Indagine sui genitori cattolici con un figlio LGBT
Testo di Mary Ellen e Casimer Lopata tratto dal loro libro Fortunate Families: Catholic Families with Lesbian Daughters and Gay Sons (Famiglie fortunate: famiglie cattoliche con figlie lesbiche e figli gay),Trafford Publishing, 2003,pp.3-4, libera traduzione di Diana
Oggi i genitori ancora apprendono tutti gli stereotipi sull’omosessualità tramite suggestioni culturali sottili, ma non troppo, e attraverso le parole di alcune figure politiche e religiose, così gli viene detto che chi è omosessuale è contro la famiglia. Non si richiede invece ai genitori di accettare un figlio omosessuale, infatti in alcuni quartieri il sentire comune fa si che dei normali e amorevoli genitori debbano rifiutare un figlio omosessuale e/o faranno tutto quanto in loro potere per “convertire”, “riparare”, ossia cambiare, l’orientamento sessuale del loro figlio omosessuale.
I genitori cattolici sono soggetti alle stesse influenze omofobiche con cui combattono tutte le altre persone nella nostra società. Tuttavia molti genitori apparentemente superano questi pregiudizi e arrivano ad accettare i loro figli gay senza abbandonare la loro fede. Il ricercatore George Sabol si è chiesto: “Potrebbe essere che una forte relazione personale con Dio o un forte legame genitoriale con un figlio omosessuale renda alcuni genitori capaci di andare oltre le regole della religione ed accettare ed amare i loro figli, nonostante uno stile di vita sessuale condannato dalla loro religione?”.
Sabol conclude: “Il legame genitori-figli è abbastanza potente da superare tutte le influenze negative sugli atteggiamenti dovuti alle pratiche e credenze religiose dei genitori”.
L’esperienza dell’associazione Fortunate Families illustra che molti genitori cattolici trovano un equilibrio a tale conflitto, tra ciò che pensano insegna la Chiesa Cattolica e quella che è la loro esperienza vissuta nell’accettare il loro figlio omosessuale come una persona santa nella sua interezza.
Date le “ipotesi inconsce” che i genitori hanno metabolizzato quando i loro figli e le loro figlie fanno coming out, spesso – comprensibilmente – inizialmente ritengono negativa l’esperienza dei figli omosessuali. Circa metà dei giovani gay e lesbiche dicono che i loro genitori li hanno rifiutati per il loro orientamento sessuale.
Poiché le relazioni familiari sono una parte critica del nostro tessuto sociale e poiché circa dal 3% al 10% della popolazione ha un orientamento omosessuale, è importante capire nel miglior modo possibile le dinamiche famigliari quando un figlio fa “coming out”.
La maggior parte dei dati sugli atteggiamenti dei genitori verso i figli gay e le figlie lesbiche si basa su ricerche condotte tra gay e lesbiche. Le conclusioni di questi studi tuttavia riflettono le percezioni e le impressioni dei figli, che possono o meno essere una rappresentazione accurata dei sentimenti e reazioni effettive dei genitori.
Molte testimonianze mettono in evidenza reazioni al comin out di un figlio, in cui i genitori reagiscono verbalmente o fisicamente in modo ingiurioso, fino a cacciare di casa l’omosessuale o a diseredarlo. Questi figli spesso trovano riparo in rifugi per senzatetto o presso amici. Le loro storie di abusi ed abbandono familiare vengono ripetute spesso a chiunque li ascolti. Questi genitori che, per qualsiasi ragione, non riescono a sopportare i loro figli omosessuali, diventano la norma percepita e spesso diventano il modello per altri genitori confusi e che a loro volta feriscono.
Ma ci sono anche altre storie, storie di genitori che credono a ciò che hanno imparato al catechismo e a messa ogni domenica ovvero che Dio ama tutti. Questi genitori lottano coi messaggi negativi della loro Chiesa – che usa frasi come “disordine oggettivo” e “male intrinseco” per descrivere gli omosessuali – perciò alla fine credono nella bontà delle loro figlie lesbiche e dei loro figli gay ed accolgono i doni che offrono alla loro famiglia ed alla società.
Venuta a conoscenza di queste storie, ho deciso di laurearmi concentrandomi sullo studio dell’omosessualità e la famiglia. La mia tesi di laurea ha assunto la forma di un’indagine sui genitori cattolici con figli omosessuali a cui ha fatto seguito questo libro. L’indagine è descrittiva, il suo scopo è semplicemente descrivere le reazioni, le emozioni, le preoccupazioni ed i bisogni dei genitori cattolici.
L’indagine è stata anonima ed è stata distribuita ai genitori tramite associazioni cattoliche coinvolte nei ministeri per gay e lesbiche. Queste associazioni comprendono: l’Associazione Nazionale dei Ministri Diocesani per gay e lesbiche (NACDLGM), Ministero per la famiglia gay e lesbiche (CGLFM) di Rochester, New York, Dignity/USA, la rete di Genitori Cattolici e Courage/EnCourage. Courage/EnCourage ha rifiutato di partecipare all’indagine e così la voce dei Cattolici più conservatori è venuta a mancare. Questa perdita, tuttavia, non inficia le risposte di più di 200 genitori cattolici che completano il lungo questionario.
I genitori che hanno risposto si potrebbero descrivere come la “spina dorsale” o il “cuore pulsante” della Chiesa Cattolica in America. L’88% dice che la religione è molto importante per loro; 82% frequenta la messa settimanalmente – il 7% tutti i giorni; l’86% partecipa ad altre attività della Chiesa cattolica. Oltre alle storie personali, i risultati delle indagini offrono un punto da cui cominciare a comprendere l’esperienza delle famiglie cattoliche con gay o lesbiche. Chi sono? Quali sono i loro sentimenti, le loro emozioni? Cosa sanno e comprendono sull’omosessualità? Come comprendono l’insegnamento cattolico? Sanno che sono fortunati? La loro Chiesa lo sa?