In Sudafrica la Chiesa dell’Apartheid ha approvato il matrimonio gay
Articolo di Daniele Bellocchio pubblicato su Il Giornale del 30 dicembre 2015
La Chiesa riformata olandese, che negli anni dell’Apartheid ha sostenuto il segregazionismo in Sud Africa, oggi inverte la rotta e approva le unioni delle coppie gay. La Chiesa riformata olandese: un nome che evoca un passato drammatico, la branca del protestantesimo diffusasi in Sud Africa infatti, durante gli anni dell’Apartheid, ha appoggiato il razzismo e la segregazione nel Paese africano e ha cercato persino nelle Scritture la giustificazione alla separazione tra bianchi e neri.
Il braccio religioso dell’Apartheid da sempre si è contraddistinto per delle prese di posizione radicali tanto da essere espulsa nel 1982 dalla World Alliance of Reformed Church. E posizione categorica l’ha sempre assunta anche nei confronti degli omosessuali, giudicando l’omosessualità come un disturbo e una malattia. Ma è notizia recente quella di un cambio di tendenza epocale della Chiesa riformata olandese in merito alla questione dei matrimoni gay.
Con il 64% dei voti favorevoli, la Chiesa Riformata ha infatti sancito un mese fa, il riconoscimento delle unioni omosessuali e non solo, ha pure dichiarato che i ministri di culto gay possono essere ordinati sacerdoti senza la prerogativa del celibato.
Neil Janse Van Rensburg della Chiesa Rifromata Olandese ha così commentato alla stampa: ” E’ una decisione storica e dimostra che non c’è più alcun dubbio che la Chiesa riformata olandese sia sul serio vicino alla dignità umana”. La scelta è stata infatti definita dai membri della chiesa ” un passo nella giusta direzione sul cammino della dignità”.
Una ciclicità storica che stupisce, i ruoli che cambiano così come le convinzioni, e Van Rensburg ha inoltre precisato che sin da subito la Chiesa collaborerà con lo Stato per avviare quanto prima i matrimoni tra coppie omosessuali. Quella che è stata la decisione in Sudafrica però non riguarderà anche la Namibia, Paese dove è presente la Chiesa, dal momento che in quest’ultimo stato la legge governativa non riconosce relazioni tra persone dello stesso sesso.