione che hanno pubblicato il 13 marzo sul questionario, diffuso in preparazione al sinodo dei vescovi sulla vita familiare previsto per ottobre, evidenziava la centralità della sana vita familiare nella missione della chiesa e ammetteva “le immense sfide affrontate dalle famiglie in Irlanda”.
Le lotte delle famiglie irlandesi, hanno detto i vescovi, sono “problemi che nascono da gravi difficoltà finanziarie, disoccupazione ed emigrazione, violenza domestica, abbandono e altre forme di abuso, infedeltà” ed un limitato sostegno dello Stato per matrimonio e famiglia.
I vescovi hanno anche ammesso che l’insegnamento della chiesa può talvolta essere una sfida, viste le risposte di alcuni che vedono tale insegnamento “disconnesso dalla reale esperienza di vita”.
“Molti hanno espresso particolari difficoltà sull’insegnamento relativo al sesso al di fuori del matrimonio e alla coabitazione di coppie non sposate, su divorzio e seconde nozze, pianificazione familiare, riproduzione umana assistita, omosessualità. L’insegnamento della chiesa in questi ambiti sensibili viene sentito spesso come non realistico, né compassionevole o rispettoso della vita”.
I vescovi hanno detto di avere una responsabilità “nel presentare fedelmente l’insegnamento della chiesa sul matrimonio e sulla famiglia in un modo positivo e coinvolgente, pur mostrando compassione e misericordia verso coloro che trovano difficoltà nell’accettarlo”.
I vescovi concludono incoraggiando “tutti i fedeli ad impegnarsi in un continuo dialogo e discussione in questi ambiti critici”. Hanno annunciato che il Consiglio per Matrimonio e Famiglia
dei vescovi irlandesi ospiterà una conferenza su famiglia e matrimonio il 14 giugno.
I vescovi hanno deciso di pubblicare la dichiarazione dopo aver discusso il questionario sul sinodo dei vescovi di ottobre durante la loro assemblea di primavera a metà marzo.
Hanno deciso di pubblicare la dichiarazione “per riconoscere e ringraziare i fedeli che hanno partecipato al questionario”, ha detto Martin Long, il portavoce dei vescovi irlandesi.
Quando la conferenza episcopale aveva inviato la sua relazione al Vaticano in febbraio, i vescovi avevano detto che i risultati erano “un argomento per il sinodo dei vescovi e non per la chiesa locale”. Ma almeno due vescovi hanno rotto il silenzio prima della dichiarazione di marzo.
L’arcivescovo Michael Neary di Tuam ha pubblicato una relazione della sua consultazione con la chiesa locale nella sua rivista
New Dawn il 20 febbraio. L’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin ha parlato del questionario il 27 febbraio in un incontro al Holy Cross College, il seminario maggiore di Dublino.
Neary ha riferito che l’insegnamento della chiesa “è, per la maggior parte, ben compreso, ma generalmente non accettato “. Alcuni “cambiamenti strutturali nella società” sono stati “positivi per la vita familiare e dovrebbero essere ben accolti, mentre altri sono seriamente dannosi”, ha aggiunto.
“In una società che è diventata meno amica delle famiglie”, Neary ha anche trovato un forte invito alla chiesa “a sostenere ed curare ogni vita familiare in tutti i suoi stadi e lotte e difficoltà”.
All’Holy Cross College, Martin ha detto che l’insegnamento cattolico sul controllo delle nascite, sulla coabitazione, sulle relazioni tra persone dello stesso sesso e sul divorzio “è lontano dall’esperienza della vita reale delle famiglie – e non solo per persone giovani”.
Molti di coloro che hanno risposto a Dublino, riferisce Martin, “hanno detto che l’insegnamento appare come non praticabile in relazione alle difficoltà da affrontare giorno per giorno, e che è al massimo un ideale irrealistico. Sembra che ci sia un divario tra la teoria e la pratica”.
Mentre chiaramente c’era tra coloro che hanno risposto “esitazione, non facilità e opposizione” al matrimonio tra persone dello stesso sesso, “molti sentivano che ci sarebbe una via nel riconoscimento di unioni stabili tra persone dello stesso sesso”.
Brendan Butler, di “Noi siamo Chiesa” in Irlanda, ha salutato con favore la dichiarazione della conferenza episcopale, definendola un “cambiamento di opinione”.
“È stata la pressione dei fedeli cattolici irlandesi a condurre a questa metanoia”, ha detto Butler. “La gente faceva notare l’esempio delle conferenze della Germania, della Svizzera e del Giappone che non avevano avuto paura di affermare la loro autonomia episcopale nell’essere trasparenti e responsabili nei confronti dei loro fedeli”.
Durante il pontificato di Francesco, ha detto Butler, i cattolici irlandesi non vogliono sentire che i vescovi irlandesi si rifiutano “di divulgare ciò che, dopo tutto, erano i punti di vista del popolo cattolico, che si aspettava di essere informato piuttosto che sentirsi dire che prevaleva ancora il vecchio ordine di una severa segretezza clericale”.
“Fortunatamente, ha prevalso l’apertura dello Spirito di Dio”, ha detto. “Forse ora anche altre conferenze episcopali rispetteranno il sensus fidelium dei loro fedeli cattolici e pubblicheranno le opinioni meditate della loro gente”.
Testo originale: Irish bishops: Vatican synod questionnaire reveals challenges families face