Iran, il nuovo olocausto degli omosessuali
Articolo della Refo di Firenze tratto dal mensile “Diapora evangelica”, anno XL, agosto-settembre 2007, pp.34-35
Si può essere frustati, picchiati, imprigionati o impiccati solamente perché omosessuali? La risposta è si! In numerosi stati è la regola e l’Iran e tra questi. Ricordiamocelo! Per avere, come credenti, “la forza e il coraggio di indignarci e di combattere queste atrocità che ci riportano ad un passato in cui, anche in Europa, i gay e le lesbiche erano uccisi e deportati.
Sedici ragazzi iraniani, alcuni di età inferiore ai 18 anni e accusati di essere omosessuali, sono stati impiccati il 27 luglio scorso (ndr nel 2007) a Teheran. Lo rivela Nessuno Tocchi Caino.
Vi risparmiamo le crude immagini di ragazzini con il cappio attorno al collo, raffigurazione di morte che tuttavia è ben fissa nella mente di chi vi scrive, come nella nostra mente sono rimasti impressi gli ultimi istanti di vita di Mahmoud (16 anni) e Ayaz (18 anni) assassinati dal regime iraniano nel 2005 perché si amavano, tra i pochi su cui abbiamo una documentazione anche fotografica.
In Iran il “reato” medioevale di omosessualità implica pene detentive e corporali (fino a molte frustrate sulla pubblica piazza) e non di rado, condanne a morte per impiccagione. Dall’inizio della rivoluzione islamica, nel 1979, più di 10.000 omosessuali sarebbero stati giustiziati in Iran, secondo le stime di Amnesty International e di altre ONG.
Alle sollecitazioni per porre fine alle esecuzioni di membri delle minoranze, anche da parte del governo italiano, il ministro degli esteri iraniano ha risposto “non dovete immischiarvi”. Invece noi dobbiamo immischiarci.
Preghiamo il Signore perché dia libertà e giustizia al popolo martoriato dell’Iran e perché ci dia la forza e il coraggio di indignarci e di combattere queste atrocità che ci riportano ad un passato purtroppo ancora recente, quando anche in Europa i gay e le lesbiche erano uccisi e deportati.