Tra paura e timore. Io pastore d’anime, gay nascosto
Intervista di Carlos Osma ad un pastore protestante pubblicata sul blog “Homoprotestantes” (Spagna) l’8 febbraio 2013, liberamente tradotta da Adriano
Sono un pastore protestante che reprime la sua condizione sessuale. Mi sta bene, ho delle figlie meravigliose e una moglie straordinaria, ma sto facendo un macello.
Ti consideri eterosessuale, gay o bisessuale?
Beh, mi sono sposato molto giovane a causa della pressione dell’ambiente in cui si è sviluppata la mia vita, la chiesa, l’Istituto biblico… Tutti si sposavano, ho sposato una compagna che non amavo, posso continuare a stare con lei ma non starei con un’altra donna neanche per scherzo, non l’ho mai fatto nella mia vita. Dimmi tu allora, cosa sono?
Fare sesso con una donna e/o un uomo non ti rende omosessuale, bisessuale o eterosessuale. Il tuo orientamento sessuale è determinato dal l’attrazione che provi, se ti senti attratto esclusivamente da altri uomini, direi che sei gay. Nel tuo ambiente, la gente è comprensiva?
Niente affatto! Sono tutti omobofi e devo fingere, ma cerco di rendere le persone consapevoli di peccati realmente gravi che diamo per legittimi, perché culturalmente lo abbiamo accettato…
Fai parte di una tradizione protestante o evangelica?
Battista, sono molto conservatori su questo argomento.
Beh, le chiese battiste in alcuni luoghi hanno una linea più progressiva e comprensiva… quindi penso che la tua situazione ha più a che fare con l’omofobia dell’ambiente che hai intorno. Che cosa provi? Cosa ti passa per la testa?
Che per raggiungere le aspettative degli altri sono come in un vicolo cieco. Ora ho i figli, la responsabilità pastorale, sento che le persone della mia comunità provano una grande simpatia per me. L’economia non è buona, ma ricevo offerte per il mio lavoro, ho paura di continuare a reprimermi e di andare a pezzi un giorno o l’altro. Ci sono tante cose …
A volte vorrei scappare, prendermi un paio di giorni, stare lontano, meditare, ma mia moglie mi fa domande:. dove sei stato, con chi sei andato ecc. … cose che solo coloro che sono sposati capiscono… volevo cambiare lavoro, non perché non mi piace quello attuale, ma non voglio sentirmi ipocrita,
Tua moglie lo sa?
Prima di sposarci l’ho detto, sono stato molto chiaro. Per prima cosa ho detto: “Non sono innamorato di te, amo un’altra persona e sto facendo un macello… ho subito abusi da bambino e sono attratto da altri uomini, e sono stato anche con qualcuno”. La prese molto male, mi disse che comprendeva quello che stavo passando, ma che se avessi avuto fede in Dio mi avrebbe aiutato, e così via…
Da quello che dici mi sembra che pensi che gli abusi che hai sofferto da bambino sono il motivo per cui sei omosessuale, ho ragione?
Credo che da quel momento lì, io abbia sviluppato la mia preferenza, non ero mai stato con una donna prima, anche se ero molto romantico, e fin da molto giovane ho avuto relazioni con altri uomini.
Vedo che vivi il tuo orientamento sessuale con un senso di colpa, non pensi che Dio ti accetta? Non pensi che Egli ti ama così come sei?
E’ quello che mi è stato insegnato, sono sulla strada dell’inferno per essere un sodomita e robe del genere…
L’orientamento sessuale di qualcuno non ha nulla a che fare con l’abuso, semmai il contrario. Le persone eterosessuali che hanno subito abusi non tentano giustificare il loro orientamento sessuale per gli abusi subiti.
Non lo giustifico, quello che dico è che ciò che è successo a me per primo ho generato fobia, quindi attrazione. In adolescenza ho iniziato a cercare relazioni con gli altri uomini.
Penso che tu stia unendo l’evento terribile di ciò che ti è successo a voi, con il rifiuto del tuo orientamento sessuale perché hai interiorizzato l’omofobia dell’ambiente circostante. Forse dovresti renderti conto che non solo hai subito un abuso, quello della tua infanzia, ma anche quello che ti fa sentire in colpa per quello che sei. E’ un abuso che la famiglia, la società, la chiesa… ha realizzato su molte persone come te. Invece di aiutarle, le colpevolizza ulteriormente.
