«Io, etero e sposata contro l’omofobia». Voci dalla piazza a Milano
Articolo di Alessandra Dal Monte pubblicato sul Corriere della Sera del 18 gennaio 2015, pag.3
Paola Garbarini è arrivata da Lodi per manifestare contro l’omofobia. Non ha tessere di partiti o associazioni. «Sono etero e sposata, ho battezzato mio figlio. Ma non mi sento rappresentata da una Regione che impone un modello unico di famiglia». In piazza Einaudi, a due passi dall’auditorium in cui è in corso il convegno sulla famiglia naturale organizzato dal Pirellone, il presidio di protesta dei «Sentinelli di Milano» e dei Giovani democratici ha raccolto circa duemila partecipanti. Un tam-tam nato sul web dopo aver saputo che il convegno avrebbe avuto il logo di Expo e alcuni ospiti di Obiettivo Chaire, associazione che «cura» gli omosessuali.
La risposta è stata immediata: in piazza si sono riuniti gay, lesbiche, genitori di omosessuali, partiti (Sel, Pd, Rifondazione), sindacati, famiglie arcobaleno. Ma anche semplici cittadini. Come Tina Gianoni, 70 anni e le idee chiarissime: «Sono qui per dire no all’omofobia». Cornelio Belloni annuisce. Ha un figlio gay: «Voglio difendere i suoi diritti».
Lo spirito della manifestazione è inclusivo: «Questa non è una piazza di parte, è una piazza di uomini e donne civili e indignati», dice dal palco Luca Paladini dei «Sentinelli» milanesi.
Subito dopo interviene l’assessore alle Politiche sociali del Comune, Pierfrancesco Majorino: «Vi ringrazio per questo presidio, così dimostrate che Milano non è una città che ghettizza le persone omosessuali». Applausi. Presenti anche la vicesindaco Ada Lucia De Cesaris, il segretario del Pd milanese, Pietro Bussolati e il parlamentare Ivan Scalfarotto.
I manifestanti non hanno potuto raggiungere la Regione: polizia e carabinieri hanno isolato la zona con un cordone. Ma una ragazza vestita da Gesù si è messa davanti agli agenti con in mano un cartello: «Ama il prossimo tuo come te stesso. Cosa non vi è chiaro?».