In Senegal i religiosi musulmani lanciano un appello contro gli omosessuali
Articolo tratto da dieunousaimechretiensetgay del 12 maggio 2009, liberamente tradotto da Dino
In Senegal alcun capi religiosi musulmani hanno annunciato la creazione di un “Fronte islamico per la difesa dei valori morali”, come reazione alla rimessa in libertà dei nove uomini imprigionati per omosessualità.
Bamar Gueye, il direttore della ong islamica Jamra, mercoledì 29 aprile ha letto all’uscita di una grande moschea di Dakar, di fronte a circa 150 persone, una dichiarazione dal titolo “pronta risposta ed esortazione ad agire”, riguardo alla “faccenda degli omosessuali di Mbao”. La liberazione di questi omosessuali secondo lui è “un attacco contro l’Islam”.
‘ scritto: “Queste lobby si abbandonano alla sfrenata ricerca di un quorum per permettere all’ONU di approvare una convenzione che porti alla depenalizzazione universale dell’omosessualità”.
La dichiarazione assicura che “più di 20 associazioni islamiche e capi religiosi” hanno partecipato mercoledì 29 aprile alla giornata indetta dalla Lega degli Oulemas dell’Islam in Senegal sotto la direzione di Thierno Madani Mountaga Tall, prima di creare il loro Fronte, “una struttura permanente di vigilanza”.
Nel testo era stata inserita un’affermazione secondo la quale “il profeta ha detto: “Se trovate persone che stanno praticando i comportamenti del popolo di Loth, uccidetele”.
Il documento aggiunge poi: “Queste parole di Allah e gli Hadits del profeta ci obbligano a reagire contro ogni attacco all’Islam, da qualunque parte esso abbia origine”.
Subito dopo, l’imam Mouhamadou Lamine Diop di Guédiawaye, alla periferia di Dakar, ha pubblicamente auspicato, di fronte ad alcuni giornalisti, la morte degli omosessuali, dichiarando “Sono persone che meritano di essere messe al bando della società libera fino ad arrivare, se rifiutano di farlo, a far sì che essi raggiungano il silenzio dei cimiteri (…) e che siano semplicemente eliminati dalla vita”.
Mouhamadou Lamine Diop è uno degli imam che, fin dal 2008, avevano portato avanti delle manifestazioni, molto seguite dai media, contro il rincaro del costo dell’elettricità. Gli omosessuali in Senegal si trovano dunque in pericolo di morte.
Tutto questo in seguito alla liberazione, il 20 aprile, da parte della Corte di Appello di Dakar, di 9 omosessuali che erano stati condannati il 7 gennaio a Dakar ad 8 anni di prigione per “atti impuri e contro natura ed associazione a delinquere” dopo che erano stati arrestati in un appartamento privato ed in seguito alla campagna omofoba della stampa senegalese.
mnesty International lunedì 27 aprile aveva invitato il Senegal ad assicurare la loro incolumità “di fronte a possibili attacchi omofobi”. In Senegal, paese per il 95 % musulmano, l’omosessualità è rifiutata ed ufficialmente proibita, ed è passibile da uno a cinque anni di prigione.
In opposizione a questi appelli alla persecuzione e all’assassinio che provengono ancora una volta da religiosi, fanno sentire la loro voce anche i difensori del diritto alla diversità.
l giornale senegalese L’Observateur il 20 aprile ha pubblicato un colloquio con l’universitario senegalese Cheikh Niang, che ha ricordato che l’omosessualità “è esistita in tutte le società” e che “non si ha il diritto di uccidere una persona alla quale Dio ha dato di esistere”.
e istituzioni religiose che dovrebbero essere le prime ad insegnare l’Amore, oggi sono, ovunque nel mondo, le propagatrici del rifiuto ed arrivano addirittura ad incitare alla persecuzione e all’assassinio.
Proteggici, o Signore, dalla barbarie.
Testo originale