Istantanee dal Forum. Riscoprirsi un’altra persona
Testimonianza di Francesco P. sul V Forum dei Cristiani LGBT (Albano Laziale, 5-7 ottobre 2018)
Sabato mattina. Il salone principale è gremito e il livello di coinvolgimento dell’audience con i relatori è palpabile. L’entusiasmo talvolta si trasforma in uno scrosciante applauso. Eppure, nonostante la ricchezza dei contenuti proposti, io non sono in grado di cogliere fino in fondo le potenti implicazioni delle parole del vescovo Semeraro o le spinte della teologa Simonelli. Mi concentro quindi su chi mi sta intorno e ritrovo, una dopo l’altra, le persone che mi hanno accompagnato in questi due anni.
Vedo Pietro, che con la cura e l’attenzione della Marta che il vangelo ci fa conoscere, tesse relazioni e prepara incontri. E nelle sue mani, un filo dopo l’altro crea l’affascinante intreccio di questa storia che condividiamo. Innocenzo è il direttore d’orchestra, in prima linea nella gestione di questo momento. Ricordo una cena a casa sua: il mio primo incontro con una coppia omosessuale a lunga durata – avevo pensato al miracolo. Luca, da dietro le quinte invece, si occupa dei dettagli, dei gruppi da fare, di conciliare le posizioni affinché anche questo forum sia un successo.
Nell’abbraccio di Corrado e Michela ritrovo un interesse vero e genuino nella mia persona, nel cercare di sapere come sto, ad un livello profondo.
Mi trovo ad un incontro con Giacomo. Bella testa e gran cuore. Riesce ad arrivare al centro delle cose con una delicatezza disarmante.
Rivedo anche il ragazzo per cui, per un breve periodo, ho perso testa e cuore. Sorrido nel ripensare che lui è la ragione per cui due anni fa ho affrontato a fronte alta amici e genitori. Comunque sia andata, gliene devo una.
Nel guardarmi intorno capisco qual è la vera ricchezza di questa esperienza: un cammino condiviso, una rete relazionale che supporta la mia persona e che mi spinge a coltivare il mio rapporto con Lui. Forse, lo stesso spirito che animava le prime comunità cristiane.
Poi partecipo ad un workshop particolare. “il coming out come testimonianza”. Si parla di rapporti, quelli viscerali con la madre ed il padre, che si presentano interrotti, dolorosi, sospesi. E che come pochi altri rapporti toccano le corde del nostro essere persona. Mi metto in ascolto. Il momento è forte, come spesso capita.
C’è chi vive situazioni complicate, chi trasuda bisogno di risposte, chi manifesta la necessità viscerale di ripresa di questi rapporti. Mi colpiscono
le parole pesate di Mattia “E se mi accorgo che sto solo facendo del male?”. Sicure, ma velate da una profonda tristezza.
Mi ritrovo a parlare, a raccontare di me e anche a dispensare qualche consiglio (io che dispenso consigli sul coming out. Due anni fa avrei pensato ad uno scherzo, e pure di cattivo gusto).
Mi proietto indietro di due anni. Era il 27 dicembre, e ricordo come fosse oggi la paura di salire su quel treno, diretto a Firenze. Simone e Matteo, per primi, mi avevano mostrato che non ero da solo. Poi la mia prima partecipazione al Forum: una scelta che mi ha cambiato la vita. Il Francesco di allora attraversava una crisi globale e profonda, caratterizzata dalla paura di vivere alla luce del sole, di essere vero.
Mi guardo ora e vedo i frutti di questa rete di relazioni: vedo semplicemente un’altra persona. Una persona che è stata in grado di essere vera verso sé stessa e verso le persone che ama. Di certo non una persona arrivata – non lo si è mai – ma una persona in cammino. E non più da sola.