John Henry Newman è il primo santo apertamente gay?
Riflessioni di Francis DeBernardo* pubblicate sul sito dell’associazione LGBT cattolica New Ways Ministry (Stati Uniti) il 13 ottobre 2019, liberamente tradotte da Giacomo Tessaro
Il beato John Henry Newman verrà [domenica 13 ottobre 2019] proclamato santo con una fastosa cerimonia in Piazza San Pietro. Può essere considerato il primo santo cattolico apertamente gay? La risposta alla domanda dipende da cosa si intende per “apertamente”, per “gay” e per “primo”.
Il cardinale Newman è probabilmente il più famoso teologo cattolico della sua epoca. Era un sacerdote anglicano che insegnava ad Oxford, dove aveva studiato. Nel 1845, attraverso un percorso di studio e preghiera, si convertì al cattolicesimo; continuò a scrivere e a insegnare teologia, ma da allora in poi come difensore della Chiesa di Roma. Le sue opere più famose sono Apologia pro vita sua (la sua autobiografia, Jaca Book, 1995), Grammatica dell’assenso (trattato sulla logica e la fede, Jaca Book, 2005) e L’idea di università (uno schema di studio delle materie umanistiche per le università cattoliche, Studium, 2005). Oltre che per suo acume teologico e la sua creatività nell’argomentare e nel persuadere, Newman è noto anche per essere uno scrittore di prim’ordine nella lingua inglese, maestro nel comporre frasi insolitamente lunghe che tuttavia sembrano perfettamente naturali.
Negli ultimi anni gli studiosi hanno cominciato a esaminare l’intensa relazione emotiva che coltivò con un altro sacerdote, Ambrose St. John. I due erano inseparabili, al punto da vivere insieme. Newman chiamava St. John “la mia luce terrena”. Avevano studiato insieme teologia e Roma, e insieme vennero ordinati sacerdoti. Così Newman rifletteva sull’intensità del loro rapporto: “Mi amò fin dal primo momento, con una tale intensità da non potersi dire. Ventotto anni fa, a Roma, lavorava in continuazione per sollevarmi da ogni peso, e dato che era giovane e così sassone d’aspetto, la gente di Roma lo chiamava il mio Angelo Guardiano”.
È molto significativa la volontà dei due di essere sepolti assieme. L’epitaffio da loro scelto per la tomba fu: “Dalle ombre e dalle illusioni alla verità”. Quando St. John morì, Newman scrisse: “Non ho mai pensato che alcun lutto fosse uguale a quello di un marito o di una moglie, ma mi sembra che sia difficile credere che ce ne possa essere qualcuno più grande (o una tristezza più profonda), del mio”.
Molti studiosi di Newman, più tradizionalisti, rigettano l’idea che la loro fosse una relazione gay. Secondo uno dei maggiori esperti sull’argomento, Ian Ker, la loro relazione non era omosessuale, perché tutte le fonti confermano che vivevano nel celibato; inoltre, Newman si rivolgeva in maniera affettuosa sia a donne che ad altri uomini, e in quell’epoca era abbastanza comune che due uomini chiedessero di essere sepolti insieme. Per altri, definire i due come coppia gay è una trasposizione delle idee del XXI secolo nella vita del XIX.
Sono d’accordo sul fatto che non è corretto interpretare simili rapporti di altre epoche secondo la nostra consapevolezza contemporanea dell’omosessualità; non possiamo pretendere che le cose del passato si adattino agli schemi dei valori e dei concetti odierni, ecco perché dobbiamo chiederci cosa intendiamo con i termini “gay” e “apertamente”. Secondo Ian Ker, Newman e St. John non erano gay, perché è evidente che vivevano nel celibato, ma qui si presume che “gay” significhi “sessualmente attivo”, il che è ovviamente e assolutamente falso. I due uomini potevano benissimo essere gay e intrattenere una relazione molto forte, affettuosa e intima senza essere sessualmente attivi, come molti altri gay odierni, sacerdoti e religiosi, che sono fedeli alla loro promessa di celibato o voto di castità. Anche molti laici gay scelgono di non essere sessualmente attivi, ma questo non li rende meno omosessuali.
Ma Ker sbaglia anche in un altro punto. Dire che Newman non potesse essere omosessuale perché dimostrava affetto anche per altri, uomini e donne, è un modo di negare il suo amore per Ambrose St. John affermando che si comportava così con tutti. Qui si presume che c’è qualcosa di sbagliato in un uomo che esprime affetto per un altro uomo. Cosa c’è di sbagliato se Newman amava St. John? Perché un uomo non può esprimere amore per un altro uomo?
