In Israele si può essere omosessuali felici?
Articolo di Ouri Wesoly pubblicato sul sito del Centre Communautaire Laïc Juif David Susskind (Belgio) il 5 febbraio 2013, liberamente tradotto da Rita
Il «matrimonio gay»? Per lo Stato Ebraico d’Israele ormai è storia: è riconosciuto dal 2007. Riconosciuto ma non celebrato: il collegio rabbinico detiene ancora il controllo sulle nozze, ma il Ministero degli interni registra le unioni civili celebrate all’estero, quindi anche quelle tra gay o lesbiche.Dal 2008 hanno ottenuto anche gli stessi diritti all’adozione delle coppie eterosessuali. Di fatto, nel 1988 la Knesset ha decriminalizzato l’omosessualità, e le discriminazioni hanno cessato di farsi sentire.
Anche nell’importante settore della sicurezza sociale: servizi sanitari, imposte, pensione, vedovanza, eredità, etc… per la legge israeliana non esistono differenze tra le coppie. Cosa ancor più importante l’esercizio israeliano è uno dei pochi eserciti* che accetta (le persone LGBT) senza problemi.
E questo dal 1993, allorquando il governo di Itzhak Rabin ha votato una legge che interdiceva tutte le discriminazioni nei loro confronti. Stessa cosa nei servizi segreti, dove si preferisce di gran lunga un omosessuale dichiarato ad uno nascosto…
Si sa che Tel Aviv è una delle città più «gay friendly» del mondo. E’ già considerata come «la capitale dei gay» del Medio Oriente. Ovvio, non è così difficile vista la totale mancanza di concorrenza.
Infatti tutti i paesi intorno ad Israele puniscono duramente l’omosessualità con: la prigione in Egitto, Libano, Giordania, Siria, la flagellazione a morte in Arabia Saudita, con la pubblica esecuzione per impiccagione in Iran.
La situazione non è certo più rosea a Gaza o nei territori palestinesi dove gli omosessuali, considerati «collaboratori di Israele», sono trattati di conseguenza con tortura e prigione. E questo oltre alla pubblica gogna e ad i maltrattamenti che subiscono nelle società estremamente conservatrici. Non a caso, centinaia di gay e lesbiche palestinesi, vivono e lavorano clandestinamente nello stato ebraico…
Questa fama, facilmente raggiunta, non basta però al Ministro del turismo israeliano. Benché membro di un governo decisamente di destra, egli sogna di fare di Tel Aviv la capitale mondiale degli omosessuali.
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La giustizia decide, la Knesset esegue
Ma, tutto questo, come è potuto avvenire in un paese che guarda sempre più a destra e dove gli ultra ortodossi, per i quali l’intolleranza è una seconda pelle, tengono le redini del potere? Semplice, usando il cervello, gli omosessuali hanno aggirato il problema.
Non si sono avvicinati alla Knesset dove, a parte il Meretz, nessun partito sostiene apertamente la causa omosessuale. Hanno depositato presso le autorità, delle denunce per discriminazioni Ovviamente sono state rimesse alla Corte Suprema. La quale, amareggiata per il non rispetto della democrazia, che è la sua missione, ha spesso dato loro ragione. Dopo un tempo medio-lungo, il Parlamento ha finito per convalidare la sua decisione.
E così, come già detto, la Knesset ha depenalizzato l’omosessualità nel 1988. Ma è solo a 17 anni di distanza dalla sentenza della Corte Suprema, che non è più possibile punire le relazioni tra adulti dello stesso sesso e consenzienti…
Stessa storia per il riconoscimento della capacità genitoriale alle coppie gay o lesbiche, l’adozione etc. Che ne pensano i comuni cittadini? Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano Haaretz nel 2009, c’è una maggioranza che mostra una specie di ambigua tolleranza. Il 46%, per esempio, considera l’omosessualità un’aberrazione. Ma il 61% considera che, se qualcuno lo è già, deve potersi sposare ed adottare figli. In altre parole, non ne fanno né un crimine né un affare di qualche importanza.
Coppie gay o lesbiche vivono esattamente come le altre. La prova sono il Pr Uzi Even, peraltro ex deputato, e suo marito, il Dr Amit Kama che si sono appena lasciati. Il loro è stato il primo matrimonio gay ufficialmente riconosciuto in Israele.
Dopo 8 anni di difficile vita comune, hanno deciso di separarsi. L’unica differenza rispetto al tradizionale matrimonio è che, nessuno dei due può rifiutare il divorzio all’altro. Diversamente nell’unione religiosa, questa decisione (o il suo rifiuto) spettano solo al marito.
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* Accade solo in 24 eserciti nei 193 paesi membri dell’ONU.
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Testo originale: Heureux comme un homosexuel en Israël