Io sono… una vittima dell’omofobia
Testo tratto dal sito christiangays.com (USA), liberamente tradotto da Erica
Io sono la ragazza cacciata dalla propria casa perché ho confidato a mia madre che sono lesbica.
Io sono la prostituta che lavora per strada perché nessuno vuole assumere una donna transessuale.
Io sono la sorella che tiene stretto il suo fratello gay durante le dolorose notti piene di lacrime. Noi siamo i genitori che hanno seppellito la propria figlia molto tempo prima della sua ora.
Io sono l’uomo morto da solo in Ospedale perché non hanno lasciato che il mio compagno di ventisette anni entrasse in camera.
Io sono il figlio dato in affidamento che si rende conto, come in un incubo, di poter essere portato via dai due padri che sono la unica amorevole famiglia mai avuta. Io voglio che possano adottarmi.
Io sono uno di quelli fortunati, penso. Sono sopravissuto all’attacco che mi ha lasciato in coma per tre settimane e dopo un altro anno, forse, riuscirò di nuovo a camminare.
Io non sono uno dei fortunati. Mi sono ucciso una settimana prima di laurearmi. Era semplicemente troppo da sopportare.
Noi siamo la coppia che ha avuto il telefono chiuso in faccia quando hanno capito che volevamo una camera da letto per due uomini.
Io sono la persona che non sa mai che bagno usare se vuole evitare di essere richiamata dalla direzione.
Io sono la madre a cui non è nemmeno permesso vedere i figli che ha messo al mondo, che ha curato e che ha cresciuto. La Corte dice che sono fuori norma perché adesso vivo con un’altra donna.
Io sono una superstite alla violenza domestica che ha trovato improvvisamente il sistema di assistenza freddo e distante quando hanno saputo che la partner che mi aveva offeso era anch’essa una donna.
Io sono la superstite della violenza domestica che non ha un sistema di aiuto a cui appoggiarsi perché è un maschio.
Io sono il padre che non ha mai abbracciato suo figlio perché dentro mi è cresciuta la paura di mostrare affetto per un altro uomo.
Io sono l’insegnante di economia domestica che ha sempre desiderato di insegnare ginnastica finché qualcuno mi ha detto che solo le lesbiche lo fanno.
Io sono l’uomo che è morto quando i paramedici hanno smesso di curarmi appena hanno cominciato a capire che ero transessuale.
Io sono la persona che si sente colpevole perché pensa che potrebbe essere migliore se non andasse sempre d’accordo con una società che mi odia.
Io sono l’uomo che ha smesso di frequentare la Chiesa, non perché non crede, ma perché loro hanno chiuso le porte al mio ‘genere’.
Io sono la persona che deve nascondere quello di cui il mondo ha più bisogno: l’amore.
L’omofobia è sbagliata.
.
Testo originale: Homophobia