Sì, lo capisco. Ma la mia scelta di vita in quel momento, errata o no, ha generato degli innocenti, la moglie, le figlie, il sacerdozio, tutto quello che non posso abbandonare…
Già, immagino che se ci fosse stata una possibilità l’avresti sfruttata per essere te stesso.
Sì, lo so. Io vivo nel sacerdozio, e sembrerà stupido, però cosa posso fare arrivato alla mia età? Questo è quello per cui ho studiato, quello che mi piace fare e quello di cui mi occupo con facilità…
Da un lato ti direi che ti comprendo, ed è vero, dall’altro che la fede ci spinge a essere coerenti… Io non in quale posto sei, come ti vedi, se sai che Dio ti ama così come sei, o che ancora credi che ti rifiuta… Ma tu sei evidentemente in una situazione complicata, ma non impossibile, questo dipenderà in gran parte da te.
Riconosco che Dio mi ama, ho lasciato alle spalle la colpa: concretamente sono più preoccupato per le cose pratiche: l’economia, le ragazze, la casa, quelle cose che ti costringono a rimanere.
Mi chiedevo come desidereresti che fosse la tua vita
Libero, senza questa confusione o indecisione, è così difficile.
Conosci altri cristiani omosessuali?
Sì, un altro amico sacerdote, ma non è riuscito ad aiutarmi molto, ti confesso che ho fatto l’errore di andarci a letto, e ciò mi ha fatto sentire peggio.
Ti vedi ad avere una doppia vita per sempre?
No, ma non vedo altra via d’uscita ora. In particolare, le mie figlie vanno ancora a scuola. Sembra terribile, ma non posso fare a meno di essere un sacerdote. Non guadagno molto ma ho abbastanza per tirare avanti con la mia famiglia. E’ molto vile, lo so, ma è la verità.
La tua situazione non è molto diversa da quella di altri cristiani gay e lesbiche: sposati, con figli, con le responsabilità nella chiesa… E alla fine tutto si riduce nel rispondere alla domanda di che cosa si è disposti a perdere, per poter essere ciò che si è.
Sarebbe irresponsabile da parte mia, viviamo nella casa della chiesa, che ci limita completamente. Se esco allo scoperto, tutto sarebbe un caos.
Ti chiedo ancora una volta… Come vorresti che fosse la tua vita? Pensaci un attimo e dimmi come sarebbe la vita che ti sarebbe piaciuto avere.
Essere libero, autosufficiente, non essermi sposato e non aver preso molte responsabilità. Non rinnego le mie figlie, sono una benedizione e mi fanno molto felice. Ma non è la vita che avrei immaginato…
Ti piacerebbe continuare ad essere un sacerdote, sposarti con un altro uomo, che le tue figlie accettassero il tuo desiderio di essere felice?
Questo è il mio conflitto, accetto di vivere nel nascondimento, ma d’altra parte mi fa più forte…
Forte… Che significa?
Dovrei andare molto lontano, le segnerebbe per sempre, e so che soffrirebbero per causa mia. A volte scherzando dico loro che voglio andare in un’altra città per un po’, ma prima di tutto non ho i soldi… Il mio ambiente è ultra-conservatore, una famiglia cristiana da generazioni, sono un pastore rispettato e valorizzato…
Non sono pronto, ma l’indecisione mi rende infelice. A volte ho pensato che mi avrebbe lasciato, soprattutto dopo aver scoperto le mie infedeltà, ma non è accaduto. Sta con me per le ragazze… Anche se in fondo so che mi ama, e quindi preferisce non vedere quel che succede, come se il problema non esistesse… e non ne parliamo…
Sei un pastore cristiano, che cosa significa essere un cristiano coerente nella tua situazione?
Non lo so, francamente. Penso di aver concettualizzato Cristo secondo la mia cultura e la mia formazione. Negherebbe se stesso? Si prenderebbe le proprie responsabilità?
Credi che la sua morte sulla croce fosse per negare chi era o per affermarlo? Fu coerente a se stesso o fu ciò che gli altri si aspettavano che fosse?
E’ stato se stesso. Non so perché lo penso. Egli scelse per noi quando avrebbe potuto scegliere di pensare solo a se stesso: non è l’esempio che dovremmo seguire?
C’è stato un momento nella mia vita in cui mi sono posto questa domanda… e sono giunto alla conclusione che Gesù non era quello che la gente si aspettava, né si comportò come volevano gli altri. Gesù era ciò che Dio ha voluto, e seppure gli altri non l’hanno accolto, ha fatto le sue scelte e le ha affrontate con la sua vita… Per me non è stato facile uscire allo scoperto, ma non credo che ci sia un’altra possibilità nell’esperienza di un cristiano che quella di essere coerenti e reali.
