L’Avvento visto con gli occhi delle persone transgender
Riflessioni* di Elijah Nealy, Sarah Carpenter-Vascik, Colleen Fay e Allyson Robinson tratte dal sito Out in Scripture (Stati Uniti) del dicembre 2012, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
“Qualche mese fa ho preso un volo per assistere a un incontro in un’altra città. Mi avevano assegnato il sedile in mezzo a una fila di tre, e avevo appena finito di mettere a posto il mio bagaglio a mano quando si avvicinò una giovane famiglia; marito, moglie incinta e il futuro fratello di circa due anni. Quando ho visto che avevano i sedili alla mia destra e alla mia sinistra ho proposto di spostarmi in un altro sedile per permettere alla famiglia di avere lo spazio per stare larghi e comodi. Mentre aspettavo che l’assistente di volo mi trovasse un altro sedile, la giovane e petulante madre si profuse in ringraziamenti. Oh, non c’è alcun problema, le ho detto, so cosa vuol dire viaggiare con i bambini.
Quanti ne ha, mi chiese. Quando le dissi di averne quattro, mi squadrò dalla testa ai piedi. “Gioia, ma sei in splendida forma!”. Mi ci volle un attimo per capire che dava per scontato che io fossi la madre biologica dei miei figli, la verità – che io sono una donna trans e il loro padre biologico – era completamente invisibile a lei.”
“Un paio di settimane fa ho avuto tutt’altro genere di esperienza. Stavo andando al lavoro, ero appena uscita dalla metropolitana e stavo percorrendo il paio di isolati che separano la stazione dal mio ufficio quando un uomo mi fermò per farmi una domanda. La mia risposta non lo soddisfò, si arrabbiò e cominciò a venirmi sempre più vicino, abbastanza vicino per cogliere alcuni piccoli indizi che gli fecero sospettare che fossi una transgender. Mi accusò ad alta voce, accompagnando le accuse con vari epiteti mentre mi allontanavo e sentivo le guance rosse dalla rabbia e dal disagio.”
Molti tra noi persone transgender spendono una grande quantità di energia a pensare a come il mondo ci “legge”, e, cosa forse ancora più importante, a come il mondo ci interpreta. Quando la gente ci guarda, cosa vede? Cosa pensa? Il sentire che veniamo interpretati in modo scorretto, punto di partenza dell’esperienza transgender, è una reminiscenza del punto di partenza di Gesù.
Le aspettative poste su di lui, viziate da anni di oppressione e di attesa da parte della nazione, minacciavano di sommergerlo fin dall’inizio. Eppure, nonostante la pressione, Gesù non permise a quelle aspettative di impedirgli di diventare la persona che sapeva di essere.
Il ciclo Avvento-Natale-Epifania può portare conforto ai figli transgender di Dio, e a noi tutti, ricordandoci che gran parte del mondo “ha letto” Gesù in maniera sbagliata e ha interpretato la sua incarnazione – il farsi carne – in maniera scorretta.
Il ciclo (dell’Avvento) può anche ispirarci mettendo in luce la coraggiosa insistenza di Gesù sul suo senso di identità, nonostante venisse mal interpretato da quasi tutti coloro che lo conoscevano.
.
* Con questo testo inizia una serie di riflessioni su Avvento, Natale ed Epifania visti con gli occhi delle persone transgender
.
Testo originale: Being Seen: The Word Becomes Flesh (PDF)