James Martin: «L’omosessualità un peccato? Dio li ha creati, li ama e vuole che siano felici»
Intervista a padre James Martin di Gian Guido Vecchi pubblicata sul quotidiano Corriere della Sera del 16 marzo 2021, pag.21
«La Chiesa deve sempre raggiungere le persone LGBTQ, come Gesù si è rivolto a Zaccheo, un uomo molto “ai margini”…». Padre James Martin, 60 anni, confratello di Bergoglio, è «editor-at-large» di America Magazine, rivista dei gesuiti americani, consultore del Dicastero della Comunicazione vaticano nonché uno degli scrittori cattolici più letti e dibattuti. Nel suo libro «Un ponte da costruire. Una relazione nuova tra Chiesa e persone LGBT», ricordava l’episodio evangelico in cui Gesù parla a Zaccheo nonostante la gente «mormori». (Sul documento Vaticano contro la benedizione delle coppie omosessuali) Si mantiene distaccato, ma la delusione è evidente.
Come la vede, padre?
«Sembra essere la risposta del Vaticano ai vescovi tedeschi, alcuni dei quali avevano espresso disponibilità a benedire le coppie dello stesso sesso, come parte della preparazione del sinodo nel loro Paese».
Che cosa direbbe agli omosessuali cattolici?
«Dio ti ha creato, Dio ti ama e Dio vuole che tu sia felice».
Si parla di accoglienza delle persone e si riconosce ci possano essere elementi positivi in una unione omosessuale. D’altra parte si dice che è «peccato». Non è strano?
«No comment».
Quanto è sentito il problema?
«Ho sentito parlare di molte coppie gay negli Stati Uniti che sono cattoliche e chiedono che le loro unioni siano benedette. I commenti dei vescovi tedeschi sono stati visti come la prima apertura all’accompagnamento di coppie che cercavano benedizioni».
Le hanno avute?
«In Occidente alcuni sacerdoti le hanno fatte. Ma la pratica, per quanto ne so, è stata rara».
La Chiesa continuerà a parlare agli omosessuali?
«I destinatari primari del messaggio evangelico sono coloro che stanno nelle periferie. La Chiesa è chiamata a continuare a raggiungere le persone LGBTQ, con “rispetto, compassione e sensibilità”, dice il Catechismo, imitando il contatto di Gesù con tutti coloro che si sentono emarginati. Questo impegno è un cammino sia per la Chiesa sia per i cattolici LGBTQ».