Alcuni pensano che l’omofobia verso i gay provenga dalla ripulsa verso gli atti sessuali tra uomini, ma io credo che, per molti altri, vedere degli uomini mostrare sensibilità, tenerezza e affetto gli uni verso gli altri sia qualcosa di ancor più orribile e scandaloso. Naturalmente, i comportamenti gentili e intimi tra uomini costituiscono un problema solamente se uno dei due soffre intensamente di omofobia, oppure crede fortemente negli stereotipi di genere secondo cui gli uomini non devono avere reazioni emotive, o prendersi cura gli uni degli altri. In altre parole, cosa c’è di sbagliato in due uomini che si esprimono amore?
L’altro problema riguardo la sessualità di Newman deriva dal nostro concetto odierno di “essere apertamente gay”. Nel mondo del XXI secolo si fa sempre più strada l’aspettativa, non espressa a parole, che essere “apertamente gay” significhi aver fatto una dichiarazione urbi et orbi sul proprio orientamento e la propria identità. È qualcosa che non può essere applicato ad altre epoche. Non abbiamo nessuna testimonianza tangibile dell’identità sessuale dei due, ma penso che il fatto che abbiano vissuto insieme per tanti anni e abbiano scelto di essere sepolti nella stessa tomba siano due dichiarazioni pubbliche di quanto fossero legati nell’intimo; a mio avviso, tutto questo è piuttosto “aperto”.
Infine, se diciamo che Newman è il primo santo apertamente gay, cosa intendiamo per “primo”? Altri santi, come sant’Aelredo di Rievaulx e sant’Agostino d’Ippona, ci hanno lasciato testimonianze di rapporti affettuosi tra uomini, quindi Newman forse non è il primo, ma credo si possa dire che sia il “primo santo cattolico apertamente gay” per la semplice ragione che, a differenza dei santi a lui precedenti, di Newman e del suo rapporto con St. John sappiamo moltissimo, soprattutto perché le testimonianze a lui coeve sono più numerose e accurate. Per quanto ne so (e non è in realtà molto), Newman può a buon diritto essere definito primo santo apertamente gay.
Penso che ci sia anche un’altra ragione per concedergli tale riconoscimento: credeva fortemente in una possibile riforma della Chiesa Cattolica. Riporterò solo due esempi. Nel 2013 [l’arcivescovo emerito di Sydney, Australia] Geoffrey Robinson, autorevole voce riformatrice, ha ricordato così come Newman si poneva nei confronti della Chiesa: “Il cardinale John Henry Newman, prima di diventare cattolico, scrisse a un amico: ‘Non esiste nulla su questa terra di altrettanto brutto come la Chiesa Cattolica, e nulla di altrettanto bello’. La bruttezza l’abbiamo vista tutti, e gli abusi [sessuali] sono uno dei capitoli più brutti, ma io ho visto anche la bellezza, in particolare in tutta la buona gente con cui ho lavorato durante tutti questi anni. Non voglio andarmene e lasciarmi alle spalle tutta questa bellezza, perciò voglio darmi da fare per sconfiggere la bruttezza con ogni mezzo”.
È bene ricordarlo a tutti coloro che si impegnano, e pregano, per rimanere nella Chiesa Cattolica, e che operano per renderla più giusta e più accogliente verso le persone LGBTQ.
Poi c’è questa frase di Newman, che i due fondatori di New Ways Ministry, suor Jeannine Gramick e padre Robert Nugent, citano spesso: “Vivere significa cambiare, ed essere perfetti significa essere cambiati spesso”.
In questo giorno in cui John Henry Newman verrà proclamato santo, e per tutti i giorni a venire, che tutti coloro che operano e pregano perché la Chiesa Cattolica diventi un luogo di giustizia per le persone LGBTQ pronuncino questa invocazione: “San John Henry Newman, prega per noi!”.
* Francis DeBernardo lavora per New Ways Ministry dal 1992, prima come volontario poi, a partire dal 1994, come membro dello staff; dal 1996 è direttore esecutivo. Propone iniziative riguardanti cattolicesimo e tematiche LGBT nelle parrocchie, nelle diocesi, centri conferenze, università e comunità religiose in tutti gli Stati Uniti. È autore del libro Marriage Equality: A Positive Catholic Approach (Il matrimonio omosessuale. Un punto di vista positivamente cattolico). È redattore e autore di Bondings 2.0, blog quotidiano di notizie e opinioni sulle tematiche LGBT nella Chiesa Cattolica. Suoi articoli sono apparsi nelle riviste The National Catholic Reporter, Commonweal, The Advocate e The American Catholic. È stato l’oratore di punta alla conferenza su religione e tematiche LGBT tenutasi al primo World Pride di Roma nel 2000; è intervenuto anche alla conferenze interfede in occasione del World Pride di Londra nel 2012.
Testo originale: St. John Henry Newman: The First Openly Gay Catholic Saint?