Bene, questo è il “nocciolo della questione”. Sono passati sei mesi da quando ero stato con qualcuno, ma un mese fa ho conosciuto un altro uomo, mi sentivo molto bene. Il pericolo che vedo ora è che, a differenza di altre volte, questa volta non mi sono sentito in colpa.
Non credo che si debba uscire allo scoperto perché conosci qualcuno che ti dà sicurezza… Si tratta di uscire allo scoperto, per se stessi. Vedi, ho parlato spesso con persone che conosco e che sono gay o lesbiche e sono amareggiate… E’ in quei momenti, quelli in cui mi sento più sicuro che ho fatto bene a essere me stesso. Alla fine si può vivere in pace, senza quei nervi nello stomaco, senza la paura di essere scoperti, senza la sensazione di non fare le cose per bene…
Può essere. Lo farei se le mie finanze lo permettessero, ma purtroppo è così.
Una domanda… e cambiando argomento, quando in comunità qualcuno parla dell’omosessualità (mi immagino che non ne parli positivamente), come ti senti?
Male, cerco di fare riferimento che ci sono peccati altrettanto terribili o peggio.
Certamente ci sono state alcune persone che l’hanno provato…
Io sono compassionevole, incoraggio gli altri a mostrare misericordia, non a giudicare.
Cosa ti piacerebbe fare se qualcosa non ti mettesse in evidenza?
Aiutare, assistere queste persone nella loro scelte di vita…
Come ti senti nel non poterlo fare?
Fare cosa?
Dir loro che Dio li ama così come sono, che devono essere forti, che devono avere fiducia in Dio, che è una benedizione per la Chiesa l’essere come sono.
Non avrei problemi nel farlo, anche se la chiesa mi scomunicherebbe.
Cosa pensi quando predichi sul testo del buon samaritano?
Quello tradizione, l’accettazione del prossimo, la compassione, ecc … Abbiamo un gruppo di uomini che si incontrano una volta al mese, tutti maschilisti da morire. Facciamo una discussione, e una volta che abbiamo parlato di omosessualità, alcuni sono più compassionevoli, ma la maggior parte sono radicali: “non c’è salvezza per i froci”.
Non ti rendi conto che il cristianesimo ti coinvolge? Non vedi che lo stai rendendo tutto all’acqua di rose per paura? Cosa dici alla gente quando predichi… che devono fare quello che ci si aspetta da loro, o che devono essere coerenti?
Le mie fregnacce, ha ha, sono tutto un casino, dico quello che mi è stato insegnato, alla vecchia maniera!
Solo tu vivi la tua vita, è difficile che chiunque altro sappia veramente quello che stai passando, ma penso che se hai deciso di diventare un sacerdote, è perché desideri aiutare la gente, vuoi trasmettere loro il messaggio di Gesù… non un messaggio teorico, ma di impegno… E questo coinvolge anche te. La paura paralizza, e lo capisco, ma non puoi giustificare tutto.
Beh! Questa è stata la mia vita sin da quando ero bambino cresci nella chiesa, ti convinci di tutto quello che dici, poi vai al seminario, lavori come missionario… Il tempo fugge via… Poi vengono i bambini, ed eccomi qui. Vedremo cosa succede, e se un giorno avrò il coraggio e i mezzi per poter abbandonare tutto.
Non dovresti far passare molto tempo, sai bene che tutto sta andando molto veloce, e che le decisioni importanti come questa non dovrebbero essere procrastinate. Almeno se vogliamo essere felici. Scusa se sono stato un po’ duro con te.
Di nulla, anzi avevo bisogno di sentire qualcosa del genere. Comunque credo che mi comprenderesti meglio se tu fossi nella mia pelle. Qualche tempo fa stavo per lasciare la mia famiglia per qualcuno, ma i miei figli hanno bisogno di me a casa e io ho loro.
Credo che tu abbia ragione in parte, ma in nessun momento ti ho proposto di abbandonare le tue responsabilità come genitore. Inoltre, le persone che non sono nella tua pelle, potrebbero esserlo state, perché in un certo punto della nostra vita abbiamo deciso di rischiare tutto per essere coerenti con noi stessi e con il Vangelo. Anche se torneremo a farlo mille volte, non sarà mai facile.
Titolo originale: Conversaciones con un pastor en el armario