Io e mio fratello: “Io un libro aperto, lui una cassaforte con combinazione”
Riflessioni pronunciate Antonella (sorella di Carlo) nel momento di benedizione e ringraziamento trasmesso online dopo l’unione civile di Carlo & Innocenzo, tenutasi a Campi Bisenzio (Firenze) il 29 agosto 2020
Per me tutto iniziò il 6 ottobre 1971. Nessuno aveva chiesto un fratellino o una sorellina. Ero figlia unica, al centro dell’attenzione del babbo e della mamma, stavo proprio bene e all’improvviso ecco arrivare questo bambino “usurpare” il mio trono!
Carlo bellino era bellino, ma sempre malaticcio, non mangiava quello che avrebbe dovuto. Volavano più aeroplanini in casa nostra alle Cure (quartiere di Firenze) che alla Malpensa!!
A meno di due mesi la sua prima febbre a 40 con la polmonite. Vedevo la mia mamma sempre preoccupata e io (che invece mangiavo tutto – anche adesso si vede – e non mi ero mai ammalata in 7 anni e mezzo di vita) mi sentivo come se non esistessi. I primi anni con lui non furono dei migliori.
Cominciai ad essere gelosa e gli facevo ogni tanti “dispetti psicologici” non indifferenti (in pratica lo traumatizzavo per poi smentire quello che gli avevo detto appena lo vedevo cominciare a piangere! E poi problemi alla ghiandola del timo e poi la scoliosi e poi l’allergia alle graminacee. Povero Carletto !!!
Vabbè…. gli anni passavano e la differenza di età si faceva sentire sempre più. Non potevo giocarci insieme, non potevo studiare con lui nè parlargli delle mie cotte giovanili…..mi sposai a 22 anni e lui ne aveva 15… sempre più distanti finché un giorno, direi inaspettatamente, mi confidò che voleva diventare frate francescano.
A differenza mia, lui è sempre stato molto vicino dalla religione ma non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. “Ma se questo è quello che desideri, gli dissi, io ti appoggio perché la vita è tua!” .
Dopo qualche anno ebbe di nuovo una “crisi esistenziale” e venne via dal Convento. In quel periodo cercavano personale nella mia rilegatoria e fu ben lieto Raoul, il mio datore di lavoro, di assumerlo.
Carlo è sempre stata una persona molto gentile, carina, educata, disponibile e tutti lo hanno sempre benvoluto. Poi (non ricordo bene i tempi precisi) visto gli anni che passavano, doveva decidere cosa fare davvero da grande.
In rilegatoria non poteva essere definitivo quindi fece il concorso per entrare in Polizia municipale e dopo un milione di peripezie riuscì a vincerlo e cominciare un lavoro fisso. Di tutto il suo essere, della sua vera inquietudine però non me ne aveva mai parlato.
Siamo così diversi io e lui. Io un libro aperto lui una cassaforte con combinazione. Finalmente arrivò il momento in cui riuscì a fare il suo coming out e la cassaforte si aprì.
Come sempre, da brava sorella maggiore, l’ho appoggiato. Ognuno deve essere quello che si sente e soprattutto sentirsi felice in questo breve passaggio sulla Terra.
Un bel giorno ci fece conoscere Innocenzo e fui felice per lui di aver trovato un compagno per la vita. Sono una bella coppia.
Due bravissime persone. Vorrei augurare a tutti di avere in famiglia persone sensibili come solo loro sanno essere. Specialmente a quelli che hanno atteggiamenti negativi nei confronti del diverso.
Ma poi, diverso da chi? Carlo, Innocenzo vi auguro ogni bene per sempre.