Io, lesbica e credente non voglio essere “curata”
Riflessioni di Francesca* tratte dal Blog la27ora del Corriredellasera.it, 28 settembre 2013
In merito all’articolo da voi pubblicato intitolato “Il problema è l’omofobo, non il gay: i pregiudizi degli psicologi italiani“, condivido pienamente la posizione del Dott. Vittorio Lingiardi riguardo al tema dell’omofobia.
Come donna omosessuale e credente, vorrei rivolgermi a quegli psicologi cattolici e non, che pensano che si possa fare un percorso per curare l’omosessualità. Vorrei dire loro: non avete idea di quanti danni psicologici causate cercando di “trasformare” un omosessuale in eterosessuale. Questo non è possibile! Anzi crea dei danni psicologici pesantissimi da cui è difficilissimo risollevarsi.
È come se una persona che nasce con gli occhi azzurri, volesse gli occhi neri: non è possibile cambiare il colore! Lo stesso vale per l’omosessualità, se una persona ha il cuore che gli/ le batte per una persona dello stesso sesso, non può costringersi ad innamorarsi di una persona del sesso opposto, perché non riesce, può volere bene a questa persona, provare stima e fiducia, ma non amore e desiderio.
Così come non si può costringere una donna eterosessuale ad innamorarsi di una donna, perché non riesce, il suo cuore batterà per un uomo e il suo desiderio sarà orientato verso di lui.
Quello che potete fare, cari psicologi è aiutare, col vostro lavoro, è aiutare il paziente ad accettare la propria omosessualità; accettazione che sarebbe già naturale se la società non avesse creato nelle persone omosessuali paure e senso di vergogna.
Mi rivolgo anche agli omosessuali e alle lesbiche che pensano che queste terapie funzionino e dico loro:
“avete mai sentito di un eterosessuale che vuole diventare omosessuale? L’unica cosa da fare è amare se stessi per quello che si è.”
E ancora mi chiedo: perché nonostante Papa Francesco abbia dimostrato una grande apertura verso gli omosessuali, lo Stato fatica così tanto nel far passare una legge contro l’omofobia? Io come omosessuale e credente ho vissuto sulla mia pelle le difficoltà e le discriminazioni della società.
Ora che la Chiesa ha fatto un grande passo in avanti, di che cosa ha paura lo Stato? Non posso credere che la maggior parte di coloro che si oppongono a una legge contro l’omofobia siano cattolici: chi si definisce cattolico e va contro il Vangelo dell’accoglienza, mi spaventa!
I cattolici di vera fede, e non i ” farisei” come li chiamerebbe Gesù, sono a favore di questa legge perché difende le minoranze e “i feriti sociali”, così come si sono definiti gli omosessuali argentini citati dal Papa nell’intervista rilasciata alla rivista ” Civiltà Cattolica”, di cui avete riportato una parte sul Corriere (ndr della sera) nei giorni scorsi. Per questo mi chiedo, quali sono le paure dei nostri governanti?
* Pubblichiamo la lettera di una Francesca, lettrice del Blog la27ora del Corriredellasera.it, che condivide con noi le sue riflessioni sulle discriminazioni di cui è oggetto il mondo LGBT, lesbico-gay-bisessuale-transgender, ancora oggi, in Italia.